Dopo
anni di studio ancora non riesco a capacitarmi di uno sbaglio simile.
Comunque, di una cosa ora sono certo, lo sbaglio ci fu ma all’inverso,
avevo confuso
l’Amanita caesarea (commestibile) con le (Amanita tossiche),
gettando nell’immondizia una ventina di pregiatissimi ovoli
(o giordane che dir si voglia).
E fu così
che m’iscrissi all’A.M.B. Gruppo di Muggia e del Carso,
correva l’anno
1989.
Da qui, la storia
è un po’ quella che capita a chi ha i primi approcci
con la
micologia “quella vera”, le prime verità su un
Regno sconosciuto e vasto. Le perplessità che si creavano
nella mia mente erano molteplici; come mai esistono tanti funghi
che non si mangiano, e perché tanti sono velenosi? Quelli
che si mangiano sono così difficili da imparare! Ma quando
imparerò? Mi resteranno mai impresse nella mente tutte le
caratteristiche dei generi e delle specie? Non era proprio come
l’immaginavo, era tutto così difficile, i nomi in latino
“impronunziabili”; le specie commestibili e i loro sosia
non commestibili, tossici o peggio ancora velenosi, si susseguivano
nelle serate del lunedì, quando mai avrei imparato? E poi
la vita di questi funghi non era come me l’immaginavo io,
il micelio, le spore, le ife, la simbiosi, il saprofitismo, il parassitismo,
che gran confusione nella mia testa.
Pian pianino qualcosa
incominciava a prendere forma nella mia mente, tutti gli
sforzi che il Relatore faceva per inculcare quei paroloni scientifici
a qualcosa servivano, visto che bene o male iniziavo a distinguere
un Amanita da un Boletus e con orgoglio riuscivo a distinguere la
differenza tra una Macrolepiota e una Lepiota; certo che i generi
erano un bel rompicapo, ma vedevo che alla fine ci andavo abbastanza
vicino.
Certo è che
per quanto mi riguarda, quello che mi portò ad approfondire
la Micologia, fu la partecipazione al Comitato Scientifico Nazionale
DELL’ ASSOCIAZIONE MICOLOGICA BRESADOLA in quel d’Oliena
(NU) nell’ottobre 1990. Un flash, un fulmine a cielo sereno,
qualcosa che cambiò il corso della mia vita, almeno per quanto
riguarda la parte botanica. Iniziai lo studio della Micologia dilettantistica.
L’acquisto di un microscopio e di un bel po’ di bibliografia
contribuirono a radicare in me la passione per questa scienza e
la conoscenza di amici micologi di fama (diedero il colpo di grazia
alle mie “doti micologiche”).
Cò conoso do o tre tipi a mi… me basta!
Scherzi a parte, se all’inizio di questa storia la pensavo
in questo modo, ora che le mie conoscenze in campo micologico si
sono leggermente ampliate, solo adesso riesco a capire quanto poco
ne sappia di questo magnifico Regno e quanto ancora abbia da imparare,
da micologi e non.
P. S. Una volta
chiesi ad un micologo di fama internazionale; quando giunge il
momento in cui una persona che si dedica alla micologia dilettantistica
si può definire micologo? la sua risposta fu: chi si dedica
alla micologia è già di per se un micologo, resta
da vedere se esso sia un buon micologo. |