A.M.B. ASSOCIAZIONE MICOLOGICA BRESADOLA. GRUPPO DI MUGGIA E DEL CARSO           
        Questa specie fungina vive in simbiosi micorrizica con diversi tipi di graminacee,
tra cui il Calamagrostis epigeios “Calamo scrittorio”, la Festuca pratensis “Paleo”, ed il Lolium perenne “Loglierello”, che sono le più frequentemente osservate nei prati e nei pascoli con terreno argilloso - calcareo e molto azotato, a causa del pascolo di bestiame.
         L’accrescimento delle colonie di Tricholosporum goniospermum avviene con la formazione dei famosi cerchi delle streghe, a volte ridotti a dei zig-zag, che si notano per l’erba molto più scura e rigogliosa, dalla quale sono assenti tracce di zone secche, come possono essere osservate negli habitat della Clitocybe geotropa “San Martino”, e della Calocybe gambosa “San Giorgio”.Questi cosiddetti cerchi delle streghe, non sono in realtà esattamente circolari, ma, ad un attento esame, risultano “a cappe”, dovute alla ricerca che il micelio fa delle graminacee con cui entrare in simbiosi per sopravvivere, dando in cambio a queste l’estensione della superficie radicale (la pianta infatti oltre le sue radici utilizza anche il micelio) che permette alla pianta di svilupparsi più rigogliosa (ecco il perché dell’erba più verde). Il “cerchio” d’accrescimento, poi, deve essere inteso come un anello, in quanto il micelio avanzando consuma le sostanze nutritive di cui ha bisogno, lasciando dietro di se la terra depauperata e non più in grado di sostenerlo. Importanti sono infine le interazioni con gli anelli di specie simili per il tipo di accrescimento: C. geotropa “San Martino”, e C. gambosa “San Giorgio”; è stato infatti notato che anelli del T. goniospermum e della C. gambosa si possono compenetrare, sintomo questo di un diverso fabbisogno di sostanze nutritive; invece anelli di T. goniospermum e di C. geotropa non si compenetrano, evidenza del medesimo, o comunque simile fabbisogno nutrizionale, che li rende competitori nel medesimo habitat.
         Visivamente il fungo si presenta con cappello molto carnoso e globoso di colore giallo isabella – rossiccio; lamelle molto fitte di colore violetto o rosa lilla; gambo cilindrico, ed in genere tozzo, biancastro con leggere sfumature viola, nella parte bassa, e concolore al cappello; carne biancastra e soda con gusto dolciastro e odore di farina. Un’ulteriore caratteristica distintiva può essere poi fornita dal microscopio, per mezzo del quale possono essere osservate le spore, che sono bianche ed angolate.
         In cucina il nostro protagonista è considerato uno dei migliori funghi commestibili, ed è superato a mio avviso soltanto da Agrocybe aegerita “Pioppin”.
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