Appunti sulla presenza di Urnula mediterranea in Friuli Venezia Giulia
Paolo Picciola Strada di Fiume 52 - 34137 Trieste, paolo.picciola2@gmail.com
Marino Zugna Località Riostorto 7, 34015 Muggia (TS), Italia, marinozugna@gmail.com
Riassunto
Gli autori forniscono una descrizione dei caratteri macro e microscopici corredata da fotocolor degli ascomi in habitat e degli elementi micro morfologici di Urnula mediterranea, una specie rara, di recente istituzione, ad areale prevalentemente mediterraneo, rinvenuta a Trieste, a fine maggio 2021, in un bosco termofilo di roverella. Il presente contributo propone dei brevi commenti sulle caratteristiche morfologiche ed ecologiche della specie qui trattata, mettendo in evidenza gli elementi da noi osservati confrontandoli con quelli ricavati dalla letteratura specialistica. Infine, il taxon viene comparato con le specie simili.
Key words: Ascomycota, Pezizales, Sarcosomataceae, Plectania mediterranea, taxonomy, Trieste, Italia.
Premessa
Nel corso di una recente escursione effettuata da uno di noi (P.P.) finalizzata al reperimento di specie fungine nell’immediata periferia di Trieste, in quella cintura di verde sviluppatasi su un terreno di natura flyschoide che circonda la città, separandola dal retrostante altopiano carsico, sono stati rinvenuti degli ascomi cupoliformi che fin da subito hanno destato molta curiosità. Sulla base delle caratteristiche morfo-cromatiche rilevate all’atto del ritrovamento, gli esemplari sono stati sommariamente ricondotti ad una entità appartenente alla famiglia delle Sarcosomataceae, in particolare si è pensato fin da subito ai generi Urnula e Plectania. Soltanto attraverso un completo e minuzioso studio dei caratteri microscopici effettuato sugli ascomi freschi, conservati in un contenitore umido e fresco, anche dopo un mese dalla raccolta per i lunghi tempi di maturazione delle spore, si è potuto riconoscere la specie in questione, separandola dalle specie viciniore. Il ritrovamento di Urnula mediterranea è avvenuto al termine di un periodo molto piovoso e freddo: i totali pluviometrici nel mese di maggio 2021 sono variati dai 130 ai 170 mm lungo la fascia costiera del FVG, e precisamente 136,5 mm totali rilevati a maggio dalla Stazione Trieste molo F.lli Bandiera, con 14 giorni pioggia totali, mentre la temperatura media si è attestata attorno ai 16 °C (dati Arpa FVG-report maggio 2021).
Ripetuti sopralluoghi effettuati nel mese di maggio sui versanti esposti a solatio della zona in cui è stata rinvenuta la specie in questione, avevano evidenziato una scarsissima produzione fungina, compresa la mancanza di ascomiceti, solitamente presenti in abbondanza in questo periodo dell’anno. In tutto il mese di maggio, il terreno è rimasto costantemente umido a causa delle abbondanti precipitazioni piovose susseguitesi, associate a uno scarso soleggiamento del terreno e all’assenza di vento.
Fa sensazione notare che in occasione del ritrovamento di Urnula mediterranea avvenuto in data 26 maggio, in tutta l’area investigata non sia stata rinvenuta nessun’altra specie fungina. Cosicché, al termine dell’escursione, gli unici esemplari fungini raccolti a fini di studio siano stati soltanto quelli della specie qui descritta e commentata, ciò ha favorito, una volta arrivati a casa, una immediata e attenta osservazione delle caratteristiche morfologiche degli apoteci raccolti.
Materiali e metodi
Gli ascomi sono stati fotografati in situ mediante fotocamera digitale Nikon D90. Dopo qualche ora dalla raccolta è stata effettuata una descrizione dei caratteri macroscopici analizzando gli ascomi freschi.
Lo studio dei caratteri micro anatomici è stato compiuto su materiale fresco utilizzando acqua distillata come mezzo di governo, il reagente di Melzer per l’accertamento della possibile amiloidia degli aschi e il blu cotone lattico a caldo per evidenziare l’eventuale ornamentazione sporale.
Le misure microscopiche sono state eseguite con il software di calcolo Mycométre, prelevabile all’indirizzo http://mycolim.free.fr. Le misure sporali si riferiscono a 100 unità, per le rimanenti tipologie cellulari si sono eseguite un minimo di venti misure a tipologia. Le misure sottolineate si riferiscono alle medie.
Per quanto riguarda la nomenclatura abbiamo fatto riferimento a http://www.indexfung...names/Names.asp e a http://www.mycobank.org/MycoTaxo.aspx .
Le foto concernenti la microscopia sono state eseguite con l’ausilio di una fotocamera Reflex EOS 50D, posta sul terzo occhio di un microscopio biologico Optech Biostar B5, supportato da ottiche Plan-APO, con illuminazione alogena 12V-50 W a luce riflessa con regolatore d'intensità. Gli exsiccata sono conservati nell'erbario del gruppo micologico AMB di Muggia e del Carso (TS) con codici identificativi.
Tassonomia
Urnula mediterranea
(M. Carbone, Agnello & Baglivo) M. Carbone, Agnello & P. Alvarado, Ascomycete.org 5 (1): 6 (2013)
Basionimo: Plectania mediterranea M. Carbone, Agnello & Baglivo, Rivista di Micologia 52 (3): 252-253 (2009).
Etimologia: mediterranea, per la collocazione geografica della zona di raccolta.
Diagnosi: Apothecia 0,5-4,2 (6) cm lata, 2,3-5,0 cm alta, alte concava, stipitata; margo crenulatus, e valde involuto usque ad leviter expansum in senectute. Hymenium leve, rubrum, rubrobadium, cuprum evocans, badionigrum in senectute. Superficies externa leviter lanigera, e rubro-lateritio usque ad badionigrum, verticaliter plicata et rugosa, leviter areolata. Caro valde gelatina, praecipue in stipite; inodora et insapora. Ascosporae in cumulo albae. Subhymenium badium, ex densa et intricata hypharum textura compositum. Excipulum medullare, clarum, ex intricata hypharum in materia gelatina immersarum textura compositum, parte externa cum cellulis breviter cylindratis et inflatis, seriatim dispositis. Excipulum ectale nigrum, e textura angulari cum cellulis nigrofuscis usque ad 16 µm crassis compositum. Pili tomenti duorum generum, etiamsi saepe intermedi observantur: 1) hyphis similes, hyalini, 3 µm crassi, cum parietibus tenuibus incrustatisque; 2) fuliginosi, cylindrati, septati, usque ad 8 µm crassi, cum parietibus fuliginosis et incrassatis usque ad 1 µm. Asci operculati, jodo haud tincti, cylindracei, longe inferne angustati atque flexuosi, aporynchi, 500-600 (655) × 13-16 (17) µm. Ascosporae ellipsoideae, uniseriatae, hyalinae, laeves, pluriguttulatae, (26) 31-34 (45) × (10,5) 11,5-13,5 (16) µm. Paraphyses filiformes, septatae, ramosae, interdum anastomosae, 2-3 µm latae, plerumque clare badiae; apice flexuoso, ramoso, saepe leviter nodoso vel leviter curvato, parvis luteolis guttulis praedito. Hymenii pili lineares, cylindrati, 3-4 µm lati, haud septati, unico septo ad basim praediti. Habitat: ascomata in ligno enascentia, praesertim Quercus ilicis et aliarum quercuum. Holotypus hic designatus in Herbario MCVE sub n. 24374 conservatur.
Type: MCVE 24374 – holotypus MycoBank # 801346
Descrizione delle raccolte studiate
Ascoma singolo o subcespitoso, nettamente stipitato, cupoliforme; coppa 20-50 mm di diametro, piuttosto profonda, da subglobosa-ovoidale a leggermente spianata e con il margine rivolto leggermente verso l’interno anche negli esemplari maturi,margine sottile, crenulato, ondulato.
Superficie imeniale liscia, finemente pruinosa, inizialmente lucente, delicatamente ondulata radialmente, di colore rossastro con sfumature aranciate, rossastro porpora, sporcata da granelli terrosi del substrato e dai tubercoli bluastri della superficie esterna provenienti perlopiù dal margine con la manipolazione o per l’eccessiva umidità ambientale.
Superficie esterna sottile, asciutta, composta da piccoli tubercoli appressati e concolori al fondo che gli conferiscono un aspetto granuloso, delicatamente bucherellata concentricamente, con avvallamenti che si accentuano all’attaccatura dello stipite ove si riscontrano delle pieghe più o meno profonde e irregolari che confluiscono nella parte inferiore dello stesso. Inizialmente di colore blu-violaceo e infine al nerastro.
Le piccole radici che inglobavano il gambo hanno evidenziato le stesse colorazioni della superficie esterna della coppa.
Stipite lungo fino a 20 mm, largo 5-13 mm, tozzo, più o meno cilindrico, rastremato in basso, con le stesse caratteristiche della superficie della coppa, infisso nel terreno e inglobante residui terrosi del substrato difficilmente asportabili e unito a residui legnosi interrati.
Carne spessa 4-5 mm in prossimità dello stipite, tenace-elastica, costituita da tre strati nettamente distinti in sezione trasversale. Lo strato superiore appartiene alla palizzata imeniale ed è concolore all’imenio, lo strato interno che diviene progressivamente più spesso in prossimità dello stipite raggiungendo i 3-4 mm di spessore, è fortemente gelatinoso per la presenza di un abbondante gel, di colore nero brillante, infine, lo strato esterno è più sottile e mantiene lo stesso spessore anche lungo lo stipite, di colore nero opaco. Nello stipite lo strato gelatinoso raggiunge i 10 mm di spessore. Odore e sapore nulli.
Spore (20,0)23,9-27,4-31,3(34,8) x (9,3)10,3-11,9-13,7(15,89) µm, Q. = (1,6)2,0-2,3-2,6(2,8), Vol. = (112)1421-2104-2988(4231) µm³, monoseriate nell’asco, da subcilindriche a ellissoidali, con apici ottusi o alcuni leggermente appuntiti, lisce, ialine, a parete spessa 1(1,5) µm, diverse presentano su di un lato una capsula di matrice gelatinosa (vedi foto...), con 2-5 guttule evidenti frammiste ad altre più piccole, giallo-verdastre in acqua.
Aschi (418)427-478-529(542) x (10,8)11,2 -13,9-16,7(17,5) µm, cilindrici, con parete leggermente inspessite, opercolati, con apicolo laterale, ottasporici, inamiloidi, ialini, aporinchi, flessuosi e progressivamente assottigliati alla base.
Parafisi (2,2)2,3-4,2-6,4(6,5) µm, di diametro, lunghe quanto gli aschi, plurisettate, formate da cellule cilindriche più o meno ingrossate e con apice spesso bifido, ialine o con un contenuto rifrangente di colore giallo-verde tenue.
Peli imeniali della stessa lunghezza delle parafisi, (3,7)3,7-4,2-5,0(5,0) µm di diametro, cilindrici, lisci, con apice ottuso, privi di setti ad eccezione di quello alla base, senza ramificazioni.
Sezione della carne spessa (997)1064-1133-1193(1198) µm.
Imenio (464) 470-486-508 (510) µm di spessore.
Subimenio (112)116-132-148(161) µm sottile, pigmentato di marrone, a textura densamente intricata di ife cilindriche, settate, larghe 5-7 µm.
Excipulum medullare spesso (358)443-579-680(692) µm, a textura intricata gelificata, formata da ife strette, settate, con diametro (2,1)2,3-3,11-3,68(4,47) µm, sinuose, immerso in un gel denso, nel tratto inferiore più larghe di diametro (6,6)6,95-9,2-12,2(12,5) µm, orientate perpendicolarmente quasi a formare una textura oblita, sinuose, ristrette ai setti, alcune avvolte da incrostazioni cristalline spesse 10,8-15,5-19,4 µm.
Excipulum ectale spesso (174,4)182,5-208,9-234,5(238,9) µm, a textura globulosa-angularis, formata da cellule (32,0)33,5-39,8-49,3(50,9) x (23,1)24,8-30,8-35,1(36,5) µm, fortemente pigmentate da incrostazioni brunastre.
Peli ifoidi con diametro (3,18)3,2-4,8-6,8(7,2) µm, subcilindrici, flessuosi, contorti, settati, con pigmento bruno-ambra e parete poco inspessita, nascenti dal tratto mediano.
Cellule apicali dell’orlo (18,2)24,7-34,0-44,3(54,2) x (9,0)10,2-14,6-19,8(23,5) µm, catenulate, pigmentate, a parete spessa.
Raccolte studiate: ITALIA. Trieste. Località: Monte Castiglione. Quartiere di Borgo San Sergio. Coordinate geografiche 45°37'34.22"N 13°49'38.16"E. Altezza 85 m s.l.m. Raccolte: 26.05.2021 (n° 8617), 02.06.2021 (n°8617). Legit. Picciola; det. Zugna & Picciola.
Habitat in un bosco xerofilo composto da Quercus pubescens, Ostrya carpinifolia e Fraxinus ornus, ascomi rinvenuti ai margini o in mezzo a uno stretto sentiero delimitato da una piccola scarpata, su terra arenacea, in presenza di frammenti legnosi e radici di latifoglia interrati o parzialmente affioranti pigmentate di blu-violaceo.
La prima raccolta costituita da una decina di giovani esemplari, alcuni dei quali a crescita subcespitosa raggruppati a due o a tre. La seconda raccolta, invece, effettuata la settimana seguente, era composta di soli due ascomi rimasti intenzionalmente in situ.
Commenti
Lo scopo di questo contributo è quello di documentare la presenza in Friuli Venezia Giulia di questa bella e interessante specie descritta in tempi piuttosto recenti (Carbone et al., 2009) e ritenuta rara per i suoi scarsi siti di crescita finora conosciuti nel continente europeo.
Sebbene i suoi primi ritrovamenti siano avvenuti in ambienti prettamente mediterranei, tali da far pensare ad una sua esclusività per questo areale (inde nomen), pochi anni dopo U. mediterranea è stata segnalata nell’Europa continentale, prima in Serbia (Milosavljević, 2017) e successivamente nella Francia del Nord, a Saintes, nei pressi della costa atlantica (Tanchaud, 2021), sempre in presenza di Quercus spp..
La specie è stata inizialmente inclusa nel genere Plectania Fuckel (Carbone et al., 2009), nella famiglia delle Sarcosomataceae Kobayas, e pochi anni dopo, sulla base di uno studio genetico effettuato da Carbone et al. (2013) è stata ricollocata nel genere Urnula Fr.
In base alle evidenze molecolari prodotte dagli studi di Carbone et al. (2013) le Sarcosomataceae sono state suddivise da sei cladi principali che corrispondono ai seguenti generi: Sarcosoma Casp., Plectania Fuckel, Galiella Nannf. & Korf, Pseudoplectania Fuckel, Donadinia Bellem. & Mel.-Howell e Urnula Fries.
Inoltre, sempre in base allo studio genetico di Carbone et al. (2013) le Sarcosomataceae sono risultate essere sister grup della famiglia delle Chorioactidaceae Pfister.
Le Sarcosomataceae si caratterizzano sul piano micromorfologico per la presenza di due tipologie di parafisi, la prima contrassegnata da numerosi setti trasversali e la seconda di calibro leggermente maggiore e del tutto priva di setti oppure, qualora presenti, risultano essere relegati nella parte inferiore con un singolo setto, come descritto per U. mediterranea. Altri caratteri micromorfologici caratterizzanti le Sarcosomataceae sono costituiti dall’excipulum medullare di notevole spessore, composto da una textura intricata immersa in una matrice gelatinosa e dall’excipulum ectale a textura subgloboso-angularis dalla cui estremità emergono dei peli più o meno numerosi.
In Italia, il genere Urnula è rappresentato soltanto da due specie: dalla specie qui discussa e da Urnula craterium (Schwein.) Fr., la specie typus del genere (Fries, 1849). U. craterium si distingue agevolmente dalla specie in trattazione per la coppa urceolata con il margine da fortemente crenulato a stellato, lo stipite generalmente allungato, la superficie imeniale marrone nerastra, priva di tinte rosse, quella esterna concolore alla superficie imeniale, la carne di minor spessore e scarsamente gelificata, la crescita lignicola e le spore con un profilo differente (Dissing, 1981; Carbone & Agnello, 2012; Marziani et al.; Milosavljević, 2017).
Le altre Urnula europee hanno un areale prevalentemente nordico. Tra queste citiamo Urnula hiemalis Nannf., una specie terricola propria dei boschi umidi e ricoperti di muschio di abete rosso, pino silvestre e betulla, caratterizzata da apoteci perlopiù sessili o substipitati, l’imenio da grigio-nero scuro a nero, la superficie esterna nerastra con riflessi ramati e i peli imeniali piuttosto rari e le spore più piccole misuranti 25–30 × 11–13 µm (Zettur & Kullman, 2011; Carbone & Agnello, 2012).
Urnula groenlandica Dissing, descritta dalla Groenlandia (inde nomen), è una piccola specie con la coppa avente un diametro di soli 1,8 cm, di colore marrone scuro, con eventuali tinte bruno rossastre verso il margine, le spore inferiori ai 27 µm di lunghezza e l’assenza di peli imeniali (Dissing, 1981).
Tra le specie exstraeuropee citiamo Urnula campylospora (Berk.) Cooke, originariamente descritta dalla Nuova Zelanda e caratterizzata dalle colorazioni brunastre fino a nerastre nonché dalle spore tipicamente allantoidi (Carbone & Agnello, 2013).
Urnula padeniana Carbone, Agnello, Parker & Alvarado, un taxon circoscritto al nord-est America, si distingue per gli apoteci massicci, carnosi, che raggiungono i 9 cm di larghezza, la superficie imeniale da marrone brunastra a nerastra, quella esterna di colore bruno-nerastro, le spore perlopiù ellittiche fino a leggermente subfusiformi o un po' asimmetriche. Questa specie è stata istituita alcuni anni fa da Carbone et al. (2013) per separarla da Sarcosoma mexicanum (Ellis & Holw.) Paden & Tylutki [= Plectania mexicana (Ellis & Holw.) Paden], una specie con caratteristiche ben diverse da U. padeniana per le dimensioni più ridotte degli apoteci, fino a 2,5 cm di diametro, le spore da leggermente curve con i poli arrotondati a decisamente allantoidi, quindi ben diverse dalla specie precedente, e per il suo diverso areale di crescita così come indicato dal suo nome.
In Italia Urnula mediterranea è stata scambiata con Sarcosoma globosum (Cittadini & Lunghini, 2005) e Urnula craterium (Marziani et al., 2016).
Sulla base della nostra esperienza la specie in questione è stata riconosciuta per la coppa piuttosto profonda e semichiusa per lungo tempo, larga fino a 5 cm, con il margine nettamente crenulato specialmente negli ascomi giovani e per lungo tempo rivolto verso l’interno, la superficie esterna di aspetto granuloso, formata da piccole pustule, laddove asportata si è notata la fuoriuscita di un liquido gelatinoso nerastro, indicatore della presenza di un excipulum medullare gelatinoso, lo stipite un po' compresso, tozzo, costolato, solcato, infisso nel terreno, e per il suo particolare cromatismo contrassegnato inizialmente da una superficie esterna di colore blu-violaceo uniforme, nettamente contrastante con il colore rosso porpora scuro della superficie imeniale, definito dagli autori della specie “rosso cardinalizio”. La superficie esterna, nella seconda raccolta, ha palesato invece, delle colorazioni grigio-nerastre uniformi, a differenza della superficie imeniale con ancora ben evidente il colore rossastro iniziale.
La pigmentazione blu-violacea della superficie esterna da noi rilevata nella raccolta del 26/05/2021, composta da giovani ascomi, è un carattere che ci risulta non essere riportato nella letteratura consultata (Cittadini & Lunghini, 2005; Carbone et al., 2009; Kaounas et al., 2015; Marziani et al., 2016; Milosavljević, 2017; Basso et al., 2018; Tanchaud, 2021), sebbene le immagini proposte da Kaounas et al.(2015) e da Basso et al. (2018) evidenzino tale colorazione sulla superficie pileica dei giovani ascomi, ben contrastante con il color rossastro ramato della superficie imeniale, così come proposto dalle immagini della nostra raccolta.
Il nostro studio relativo agli elementi microscopici ha evidenziato un quadro microscopico sovrapponibile a quanto già descritto dagli autori precedentemente citati. Per quanto riguarda le misure sporali abbiamo potuto riscontrare una certa variabilità a seconda del grado di maturazione delle spore.
Le prime 100 misurazioni effettuate in data 08/06/21, dopo 13 giorni dalla raccolta, hanno ottenuto i seguenti valori medi, 26,0 x 12,2 µm, Qm = 2,1, la stessa operazione ripetuta in data 21/06/2021, un mese dopo il ritrovamento ha ottenuto i seguenti valori medi, 29,8x 12,3 µm, Qm = 2,4. Inoltre, anche le misurazioni effettuate direttamente su sporata in data 26/06/2021 sono risultate leggermente più piccole da quelle effettuate qualche giorno prima (vedasi tabella …).
Nel territorio italiano, U. mediterranea è stata finora rivenuta in Sardegna (Carbone et al. 2009), Puglia , raccolta olotipica e altre raccolte (Carbone et al. 2009), Lazio (sub nomine Sarcosoma globosum = Cittadini & Lunghini, 2005; Atzeni, com. pers.), Toscana [Caroti, 1991- MCVE 20686 (sub nomine Urnula craterium); Marziani et al., 2016; Basso et al., 2018), Liguria (M. Carbone, com. pers. in Basso et al., 2018) e Marche (Kaounas et al., 2015). In Europa, oltre alle stazioni continentali precedentemente citate, segnaliamo la sua presenza in Grecia (Corfù, Ioannina), Spagna (nei pressi di Barcellona), Francia (Corsica) (Kaounas et al., 2015).
Infine, da quanto riportato nella letteratura da noi consultata si evince che la specie in trattazione sia legata alla costante presenza di residui legnosi o a radici marcescenti riconducibili al genere Quercus (vedi tabella riepilogativa).
Caroti, 1991- MCVE 20686
Sub nomine Urnula craterium
In macchia mediterranea, tra muschio, scarpata di un rigagnolo, con gambo attaccato a residui legnosi interrati.
Cittadini & Lunghini, 2005
Sub nomine Sarcosoma globosum
Foresta di Quercus robur, Acer campestre, Crataegus monogyna, Cornus sanguinea, Rubus ulmifolius, Ruscus aculeatus e Anemone appennina.
Carbone et al., 2009
Su frustuli legnosi in bosco prevalentemente di Q. ilex; su ceppi marcescenti di Q. ilex, su ceppi marcescenti e su rametti spezzati di Q. ilex.
Kaounas et al., 2015
Su ramoscelli marci di Q. ilex; foresta con Q. coccifera, Carpinus sp., Acer. sp., Quercus sp.
Marziani et al., 2016
Su terreno nudo di un bosco misto mediterraneo con presenza di Quercus cerris, Quercus pubescens, Quercus ilex, Fraxinus ornus e altre latifoglie.
Milosavljević, 2017
In una giovane foresta mista composta da Quercus ssp., Carpinus ssp., Crataegus ssp., Fagus ssp. e Fraxinus ssp. Su terreno calcareo.
Basso et al., 2018
Bosco misto di faggio, querce e carpini.
Tanchaud, 2021
Esemplari crescenti a terra o associati a residui legnosi o su vecchi ceppi tra l’edera in presenza di Acer campestre, Acer monspeliensis, Quercus sp., Crataegus, Syringa vulgaris, Ruscus e Clematide.
La raccolta di questo studio
Su terreno parzialmente ricoperto da muschio in una scarpata che delimita uno stretto sentiero, gambo ben infisso nel terreno e attaccato a residui legnosi interrati di latifoglia. Bosco di Quercus pubescens, Ostrya carpinifolia e Fraxinus ornus.
Atzeni (com. pers. )Raccolta laziale
Ringraziamenti
Gli autori ringraziano sentitamente Manuel Atzeni (RO) per il reperimento della bibliografia, per la revisione del testo e per averci messo a disposizione una recente raccolta laziale della specie qui discussa.
Bibliografia
- Basso M.T., G. Cacialli & A. D’Ercole — 2018: Funghi di Chianni, Santa Luce e Collemontanino (PI). Primo contributo. Ritrovamento di Clathrus archeri, Lactarius fraxineus e Urnula mediterranea. Micologia Toscana 0 (rev.2020):33-51.
- Carbone M. — 2009: Contributo alla conoscenza di Sarcosoma globosum. Boll. A.M.E.R. (2-3):32-43.
- Carbone M. & C. Agnello — 2012: Appunti di studio su Urnula hiemalis Nannf. Ascomycete.org, 4(5): 99-108.
- Carbone M., C. Agnello & P. Alvarado — 2013: Phylogenetic studies in the family Sarcosomataceae (Ascomycota, Pezizales). Ascomycete.org, 5 (1): 1-12.
- Carbone M., C. Agnello & A. Baglivo — 2009: Plectania mediterranea una nuova specie dell’Italia mediterranea. Rivista di Micologia, 52 (3): 245-266.
- Carbone M., C. Agnello & G. Konstantinidis — 2011: Plectania megalocrater com. nov., rinvenuta in Grecia, Boll. A.M.E.R. (3):3-14.
- Carbone M., C. Agnello & A. Parker — 2013: Urnula padeniana (Pezizales) sp. nov. and the type study of Bulgaria mexicana. Ascomycete.org 5(1):13-24.
- Cittadini M. & D. Lunghini — 2005: Sarcosoma globosum, a rare species protected in central and eastern Europe. Micologia e vegetazione mediterranea, 20 (2): 155-158.
- Dissing H. — 1981: Four new species of Discomycetes (Pezizales) from West Greenland. Mycologia, 73 (2):263-273.
- Kaounas V., T. Tsampazis & C. Agnello — 2015: Urnula mediterranea (Pezizales), a rare species, recorded in Greece. Ascomycete.org, 7 (2): 97-100.
- Fries E.M. — 1849: Summa Vegetabilium Scandinaviae. Sect. Post. Holmiae & Lipsiae.
- Marziani R., V. Caroti & M. Carbone — 2016: Urnula mediterranea in Toscana. Annali Micologici A.G.M.T., 9: 75-84.
- Milosavljević N. — 2017: The first record of Urnula mediterranea (Pezizales) in Continental Europe. Ascomycete.org, 9 (5): 156-163.
Zettur I. & B. Kullman 2011 — 2011: Urnula hiemalis a rare and interesting species of the Pezizales from Estonia. Folia Cryptogamica Estonica, 48: 149-152.
Sitografia
Tanchaud P. — 2021: Sarcosomataceae Urnula mediterranea. https://www.mycochar...r/pdf1/1999.pdf
Ascomycete.org. Urnula mediterranea. https://ascomycete.o...57#prettyPhoto.