A.M.B. ASSOCIAZIONE MICOLOGICA BRESADOLA. GRUPPO DI MUGGIA E DEL CARSO           
sce appunto sui reni necrotizzandoli e portando perciò all’insufficienza renale. Essa tuttavia agisce molto lentamente, tra le quarantotto ore e fino a dodici - venti giorni, quando ci si è persino dimenticati di avere mangiato funghi.
       Naturalmente quel fungo non è probabile esista nei nostri territori di raccolta, ma sono reperibili dei suoi parenti stretti.
       Si tratta di due funghi del genere Cortinarius: il Cortinarius orellanoides, più conosciuto forse come Cortinarius speciosissimus ed il Cortinarius orellanus.
       In entrambi i casi si tratta di funghi - per chi ama porcini, ovoli e finferli - che passano quasi inosservati. Piuttosto piccoli, monotonamente fulvastri, fanno parte di tutte quelle centinaia di creature che popolano i nostri boschi e che dovrebbero essere lasciate in pace, in quanto svolgono una funzione indispensabile all’ equilibrio ecologico della natura. Ma tant’è, la natura umana è ingorda e trovandosi di fronte a qualcosa di gratuito, se ne serve, salvo poi pagarne le conseguenze. E anche meglio se si tratta di “merce vietata” o regolamentata!!
       Fortuna vuole che la maggior parte dei funghi che incontriamo nei boschi e nei
prati, non sono tossici o, se lo sono, non portano, il più delle volte, a conseguenze fatali. Al più uno se la cava con una penosissima lavanda gastrica, o ben che vada con un bello spavento. Poco male per chi - incauto - vuole giocare a questa strana “roulette russa”.
       Mentre è un po’ difficile incontrare il Cortinarius orellanoides nella nostra provincia, in quanto mancano, o quasi, i suoi simbionti che sono gli abeti o, molto più raramente, i faggi, è possibile imbattersi nel Cortinarius orellanus, fungo che negli anni ‘50, quando la sua tossicità non era conosciuta, ha seminato vere stragi in Polonia, avvelenando interi villaggi.
       Lo si può incontrare in tutte quelle oasi di arenaria acida che sono insite un po’ dovunque nel comprensorio triestino, laddove cresce il castagno, quindi Draga S. Elia, Villa Revoltella e tutto il ‘Boschetto’ sottostante, Scala Santa e Via Bonomea, Villa Giulia, ecc.
       Per chi conosce i funghi con approssimazione esso può confondersi con il chiodetto (Chroogomphus rutilus), con il quale mai condivide l’ habitat, dato che questo cresce sotto i pini ed è totalmente privo di quelle tonalità gialle che si devono saper riconoscere nel Cortinarius orellanus.
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