Alla mostra micologica
di ottobre dello scorso anno, svoltasi a Muggia, si presentarono
due persone con un bel cesto colmo di funghi, che, secondo loro,
erano di specie commestibili. Effettuata la determinazione, tra
le varie specie commestibili, vennero individuati due esemplari
di Amanita phalloides!!! Ai due inesperti raccoglitori, increduli
ed impauriti, s’iniziò ad illustrare quelle che sono
le caratteristiche utili, ai fini del riconoscimento di questa specie
MORTALE: il bulbo arrotondato, la volva bianca inguainante, il gambo
zebrato, l’anello caduco, membranoso e fragile, le lamelle
sempre bianche, il cappello totalmente liscio da verde fino a bianco,
con fibrille innate nerastre.
I dubbi svanirono
all’istante e tutti i funghi finirono nella spazzatura! Visibilmente
impressionati da quelle che potevano essere le conseguenze di un
fatale errore di determinazione, i due micologi improvvisati ringraziarono
calorosamente e chiesero informazioni sulle serate d’incontro
presso la sede del Gruppo Micologico. Al lunedì successivo
erano seduti in mezzo a tanta gente, a seguire il corso di base.
Personalmente, all’inizio
delle mie escursioni, quando mi sembrava di conoscere molto bene
i funghi (visti sul primo libro acquistato), incappai in due bellissimi
esemplari di prataioli: sfogliando il libro, mi era apparso che
potessero assomigliare ad un Agaricus arvensis o Agaricus silvicola,
le cui lamelle cangiano da bianco grigio, al rosa, fino a marrone,
testa di moro a maturazione. Avevo pensato anche al Leucoagaricus
leucothites, le cui lamelle sono ugualmente bianche; tuttavia, in
sede di maturazione assumono una colorazione rosata. La confusione
era tanta! Li avvolsi nella stagnola, li collocai nel cestino e,
il lunedì seguente, mi recai presso la sede del Gruppo Micologico
a farmi chiarire le idee.
Trovai delle persone
qualificate, che spiegarono a tutti i presenti, che quello era un
esemplare di Amanita bianca (Amanita phalloides v. alba), specie
velenosa MORTALE.
Fu da quel giorno
che iniziai a frequentare regolarmente il Gruppo e ad acquistare,
passo dopo passo, tutte le cognizioni indispensabili, gli habitat,
i periodi di crescita, le differenze peculiari tra i Generi. Imparai
a riconoscere le altre specie di Amanita mortali (A. virosa, A.
verna), ma anche quelle commestibili.
Mi capita spesso
di imbattermi nel bosco, o ai bordi dei sentieri, in mucchi di
funghi, lasciati da qualche fungaiolo domenicale, che credendo di
poterne fare incetta, raccoglie di tutto, ma al minimo dubbio, invece
di portare la sua raccolta alla
determinazione in qualche gruppo micologico, vuota il cestino e
ritorna a casa deluso ed a mani vuote; perché questo non
succeda, queste persone dovrebbero incominciare a frequentare un
gruppo micologico per riconoscere i funghi. In questi anni mi sono
avvicinato con sempre maggiore entusiasmo alla Micologia.
Spero che, leggendo
questo piccolo scritto, altri possano cogliere l’opportunità
per avvicinarsi a questo mondo stupendo: il Regno dei funghi. |