Quél., (1880).
Sinonimi:
Hebeloma latifolium
Gröger & Zshiesch., 1981: 198 (non
Hebeloma
latifolium P. Karst., 1898: 7),
Hebeloma
pallidolunctuosum Gröger & Zshiesch.,
in Hirsch, 1984: 815:
Hebeloma sacchariolens
var.
pallidolunctuosum (Gröger &
Zshiesch.) Quadr., 1987: 309 (olotipus: JE).
Descrizione della raccolta:
Cappello 40-70, (90) mm, dapprima
emisferico, quindi convesso, infine spianato e con
largo e basso umbone ottuso al centro, l’orlo
risulta leggermente involuto negli esemplari giovani,
spesso ondulato e con il margine crenulato in maturità.
Il colore risulta all’inizio abbastanza chiaro,
ocra-crema, crosta di pane, con frammiste delle
tonalità leggermente rosate, quindi più
scuro, fino a nocciola, nella zona centrale e verso
il disco, alle volte segnato da una lieve ma evidente
fascia più scura all’inizio della zona
marginale, zona marginale più chiara e cosparsa
da piccole guttule più scure, viscido, lardoso
nella parte centrale, tomentososetto verso la zona
marginale, in vecchiaia e con tempo secco la cuticola
può assumere un aspetto screpolato screpolata.
Lamelle da adnate ad annesse, fino
a leggermente decorrenti per un piccolo dentino,
da moderatamente distanti e abbastanza fitte negli
esemplari giovani, larghe e panciute nei vecchi,
alle volte anastomosate, colore crema con sfumature
rosate, poi nocciola, infine brune, filo lamellare
più chiaro, crenulato. Lamellule 1-3 ogni
lamella. Gambo 50-90 x 5-8 mm,
sostanzialmente liscio, ma leggermente squamosetto
verso l’apice, cilindrico, appena ristretto
verso il basso, da biancastro a crema chiaro, soprattutto
nella parte superiore, biancastro, via, via, più
scuro fino a brunastro verso il basso. Carne
biancastra, polposetta, poi fibrosa e alquanto igrofana
nel midollo, di sapore dolce e gusto di detersivo,
non sempre annerente nell’exsiccatum, abbiamo
notato alcuni esemplari con la carne del gambo pressoché
immutabile, alcuni con carne imbrunente.
Microscopia.
Spore 11,88-15,03 X 6,86-7,8 µm,
in media 13,1 X 7,29 µm, Q. 1,65-1,96 µm,
Q.M. 1,8 µm, limoniformi, viste di profilo,
con papilla apicale e apicolo ben evidente, amigdaliformi
viste di faccia, mediamente verrucose, verruche
basse e ben disposte sulla parete a formare brevi
concatenazioni alle volte simulanti un pseudoreticolo,
parete mediamente spessa, episporio ben avvolgente
ed evidente ma poco collassabile, da mediamente
a fortemente destrinoidi. Basidi
30–45 x 8,5–11 µm, tetrasporici,
da cilindrico-clavati a clavati. Cheilocistidi
25–60 x 5-13 µm, cilindrici, clavati,
alle volte con apice allargato e base stretta, altre
volte sinuosi o quasi lageniformi. Trama
lamellare a ife filamentose, disposte in
modo regolare. Pileipellis composta
da uno strato di circa 150-200 µm, di ife
gelatinizzate “ixocutis”, cilindriche,
con diametro di 2-3 µm, disposte disordinatamente,
con l’apice allargato con diametro fino a
6 µm. Giunti a fibbia presenti in tutti i
tessuti del basidioma.
Osservazioni:
Hebeloma sacchariolens è specie
non sempre ben inquadrabile all’interno della
SottoSezione Saccharolentia Lange ex Bon,
pur essendo il Typus della S.S.
Sebbene il gruppo sia praticamente inconfondibile,
per l’intenso odore che emana “di sapone
da WC”, i più recenti Taxa prodotti
da diversi A.A., non sempre sono serviti a mettere
ordine in un gruppo che vede aumentare il proprio
numero, spesso, con motivazioni ritenute più
o meno valide. A discapito della chiarezza.
A proposito di questa nostra raccolta, abbiamo faticato
alquanto a convincerci del fatto che essa possa
essere ricondotta a H. sacchariolens, piuttosto
che ad altra specie vicina, che, tra l’ altro,
o per una differente combinazione di caratteri macro
o micro o per altri motivi “sinonimie”,
non ci siamo sentiti di sostenere.
Troppi sono i caratteri sovrapponibili che riportano
alla specie tipo piuttosto che ad un’altra
(forma e misura delle spore e dei cheilocistidi).
D’altro canto allo stesso tempo, si sono notate
anche alcune discordanze (colore della carne nell’exsiccatum,
pileipellis apparentemente secca), che però
non ci inducono a pensare ad una specie viciniora,
e nemmeno ad una varietà di sacchariolens.
Varietà che secondo noi, non è giustificata
dalle poche differenze macro e micro, differenze
riscontrate anche in altre raccolte, effettuate
negli anni passati sempre nello stesso luogo, e
già ricondotte a H. sacchariolens.
Habitat e Raccolte studiate:
Exsiccatum in erbario EGMC n° 3036; ubiquitario.
Raccolta effettuata il 03/11/2005, Muggia (TS) Laghi
di Noghere. Habitat; in terreno argilloso, sotto
Populus sp. e Alnus glutinosa
nei pressi delle sponde del laghetto.
Det. M. Zugna, legit: M. Zugna, A. Aiardi, E. Bizio.
Bibliografia:
A.A., vari, 1997: Il bosco Vignano; Guida
storico naturalistica e invito all’educazione
ambientale.
BON M., 2002: Clé de determination du
genre HEBELOMA. Documents mycologiques, Tome
XXXI, Fascicule n°123, 3-40.
BREINTENBACH J. & KRÄNZLIN, 2000: Champignons
de Suisse, Tome 5. Lucerne.
MANFRED ENDERLE 1999: Alcune Agaricales degne
di nota; Boll. Gr. micol. G. Bres. (n.s.) 42
(3): 165-178.
KÜHNER R. & ROMAGNESI H., 1953; Flore
Analitique des Champignons supérieurs.
Paris.
LA CHIUSA L., 1999: Contributo allo studio del
genere Hebeloma; RdM, 1999, 3: 221 –
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MALENÇON G. & BERTAULT R., 1970 :
Champignons supérieurs du Maroc et de l’Afrique
du nord, Tome 1, Rabat.
MOSER M., 1980: Guida alla determinazione dei
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VESTERHOLT J., 2005: The genus Hebeloma;
Fungi of Northern Europe – VOL. 3.
Descrizione, osservazioni e foto:
Marino Zugna