Alessandro
Picinin
Mi sembra importante
trattare questa specie molto comune e responsabile della maggior
parte degli avvelenamenti ad esito mortale che si verificano tuttora
nel nostro paese.
L’Amanita
phalloides vive in simbiosi con le latifoglie, tuttavia è
stata ritrovata anche nei boschi di conifere; fruttifica da f ine
estate al tardo autunno, dalla pianura alla montagna.
E’ una specie
VELENOSA MORTALE e può essere confusa, specialmente allo
stadio di ovolo, con L’Amanita caesarea; la differenziano
i colori cuticolari che si rivelano diversi alla sezione degli ovoli
stessi. C’è da fare un appunto: per legge, gli ovoli
non si possono raccogliere, quindi il pericolo di confusione non
dovrebbe sussistere, però, come ben si sa, queste regole
non vengono quasi mai rispettate, quindi conviene fare molta attenzione;
oltretutto, l’A. phalloides presenta alcune similitudini con
il gruppo di russule “chiamate volgarmente verdoni”,
R. heterophylla R. virescens. Meno noto è che l’A.
phalloides ha pure una varietà bianca, (L’Amanita phalloides
v. alba) facilmente confondibile con i buoni prataioli: quindi,
al fine di evitare eventuali avvelenamenti di grave entità
“vista la sua pericolosità”, impariamo a riconoscere
questo fungo, che non per questo deve essere distrutto. Tutti i
funghi, siano essi commestibili, tossici o velenosi, rivestono indubbiamente
un ruolo importantissimo ai fini dell’equilibrio del nostro
ecosistema. Distruggerli significa danneggiare l’habitat. |