sua tossicità e che in qualche caso
ha portato anche ad esiti tragici.
Altro punto che bisogna tenere presente è la probabile invasione
di Volvariella
surrecta (Knapp) Singer, specie parassita che predilige come substrato
di crescita la C. nebularis; anche in questo caso i funghi risultano
tossici. V. surrecta si manifesta da prima con una leggera pruina
bianca sopra i cappelli della C. nebularis, quindi deformandone le
sembianze, infine manifestando i carpofori.
Infine citiamo il
forte odore che questo fungo sprigiona quando viene bollito,
procurando addirittura dei dolori di testa.
Rimane il fatto che
nonostante tutto ciò, C. nebularis continua ad essere consumata
in molte regioni italiane, causando molto spesso danno alle persone.
Per quanto concerne
la commestibilità di C. nebularis, con il D. P. R. 376/95,
essa è stata cancellata dall’elenco delle specie ammesse
alla vendita.
In ultima analisi,
per quanto riguarda Armillaria mellea, se vogliamo cibarcene,
usiamo tutti gli avvertimenti sopra elencati. Nel caso di Clitocybe
nebularis, asteniamoci dal consumo di questa specie. Ci sono pur sempre
decine e decine di specie commestibili che non arrecano danno all’organismo
e che sono ottime al palato, quindi:meditate gente, meditate!
Bibliografia:
Follesa P., Resegalli T. & Cigada F. – 1998. L’esperienza
quinquennale del Laboratorio Micologico di secondo livello del P.
M. I. P. di Milano in
casi di intossicazioni da funghi 1993-1997, - p. 63-81, Atti del 1°
Convegno Internazionale di Micotossicologia, A .M. B., Pagine di Micologia.
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