Appunti di micologia urbana: descrizione di due raccolte di Hebeloma hiemale reperite in una aiuola a cedro (Trieste)
Paolo Picciola
Via d’Alviano 86, 34100 Trieste paolo.picciola@libero.it
Marino Zugna
Località Riostorto 7, 34015 Muggia marinozugna@gmail.com
Introduzione
Vengono descritte due raccolte di Hebeloma hiemale effettuate in una aiuola cittadina presso cedri, delle quali viene messo in risalto la variabilità di alcuni parametri relativi alla parete sporale (destrinoidia, ornamentazione, distaccamento del perisporio); il contributo si conclude con alcune brevi note sistematiche relative ai taxa viciniori.
Materiali e Metodi
La descrizione dei caratteri macroscopici è stata ricavata analizzando i basidiomi freschi fotografati in situ con l’ausilio di una fotocamera Reflex NIKON D90. Lo studio microscopico è stato condotto sia su esemplari freschi (raccolta n°7434) che essiccati (raccolta n°7437) e preventivamente idratati in H2O. I preparati sono stati osservati usando come mezzo di governo H2O. Ove necessario, si è adoperato Rosso Congo Ammoniacale 2% per meglio evidenziare le differenti tipologie cellulari.
Il reagente di Melzer è stato utilizzato per l’accertamento della destrinoidia delle spore e la loro eventuale ornamentazione. Le misure microscopiche sono state eseguite con il software di calcolo Mycométre gentilmente fornitoci dal Sig. Georges Fannechère e prelevabile a questo indirizzo http://mycolim.free.fr. Le misure sporali si riferiscono a 100 unità di ogni singola raccolta, effettuate in proiezione laterale, ottenute sia da sporata (raccolta n°7434) che dall’osservazione dell’imenio (raccolta n°7437), scartando spore ancora evidentemente immature e senza tener conto di eventuali ornamentazioni. Per le rimanenti tipologie cellulari si sono eseguite un minimo di venti misure a tipologia. I valori dei parametri sporali (D per la destrinoidia, O per l’ornamentazione, P per il distacco del perisporio) e le misure dei cheilocistidi (Tabella 1) seguono la metodologia utilizzata da Becker et al. (2016). Sia per le spore che per i cheilocistidi, i valori posti in parentesi rappresentano lo scarto del 5% dei valori ai due estremi degli intervalli ottenuti in modo da comparare i nostri dati con quelli riportati da Becker et al. (2016).
Per quanto concerne la frequenza delle lamelle, “L” rappresenta il numero di lamelle intere congiunte al gambo, “l” il numero delle lamellule tra ogni coppia di lamelle.
Le foto concernenti la microscopia, sono state eseguite con l’ausilio di una fotocamera Reflex EOS 50D, posto sul terzo occhio di un microscopio biologico Optech Biostar B5, supportato da ottiche Plan-APO, illuminazione alogena 12V-50 W a luce riflessa, con regolatore d'intensità.
Per la terminologia riguardante la tipologia delle caratteristiche macro e microscopiche, si fa riferimento a Vellinga (1998).
Per quanto riguarda la nomenclatura si è fatto riferimento a Becker et al. (2016).
Le collezioni d’erbario sono conservate nell'erbario A.M.B. Gruppo di Muggia e del Carso.
TASSONOMIA
Hebeloma hiemale Bres., Fung. trident. 2(11-13): 52 (1892)
Sinonimi: Hebelomatis hiemale (Bres.) Locq., Fl. Mycol., 3. Cortinariales-A.: 146 (1979) [1977]
Sistematica: Hymenogastraceae, Agaricales, Agaricomycetidae, Agaricomycetes, Agaricomycotina, Basidiomycota, Fungi.
Descrizione macroscopica
Pileo 40-45 (75) mm, spesso fino a 8 mm (n°7434) oppure fino a 14-15 mm (n°7437), piano-convesso, margine da sinuoso a lobato, non crenulato, involuto; superficie vischiosa, leggermente pruinosa, tendenzialmente bicolore, bruno-ocra fulvo al centro, biancastro al margine, sia in modo graduale che con una distinta banda concentrica più scura.
Lamelle L 56-60(<70), l 1(3), strettamente adnate, più o meno ventricose, argillacee per lungo tempo, compresi i basidiomi che hanno rilasciato il deposito sporale, filo concolore, non gementi goccioline acquose, non macchiate di bruno.
Stipite 40-45 x (10)12-15(17) (larghezza base 10-11) mm, cilindraceo, leggermente allargato alla base, superficie pruinosa, specie all’apice, diviene glabro in basso, bianco, imbrunente a partire dal basso.
Carne di medio spessore, acquosa, bianca, con odore rafanoide, sapore mite.
Cortina assente.
Sporata colore marrone cioccolato.
QUADRO MICROSCOPICO DELLE RACCOLTE
Raccolta 5.1.2018 (n°7434)
Spore Q. = (1,53) 1,63-1,85-2,01 (2,16), Vol. = (147) 157-197-261 (319) µm³, in proiezione laterale amigdaliformi, subovoidi in proiezione frontale, spesso con papilla liscia, ialina, ornamentazione distintamente visibile senza immersione ma non in modo evidente (O3), perisporio distintamente distaccato in poche o molte spore (P2), a destrinoidia debole (D1), parete spessa, apiculo ialino.
Basidi (32,3) 32,4-34,3-38,2 (38,4) x (8,0) 8,0-9,7-9,9 (9,9) µm, tetrasporici, in rari casi bisporici, Q. = (3,4) 3,4-3,6- 4,2 (4,3), Vol. = (1097) 1121-1607-1889 (1940) µm³, da strettamente clavati a subcilindrici, tetrasporici, contenenti una granulazione verdastra e delle gocce lipidiche rifrangenti.
Cheilocistidi clavati con apice allargato, in alcuni casi settati con presenza di giunto a fibbia, raramente ventricosi. Rapporti: A/M: (1,3) 1,4-1,7-2,5 (3,0). A/B: (0,7) 0,7-1,3-1,7 (1,7). B/M: (1,0) 1,1-1,3-1,9 (2,2).
Pleurocistidi assenti.
Pileipellis formata da un ixocutis spessa fino a 300 µm, composta da ife disposte disordinatamente, con diametro 2,2-4,0 µm, finemente incrostate, congofile, immerse in un gel, terminali larghi 5,1-8,4 µm. Subpellis formata da cellule subisodiametriche (10,3) 11,3-18,0-20,5 (20,9) µm, pigmentate di giallo, parete da liscia a finemente incrostata.
Caulopellis disposta in cutis formata da ife cilindriche, ialine a parete liscia o finemente incrostata con (2,9) 3,1-4,1-4,6 (4,7) µm.
Caulocistidi in prevalenza cilindrici, apice di pari spessore o appena leggermente allargato, in alcuni casi settati con presenza di giunto a fibbia, sinuosi, disposti a ciuffi su buona parte dello stipite.
Rapporti: A/M: (0,9) 1,1-1,3-1,6 (1,8). A/B: ((0,7) 0,8-1,1-1,4 (1,8). B/M: (0,8) 0,9-1,3-1,6 (1,8).
Giunti a fibbia abbondanti in tutti i tessuti del basidioma.
Raccolta 31.12.2017 (n°7437)
Spore Q. = (1,43) 1,5-1,63-1,75 (1,88), Vol. = (156) 211-292-308 (389) µm³, in proiezione laterale amigdaliformi, subovoidi in proiezione frontale, raramente papillate, leggermente ornamentate (O2), perisporio non caliptrato (P0-P1), da distintamente destrinoidi a fortemente (D2-D3), parete spessa, apiculo ialino.
Basidi (25,9) 28,4-32,6-36,7 (37,3) x (8,2) 8,3-10,0-11,5 (12,0) µm, tetrasporici, frequentemente bisporici, Q. = (2,7) 2,8- 3,4-3,6 (3,9), Vol. = (997) 1032-1969-2288 (2469) µm³, da strettamente clavati a subcilindrici, tetrasporici, spesso bisporici, in alcuni casi monosporici, contenenti una granulazione verdastra e delle gocce lipidiche rifrangenti.
Cheilocistidi clavati con apice allargato, in alcuni casi settati con presenza di giunto a fibbia, raramente ventricosi. Rapporti: A/M: (1,5) 1,6-1,8-3,0 (3,7). A/B: (0,9) 1,1-1,7-2,0 (2,2). B/M: (0,8) 1,0-1,5-1,9 (2,1).
Pleurocistidi assenti.
Pileipellis formata da un ixocutis spessa 250-300 µm, composta da ife disposte disordinatamente, con diametro 2,0-4,5 µm, finemente incrostate, congofile, immerse in un gel, terminali larghi 5,2-8,0 µm. Subpellis formata da cellule subisodiametriche (9,8) 11,0-15,1-19,5 (20,2) µm, pigmentate di giallo, parete da liscia a finemente incrostata.
Caulopellis disposta in cutis formata da ife cilindriche, ialine a parete liscia o finemente incrostata con (3,5) 3,6-4,7-4,5 (4,7) µm.
Caulocistidi in prevalenza cilindrici, apice di pari spessore o appena leggermente allargato, in alcuni casi sublageniformi, alle volte settati con presenza di giunto a fibbia, disposti a ciuffi su buona parte dello stipite.
Rapporti: A/M: (0,8) 0,9-1,1-1,6 (1,7). A/B: (0,6) 0,6-0,8-1,5 (1,7). B/M: (0,6) 0,6-1,2-1,6 (2,5).
Giunti a fibbia abbondanti in tutti i tessuti del basidioma.
Materiale studiato ed ambiente delle raccolte: ITALIA, Trieste. Località: Quartiere Ponziana (Trieste città). Coordinate cartografiche: 110: III: TRIESTE. Altezza 50 m s.l.m. Habitat: aiuola condominiale, su lettiera di aghi, presso Cedrus sp. Raccolte: 31.12.2017 (n°7437); 5.1.2018 (n°7434). Legit. Picciola Paolo & det. Zugna Marino. Data inserimento in erbario: 07/01/2018.
Osservazioni
Secondo la sistematica adottata da Beker et al. (2016) Hebeloma hiemale si inserisce nella complessa Sezione Denudata in virtù dei cheilocistidi lunghi più di 40 µm, per lo più clavato-stipitati o clavato-ventricosi, l’assenza di cortina e il gambo non radicante.
In seno a questa Sezione è stato collocato in una posizione isolata, ossia nella Sottosezione monospecifica Hiemalia Quadr. di cui H. hiemale è il typus, in stretta relazione con la Sottosezione Clepsydroida Beker & U. Eberh.
La separazione di queste due sottosezioni si basa essenzialmente su piccole differenze nei caratteri dell’ectosporio, quali: la destrinoidia, la caliptratura e l’ornamentazione.
Hebeloma hiemale si distingue dalla sottosezione Clepsydroida per le spore da quasi lisce a leggermente ornamentate (O1-O2), perlopiù non destrinoidi o solo con una indistinta tinta brunastra (D0-D1) e con perisporio da indistintamente caliptrato (P0) fino a distintamente caliptrato (P2) ed in quest’ultimo caso con il cappello non giallo o crema al centro ma con tonalità brune o camoscio.
I rappresentati della Sottosezione Clepsydroida possiedono invece una destrinoidia più netta (D2-D3), così come una caliptratura e una ornamentazione sporale più accentuate.
I rilievi delle due raccolte oggetto di questo studio hanno evidenziato delle differenze in alcuni parametri sporali.
Nella raccolta (n°7437) le spore sono risultate essere un po’ più larghe (larghezza media = 6,74 µm) rispetto a quelle della raccolta (n°7434), inoltre l’ornamentazione è risultata visibile solo a forti ingrandimenti (O2), il perisporio per lo più non caliptrato o tutt’al più in modo tenue soltanto in alcune spore (P0-P1), la destrinoidia distinta e forte (D2-D3).
La seconda raccolta (n° 7434) ha evidenziato, invece, delle spore un po’ meno larghe (larghezza media = 6,02 µm), di forma maggiormente amigdaliforme, con ornamentazione distintamente visibile senza immersione (O3), il perisporio distintamente distaccato in poche o molte spore (P2), la destrinoidia debole (D1).
Queste differenze sporali rientrano nella variabilità di Hebeloma hiemale così come indicato da Beker et al. (2016).
Nell’ambito della Sottosezione Clepsydroida la specie più affine a H. hiemale è H. cavipes distinguibile dalla nostra specie per l’assenza di spore con ornamentazione O1 e per la presenza di almeno un certo numero di spore a destrinoidia D3 (D1-2-3), mai presenti in H. hiemale [D(0)1-2] (Beker et al., 2016; Voto, 2017).
Un altro sosia imbarazzante di H. hiemale è Hebeloma limbatum Beker, Vesterh. & U. Eberh., taxon di recentissima istituzione. I due taxa si differenzierebbero esclusivamente sulla base dell’intensità della destrinoidia sporale, in H. limbatum più forte [D(2)3] mentre in H. hiemale più scarsa [D(0)1-2].
Il quadro microscopico delle due raccolte qui trattate ha evidenziato dei caulocistidi con caratteristiche morfologiche diverse da quelle dei cheilocistidi, per l’apice di pari spessore con quello della zona mediana o tutt’al più leggermente clavato (vedi tabelle).
Nell’ambito della Sottosezione Clepsydroida la specie che presenta un quadro morfologico sovrapponibile a quello di H. hiemale è senz’altro Hebeloma cavipes Huijsman, distinguibile per l’assenza di spore con ornamentazione O1 e per la presenza, di almeno un certo numero di spore a destrinoidia D3, (D1-2-3), mai presenti in H. hiemale [D(0)1-2] (Beker et al., 2016; Voto, 2017).
Un altro sosia imbarazzante di H. hiemale è Hebeloma limbatum Beker, Vesterh. & U. Eberh., taxon di recentissima istituzione. I due taxa si differenzierebbero unicamente per l’intensità della destrinoidia sporale, in H. limbatum è più forte [D(2)3] mentre in quella di H. hiemale è più scarsa [D(0)1-2].
Per ultimo citiamo Hebeloma eburneum Malençon, che noi consideriamo un’altra specie molto simile a H. hiemale.
Il carattere distintivo che aiuta a separare le due specie consiste essenzialmente nella diversa forma dei cheilocistidi: fortemente a clessidra in H. hiemale (rapporto A/B entro 1,8) mentre in H. eburneum sono più distintamente clavati all’apice e attenuati alla base (A/B oltre 1,8).
Beker et al. (2016) considerano Hebeloma hiemale una specie ubiquitaria, crescente sotto diverse essenze arboree e arbustive, quali: Alnus, Betula, Carpinus, Corylus, Dryas, Fagus, Populus, Quercus, Salix, Tilia, Larix. Picea, Pinus.
Il suo areale si estende dalla zona artica a quella alpina, inclusi i boschi subalpini e di pianura sia di conifera che di latifoglia, anche le dune, le macchie, i parchi e i giardini. Beker et al. (2016) non riportano raccolte in ambiente mediterraneo, mentre le collezioni provenienti al di sotto dei 44.5°N di latitudine provengono da siti situati a 1000 m d’altezza s.l.m.
Le nostre due raccolte effettuate in ambiente antropizzato in presenza esclusiva di Cedrus deodara certificano la sua presenza anche presso questa conifera. In Italia di questa specie sono state documentate poche raccolte, recentemente Voto (2017) segnala la sua presenza nel Polesine (RO) fornendo una dettagliata descrizione di alcune raccolte effettuate presso tigli.
Bibliografia
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VOTO P. – 2017: Rare Agaricales in Polesine – II. L’aiuola degli Hebeloma. RdM 60(1): 23-42.
Photo By: Paolo Picciola, Raccolta 5.1.2018 (n°7434)
Raccolta 5.1.2018 (n°7434)
Raccolta 5.1.2018 (n°7434)
Photo By: Paolo Picciola, Raccolta 31.12.2017 (n°7437)
Raccolta 31.12.2017 (n°7437)
Raccolta 31.12.2017 (n°7437)
Raccolta 31.12.2017 (n°7437)