collaborazione con il C. A. V. “Centro
AntiVeleni” di Milano, per quanto riguarda uno
studio su funghi dichiarati commestibili e che hanno causato intossicazioni,
singolarmente o frammisti fra loro.
Quello che è certo è che dalla casistica accertata per
il quinquennio 1993-
1997, nei cinque anni presi in esame sono stati verificati 602 casi
d’intossicazione,
dei quali 99 casi riguardavano il consumo di A. mellea consumata da
sola e 53 casi di A. mellea mista ad altre specie commestibili:
Da ciò si deduce che il fungo in questione può creare
dei problemi.
Vediamo di seguito un riassunto della casistica di queste intossicazioni.
In primis, alla domanda; se i funghi fossero stati preventivamente
bolliti, e
l’acqua di cottura gettata.
— La risposta, era stata negativa nella maggior parte dei casi
presi in esame.
— In diversi casi, erano stati cotti e consumati i chiodini
compresi i gambi.
— In altri casi, si erano consumati dei chiodini in avanzato
stato di vetustà,
— o che avevano subito le gelate,
— o erano stati riposti in congelatore da crudi e poi in seguito
cotti e consumati.
Pertanto se si vogliono consumare i chiodini, si devono usare alcune
cautele;
vediamo quali.
— per prima cosa, assicuriamoci di raccogliere sempre esemplari
giovani ed in ottimo stato di conservazione, preferendo quelli ancora
con il cappello chiuso.
Ricordiamoci che i chiodini sono offerti anche nei negozi ortofrutticoli
ed anche
in questo caso va usata la stessa norma (per mia esperienza posso
dire di aver
visto esposti dei chiodini in uno stato tale “dato l’avanzato
stato di maturazione”,
da dover quasi dubitare sulla determinazione della specie);
— scartiamo già da subito “sul posto di raccolta”,
i gambi;
— ricordiamoci sempre che i chiodini contengono sostanze tossiche
termolabili
“emolisine”, le quali evaporano dopo un’esposizione
per un certo periodo di
tempo ad un’elevata fonte di calore “come può essere
la prebollitura“; quindi, prebolliamo i chiodini usando una
capace pentola e abbondante acqua per almeno
dieci minuti, usando l’accortezza di gettare l’acqua alla
fine della bollitura, quindi
iniziamo la preparazione dei funghi come meglio crediamo;
— ricordiamoci che i chiodini che prendono il gelo divengono
tossici anche se bolliti
preventivamente, quindi non raccogliamo esemplari che abbiano subito
gelate, le
quali si manifestano con un inscurimento e una precoce limacciosità
dei cappelli;
ricordiamoci che in autunno, le gelate possono verificarsi comunemente,
anche
se, quando noi entriamo nel bosco tutto ci appare caldo-umido, non
è detto che
nella notte il termometro non sia sceso sotto lo zero;
— infine se proprio vogliamo toglierci lo sfizio, badiamo a
non fare delle abbuffate
mega galattiche. Questi funghi “e non sono i soli”, vanno
mangiati in piccole
quantità, come contorno e non molto spesso. |
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