Descrizione delle raccolte di Cittanova
Cappello: 35-75 mm, prima conico-campanulato
poi campanulato, convesso campanulato, infine convesso
spianato con ampio umbone ottuso, talora infossato
circolarmente (con depressione circolare) oltre
il disco, margine anche lacerato. Di colore giallo-brunastro
spesso con ampie chiazze bruno-rossastre; rivestimento
pileico per lungo tempo liscio, poi rimoso oltre
il disco. Velo bianco, copioso ma effimero, riveste
a placche la zona discale. Margine all’inizio
incurvato poi a lungo incurvato-disteso, alla fine
disteso; orlo eccedente.
Gambo: 3-7 x 9-15 mm, fibrilloso,
da liscio a striato, robusto, spesso compresso,
talora tortile, cilindrico o a sezione subtriangolare,
tendenzialmente attenuato verso il basso con base
da rastremata a subconica, anche incurvata; prima
biancastro con tonalità brunastre nella porzione
inferiore, nel maturo anche interamente grigio-brunastro.
Lamelle: da annesse a diversamente
adnate, mediamente fitte, da dritte a moderatamente
ventricose, grigiastre, crema grigiastre, poi crema
verdastre, giallo-verdastre, filo biancastro, eroso.
Carne: fibrosa, biancastra (talora
con tonalità rosate nel gambo); senza odori
o sapori particolari.
Spore: 8.5-12.5 x 6-7.5 µm, lisce, largamente
amigdaliformi, in parte subfaseoliformi, morfologicamente
stabili, ma con range dimensionale piuttosto vasto.
Cheilocistidi: 35-60 x 12-20 µ,
molto fitti e assai variabili per forma: da clavati
a subcilindrici a subcapitulati a ventricosi, talvolta
asimmetrici.
Epicute: costituita da ife larghe
6-13 µm,molto fortemente incrostate da un
pigmento membranario di colore verde-brunastro.
Raccolte studiate
• 27/10/2002, R. Cainelli, loc. Punta Castanja,
Cittanova-Novigrad. Croazia (HR), in pineta con
prevalenza di Pinus pinaster, vicino
al mare.
• 30/11/2003, R. Cainelli, medesima località.
• 4/12/2003, R. Cainelli, E. Bizio e M. Marchetti,
stessa località.
• 5/11/2005, A. Aiardi e E. Bizio, stessa
località.
Osservazioni
La conoscenza di questa specie risale alle prime
segnalazioni di Renato Cainelli, che l’aveva
raccolta e documentata consegnandocela come una
“inocybe molto interessante” proveniente
dalla costa istriana (Cittanova, Croazia). Le successive
raccolte, fatte sul litorale tirrenico, ci hanno
permesso di acquisire un maggior numero di informazioni
e consentito di descrivere questo taxon come Inocybe
fusipes, nuova specie di recentissima pubblicazione
(BIZIO, FRANCHI E MARCHETTI, 2006).
Si trattava, senza ombra di dubbio, già a
prima vista, di una specie attribuibile alla Sezione
Rimosae (Fr.) Sacc.. Da allora, era il 2002, la
forte curiosità ci ha spinto a ritornare
nell’unica località in cui si credeva
confinata, e così facendo abbiamo avuto modo
di raccogliere e fotografare questa specie in varie
occasioni, mettendo a fuoco alcuni suoi caratteri
peculiari; i quali si possono così sintetizzare:
- umbone ottuso;
- sfumature rossastre sul cappello;
- gambo attenuato con base rastremata, a fittone,
compresso lateralmente (aspetto del tutto insolito
per una Inocybe);
- colori decisamente grigio-brunastri, a maturità,
sul gambo;
- alcuni cistidi subcapitulati.
- habitat in pineta, sotto Pinus pinaster
Che si trattasse di una “fastigiata”
nel senso più ampio del termine, non c’era
nessun dubbio; ma quale, tra tutte quelle conosciute
e descritte? Il problema si ripete ogni qualvolta
si ha a che fare con una manifestazione caratterizzata
da una inusuale combinazione di caratteri. E di
caratteri combinati in modo strano, ce ne sono parecchi
nella specie di Novigrad!
La sezione Rimosae, senza dubbio molto
ben caratterizzata all’interno del genere
Inocybe, tanto da essere da tutti condivisa,
rappresenta un grande problema riguardo alla precisazione
ed al numero delle specie ad essa appartenenti.
Questo numero è molto variabile in funzione
dell’impianto sistematico utilizzato dai vari
autori e, in ultima analisi, è diretta conseguenza
di quella che ognuno di noi potrebbe definire, con
un eufemismo di moda, la madre di tutte le questioni:
dove comincia e dove finisce una certa specie? Se
noi confrontiamo tra loro due tra le più
rinomate e riconosciute chiavi per la determinazione
del genere Inocybe, quella di KUYPER (1986)
e quella di BON (1997), possiamo verificare la grande
divergenza dei due autori nel considerare il numero
di taxa della stessa sezione Rimosae: 14
per il primo, oltre 40 per il secondo! Non ci dilunghiamo
di più anche perché ci siamo soffermati
sugli stessi argomenti in altra occasione (BIZIO
E CONSIGLIO, 2005: 48).
Tutto ciò testimonia che in questa sezione
(ma la medesima cosa si potrebbe dire del sottogenere
Mallocybe Kuyper) è massima la difficoltà
nel delimitare in modo corretto le singole entità.
Inoltre, questo gruppo di funghi sembra molto sensibile
agli habitat ed alle variazioni climatiche, a tal
punto che risulta problematico decidere l’attribuzione
di raccolte atipiche, tra le varie specie e i loro
rispettivi, e numerosissimi, fenotipi .
Con tale presupposto, risulta assai imprudente
la scelta di dare validità nomenclatoriale
ad una manifestazione di I. rimosa divergente
dalla tipicità che le è propria; tuttavia,
quando una raccolta contiene contemporaneamente
tanti caratteri forti e inediti, come quelli evidenziati
dalla specie per prima localizzata a Novigrad, allora
in questo caso vale la pena soffermarsi e fare delle
valutazioni in ambito tassonomico.
Alcuni elementi di Inocybe fusipes
sono condivisi, almeno in parte, da varie componenti
della sezione Rimosae: ci riferiamo a I.
maculata Boud., a I. perlata (Cooke)
Sacc. e, naturalmente, a I. rimosa (Bull.:
Fr.) Kumm. intesa nel vasto significato conferitole
da Kuyper. Molti sono i caratteri tipici di questo
fungo, sia per quantità, che per qualità:
il portamento robusto, l’umbone ottuso, il
gambo spesso fittonante, compresso lateralmente
sono elementi che solo in parte si possono spiegare
con la compattezza del terreno, che rende difficoltosa
l’uscita in superficie. Per quanto riguarda
la colorazione rossastra di larghe zone del cappello,
essa si spiega solo in parte con i pigmenti disciolti
sul terreno (la famosa terra rossa d’Istria),
perché nella stessa pineta e nello stesso
tipo di terreno, crescono invece individui di altre
specie in cui tale circostanza è assente.
La colorazione grigio-brunastra del gambo negli
esemplari più maturi è prevista, poi,
nel campo di variabilità di I. rimosa,
ma mai con l’intensità manifestata
nelle raccolte di Novigrad.
L’odore, poco avvertibile, non ci sembra invece
un carattere altisonante all’interno del gruppo
di appartenenza di questa specie. In I. fusipes,
anche il quadro microscopico riveste un certo interesse,
manifestando una inedita combinazione di caratteri:
da una parte la presenza di numerosi cheilocistidi
capitulati, dall’altra le spore larghe e regolari,
in parte faseolate, con apice ottuso. E così
è pure per il quadro microscopico, perché
è vero che alcuni cheilocistidi presentano
un capitulo ben delineato, ma è pure vero
che questa morfologia è descritta come una
delle forme tipiche che possono essere assunte da
questi variabilissimi elementi nell’ambito
di I. rimosa. Le spore, larghe e regolari,
in parte faseolate e provviste di larga variabilità
dimensionale, sono tipiche, ancora una volta, di
I. rimosa (Bull.: Fr.) P. Kumm. ss. lato
Kuyper.
Ringraziamenti. Limitatamente
allo studio di I. fusipes ad int. ringraziamo
gli amici Renato Cainelli, autore delle prime raccolte
e della raffigurazione fotografica e Mauro Marchetti,
coautore delle raccolte del 2003 e della descrizione
in gran parte risalente ad allora.
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Descrizione e osservazioni: Andrea Aiardi e Enrico
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Foto: Renato Cainelli
Tavola: Enrico Bizio