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APPUNTI SU INTERESSANTI RITROVAMENTI FUNGINI


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#1 marinetto

marinetto

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Inviato 25 ottobre 2017 - 16:36

APPUNTI SU INTERESSANTI RITROVAMENTI FUNGINI

PROVENIENTI DAGLI AMBIENTI ANTROPIZZATI DELLA VENEZIA GIULIA

 

di Paolo Picciola*, Marino Zugna**

 

(*) Paolo Picciola – Via D’Alviano, 86 - 34144 Trieste – e-mail: paolo.picciola@libero.it

(**) Marino Zugna – Località Rio Storto, 7 - 34015 Muggia (TS) – e-mail: marinozugna@fastwebnet.it

 

Introduzione

Nel corso di numerose indagini micologiche effettuate nei centri urbani di Trieste e Muggia abbiamo avuto l’occasione di osservare diverse specie fungine, alcune delle quali ritenute rare e/o interessanti per l’intero territorio regionale.

La “rarità” di alcuni taxa è da attribuire perlopiù alla tipologia degli ambienti nei quali si è concentrata la ricerca, costituita principalmente da aree verdi antropizzate di piccola estensione (aiuole cittadine!), generalmente poco indagate da un punto di vista micologico.

Le aree verdi urbane sono dei microambienti costituiti da numerose essenze arboree d’impianto, perlopiù di provenienza esotica, in grado di ospitare, come si è potuto appurare, un numero elevato di specie fungine.

Ne sono testimonianza i primi risultati ottenuti nel corso di un’indagine micologica intrapresa negli ultimi cinque anni in diverse aree verdi situate nel centro cittadino e nell’immediata periferia che ha certificato la presenza di circa 200 entità fungine.

Questi dati rappresentano soltanto un punto di partenza per ulteriori indagini che intendiamo effettuare negli anni a seguire.

Le ricerche micologiche si sono concentrate in alcuni quartieri di Trieste posti nelle immediate vicinanze del centro storico: Campi Elisi (nei pressi dell’Istituto Scolastico Comprensivo ai Campi Elisi), Ponziana (pista ciclo-pedonale, giardino di via Orlandini, Parco dell’ospedale Burlo Garofolo). Sono stati indagati alcuni parchi cittadini ubicati nell’immediata periferia, come il Parco di Villa Sartorio (colle di Montebello), il Parco di Villa Cosulich (quartiere di Gretta) come pure il giardino Pubblico Muzio Tommasini, collocato nel cuore della città.

In una posizione nettamente periferica sono state effettuate numerose osservazioni nel Parco di Miramare (costiera triestina), con particolare riferimento alla zona fortemente antropizzata per la presenza di aiuole a Cedrus spp. e Cupressus sp.

In questa indagine sono altresì inclusi i ritrovamenti fungini effettuati nel comune di Muggia (località Rio Storto).

 

 

Materiali e metodi

La descrizione dei caratteri macroscopici è stata desunta analizzando i basidiomi freschi fotografati in habitat mediante fotocamere Reflex digitali Nikon D90 (P.P.) e Canon EOS 5D Mark II. (M.Z.).

Le foto concernenti la microscopia sono state eseguite con l’ausilio di una fotocamera Reflex Canon EOS 50D. Lo studio dei caratteri microscopici è stato eseguito sia sul fresco che su materiale d’erbario, quest’ultimo è stato preventivamente reidratato in acqua distillata o una soluzione acquosa di idrossido di potassio (KOH) al 5%, ed ove necessario colorato con Rosso Congo Ammoniacale 2% per meglio evidenziare le differenti tipologie cellulari.

Le misure microscopiche sono state eseguite con il software di calcolo Mycométre e prelevabile all’indirizzo http://mycolim.free.fr.

Per la terminologia riguardante la tipologia delle caratteristiche macro e microscopiche si fa riferimento a VELLINGA (1988).

Per quanto concerne la nomenclatura delle specie presentate si è fatto riferimento alle indicazioni contenute nei siti http://www.indexfungorum.org/ e http://www.mycobank.org. Gli exsiccata sono depositati nell'erbario del gruppo micologico A.M.B. di Muggia e del Carso.

 

Specie fungine rappresentate

Vengono descritte e commentate con il supporto di fotocolor delle raccolte in habitat e dei caratteri microanatomici essenziali le seguenti 11 specie fungine reperite in ambiente urbano:

  1. Agaricus bresadolanus
  2. Conocybe albipes var albipes
  3. Conocybe siliginea
  4. Coprinellus disseminatus
  5. Leucoagaricus babosiae
  6. Macrocystidia cucumis
  7. Mycenella bryophila var. caesia
  8. Pholiotina pygmaeoaffinis
  9. Pluteus thomsonii
  10. Stropharia dorsipora
  11. Volvariella bombycina

Marino Zugna
A.M.B. Gruppo di Muggia e del Carso


#2 marinetto

marinetto

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Inviato 25 ottobre 2017 - 16:38

1. Agaricus bresadolanus Bohus, Annls hist.-nat. Mus. natn. hung. 61: 154 (1969)

 

Sinonimi: Agaricus romagnesii Wasser, Ukr. bot. Zh. 34(3): 305 (1977). Agaricus campestris var. radicatus (Vittad.) Sacc. 1916. Agaricus pratulorum var. subsquamosus Romagn., Bull. trimest. Soc. mycol. Fr. 102(1): 120 (1986).

 

Pileo fino a 70 mm, all'inizio convesso, poi piano-convesso, infine disteso, in un caso con una leggera depressione discale; ornato da larghe squame triangolari, di colore bruno-marrone, appressate nella zona discale, gradualmente più rade e fibrillose verso il margine, soprastanti un fondo di colore biancastro con sfumature brunicce o nocciola chiaro; margine di colore biancastro, intero o casualmente con minuti resti di velo.

Lamelle libere, fitte, intramezzate da numerose lamellule, larghe, nel giovane rosa, poi rosa-grigiastro, infine bruno-porpora; filo lamellare finemente crenulato, biancastro nello stadio giovanile, concolore alle facce o appena più chiaro a zone, negli esemplari adulti.

Stipite 35-50 x 10-15 mm, in tutti gli esemplari più corto del diametro pileico, diritto, cilindrico, di colore bianco in gioventù, nell'adulto ingiallente spontaneamente, allargato verso il basso, con base bulbosetta larga fino a 20 mm, munita di uno o due robusti rizoidi miceliari di colore biancastro, ingiallenti con il tempo.

Velo parziale semplice, supero, sottile, finemente striato nella parte superiore, bambagioso nella parte inferiore, caduco negli esemplari vetusti.

Carne soda, bianca al taglio, appena rosata nella corteccia del gambo, ingiallente soprattutto nella parte bassa dello stipite là dove erosa dalle larve o alla manipolazione.

Odore leggero, negli esemplari giovani simile a quello di A. bisporus, leggermente d’amaretto se sfregato alla base, leggermente fenolico nelle lamelle degli esemplari adulti; sapore gradevole.

Sporata in massa bruno-nerastra = (Codice Moser D/13).

Reazione chimica di Schäeffer sulla superficie pileica e alla base dello stipite ± arancione, nelle rizomorfe basali subito rossa, nella carne negativa, gialla.

Spore (6,11) 6,68-7,72 (8,43) x (4,05) 4,18-4,57 (4,73) µm, in media 7,15 x 4,37 µm, Q. = (1,38) 1,52-1,73 (1,90), Q.m. = 1,64, Vol.m. = 71 µm³, in proiezione laterale ellittiche, in proiezione frontale da ellissoidi a ovoidi, lisce, di colore bruno-marrone, poro germinativo assente, apicolo poco evidente, con una grossa guttula e/o molteplici più piccole.

Basidi 20,6-25,1 x 8,0-9,7 µm, claviformi, tetrasporici, raramente bisporici.

Trama lamellare regolare, formata da ife cilindriche, con diametro 3,36-11,57 µm, ristrette ai setti.

Cheilocistidi da semplici a plurisettati, il più delle volte formati da una o due cellule basali ed una terminale; quelle inferiori di forma cilindrica, le superiori frequentemente subisodiametriche, misuranti 4,6-16,5 x 3,6-6,5 µm, l’elemento terminale, quasi sempre di forma largamente clavata o subglobulosa, più raramente subcilindrica, misurante (9) 12,4-20 x 8-11 (15) µm, disposti abbastanza uniformemente su tutto il filo lamellare, frammisti ai basidi, osservabili soprattutto negli esemplari immaturi.

Pleurocistidi non osservati.

Pileipellis disposta in cutis, formata fa ife cilindriche, con diametro 2,5-6,5 µm, ialine e con contenuto rifrangente, terminali liberi, di pari spessore, tendenti a disporsi in un caotico tricoderma, specie nelle zone delle squame.

Pileocistidi non osservati.

Caulopellis una cutis formata da ife con diametro 2,7-12,3 µm, ristrette ai setti.

Caulocistidi non osservati.

Velo parziale formato da ife cilindriche, con diametro 3,5-10 µm, plurisettate, non ristrette ai setti.

Giunti a fibbia assenti in tutti i tessuti del basidioma.

Materiale studiato ed ambiente delle raccolte: F.V.G. Muggia. Località: Rio Storto. Coordinate geografiche: 45°35'50.72"N 13°45'48.54"E. Altezza 17 m s.l.m. Habitat: giardino condominiale, nei pressi di alcuni Cedrus deodara. Raccolta: 13.08.2010 (n°4473). Leg. de Benigni & det. Zugna.

Osservazioni

Agaricus bresadolanus è una delle specie più caratteristiche e comuni degli ambienti urbani.

Cresce per gran parte dell’anno, dalla primavera fino all’autunno inoltrato. Ci risulta particolarmente abbondante nei parchi cittadini e lungo i viali alberati con l’arrivo delle prime piogge autunnali

Secondo la sistematica attuale (PARRA, 2008) appartiene alla Sezione Spissicaules (Heinem.) Kerrigan, che comprende specie con una o più rizomorfe alla base del gambo, anello semplice, supero, carne bianca, al taglio immutabile o solo leggermente arrossante e presenza di cheilocistidi clavati.

Nella nostra raccolta, oggetto di indagine microscopica, abbiamo rilevato la presenza di cistidi plurisettati e con forma costante. Si precisa che, in questa specie, questi elementi risultano piuttosto variabili, poiché si possono presentare abbondanti e plurisettati, come nella nostra raccolta, oppure assenti o poco visibili in quanto basidioliformi (CAPPELLI, 2010).

Alla luce delle nuova sistematica che si avvale della biologia molecolare (PARRA, 2008) Agaricus bresadolanus e Agaricus romagnesii sono considerati conspecifici e per questioni di priorità il nome da adottare è Agaricus bresadolanus.

 

basidiomi

Agaricus bresadolanus.JPG

 

pileipellis

agaricus bresadolanus pileipellis.jpg

 

basidi e cheilocistidi

agaricus bresadolanus basidi e cheilocistidi.jpg

 

spore

agaricus bresadolanus spore.jpg

 

velo parziale

agaricus bresadolanus velo parziale.jpg

 

reazione di Schäeffer

agaricus bresadolanus reazione di Schäeffer.jpg


Marino Zugna
A.M.B. Gruppo di Muggia e del Carso


#3 marinetto

marinetto

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Inviato 25 ottobre 2017 - 16:41

2. Conocybe albipes (G. H. Otth) var. albipes Hauskn., Öst. Z. Pilzk. 7: 102 (1998)

Basionimo: Bolbitius albipes G.H. Otth, Mitt. naturf. Ges. Bern 744: 92 (1871)

Sinonimi: Agaricus tener Sowerby, Coloured figures of English Fungi or Mushrooms (London) 1: tab. 33 (1796). Bolbitius albipes G.H. Otth, Mitt. naturf. Ges. Bern 744: 92 (1871) [1870]. Bolbitius lacteus J.E. Lange, Fl. Agaric. Danic. 1(Appendix): 2 (1940). Bolbitius tener (Sowerby) Berk., Outl. Brit. Fung. (London): 183 (1860), non Conocybe tenera (Scaeff.: Fr.) Fayod. Bolbitius tener var. lacteus (J.E. Lange) Bon, Docums Mycol. 20(no. 78): 39 (1990). Conocybe apala (Fr.: Fr.) Arnolds, var. albipes, (G. F. Otth) Arnolds, Persoonia 18(2): 227 (2003). Conocybe lactea (J.E. Lange) Métrod, Bull. trimest. Soc. mycol. Fr. 56: 46 (1940). Conocybe lateritia sensu auct.; fide Checklist of Basidiomycota of Great Britain and Ireland (2005). Galera lactea J.E. Lange, Fl. Agaric. Danic. 4: 33 (1940). Galera lateritia sensu Cooke [Ill. Brit. Fung. 517 (460) (1886)]; fide Checklist of Basidiomycota of Great Britain and Ireland (2005). Mycena tenera (Sowerby) Gray, Nat. Arr. Brit. Pl. (London) 1: 620 (1821).

 

Pileo fino a 35 mm, all’inizio conico, in seguito largamente conico-campanulato, mai completamente disteso; di colore giallo-ocra nei primordi e nella zona discale degli adulti, ocraceo chiaro uniforme nelle altre zone della superficie pileica; margine accidentalmente lacerato radialmente, liscio o solo leggermente striato per trasparenza con l’umido, liscio in quelli siccitosi; superficie pileica delicatamente feltrata, viscosetta nella zona discale.

Lamelle smarginate, da convesse a subventricose, mediamente fitte, intercalate da 3-7 lamellule, deliquescenti a maturità; all'inizio di colore ocraceo, poi rugginose; filo lamellare concolore alle facce o solo leggermente più chiaro, intero.

Stipite 55-65 x 2-3 mm, cilindrico, leggermente allargato verso il basso, bianco, ocra chiaro in basso, striato all'apice, forforaceo in alto e nella zona mediana, glabro verso il basso, base evidentemente allargata in un bulbo non marginato o submarginato con Ø fino a 6-8 mm, ricoperto da una delicata pubescenza di colore bianco.

Carne esigua; odore leggermente erbaceo; sapore mite.

Sporata marrone (Code Séguy = 111-112).

Reazioni chimiche: NH4OH negativo anche dopo 12 ore.
Spore (10) 11,6-13,2 (14,7) x (6,8) 7,4-8,5 (9,1) µm, in media 12,3 x 7,9 µm, Q. = 1,4-1,6; Q.m.= 1,5; Vol. = 341-508 Vol.m.= 412 µm³; in proiezione laterale da ellittiche a subellittiche; in proiezione frontale da largamente ovoidi a lentiformi, con KOH 5% di colore marrone-rossastro, giallo-bruno in ammoniaca 5%, lisce, parete spessa 1-1,5 µm, poro germinativo centrale largo fino a 2 µm, apiculo poco evidente.

Basidi 23-30 x 13-15 µm, sferopeduncolati e largamente clavati, tetrasporici, contornati da pseudoparafisi (imenio coprinoide), clavate o sferopeduncolate di misura simile o appena più larghe di quelle riscontrate sul filo lamellare, subimenio di tipo ifale.

Trama lamellare composta da cellule inflate.

Filo lamellare eterogeneo, formato da cheilocistidi frammisti a pseudoparafisi, clavate o sferopeduncolate 15-22 x 9-14 µm, in media 18 x 11 µm.

Cheilocistidi 20-25,5 x 8,5-10,5 µm, collo 2,5-6 x 1,5- 2 µm, bulbillo largo 3,5-4,8 µm, lecitiformi, con base brevemente peduncolata.

Pleurocistidi assenti.

Pileipellis di tipo imeniderma, formata da cellule sferopeducolate 34-55x 16,5-25µm, ialine, o con base lievemente pigmentata di brunastro; cistidi piliformi e lecitiformi non osservati.

Caulopellis di tipo cutis, composta da ife cilindriche, ialine, settate, larghe 5-10 µm.

Caulocistidi versiformi, da subcilindrici a subclavati, con collo flessuoso e apice poco differenziato 20-45 x 5-12 µm, collo con Ø 3-7 µm, a lageniformi 28-42 x 7-8 µm, collo con Ø 3-5 µm; subglobosi misuranti 12-20 x 10-20 µm; piliformi, misuranti 30-120 x 5-10 µm, collo con Ø 1-3 µm; frammischiati e raggruppati a mucchietti su tutta la superficie caulinare. Lecitiformi rarissimi, presenti solo all’estremo apice.

Giunti a fibbia presenti, ma non notati alla base dei basidi.

Reazioni chimiche: NH4OH (da exsiccatum) negativo anche dopo 12 ore.         

Materiale studiato ed ambiente delle raccolte: F.V.G. Muggia. Località: Scuola Media Statale. Coordinate geografiche: 45°35'53.10"N 13°45'58.12"E. Altezza 7 m s.l.m. Habitat: in un vaso di piante da fiori, nel terriccio "humus di sacco”. Raccolta: 11.08.2009 (n°4145). Leg. & det. Zugna.

Osservazioni Si tratta di una tipica specie saprotrofa cosmopolita rinvenibile nei prati e nelle aiuole innaffiate nelle ore notturne oppure bagnate dalla rugiada; per l’esilità dei carpofori essi tendono a seccare dopo poche ore di soleggiamento. Come dimostrato dalla nostra esperienza, è possibile rinvenire questa specie, parimenti ad altre Conocybe, nei vasi da fiori riempiti con il terriccio universale. Conocybe albipes è inserita nella Sezione Candidae Singer 1962, Sottosezione Candidae, Serie Albipes Hausknecht & Krisai 2006. Tutte le specie incluse in questa Sottosezione hanno la particolarità di possedere pseudoparafisi e, negli esemplari maturi, lamelle deliquescenti, così come le specie del genere Coprinus; la loro distinzione, tuttavia, non è sempre agevole e necessita di una dettagliata analisi micromorfologica. C. albipes var. rugata si differenzia dalla forma tipo per le spore più piccole, distintamente lentiformi, molto spesso subesagonali e una superficie pileica fortemente rugosa; C. romagnesii presenta spore prive di poro germinativo; C. pseudocrispa si caratterizza per i basidi bisporici e/o monosporici; C. crispella possiede spore di diversa forma “mai o soltanto occasionalmente lentiformi”, C. zeylanica var. zeylanica possiede, anch’essa, spore poco o per nulla lentiformi, di colore differente se testate con KOH, inoltre si presenta con basidiomi di colore differente.

 

 

basidiomi

conocybe albipes var albipes.jpg

 

pileipellis

conocybe albipes var albipes pileipellis.jpg

 

cheilocistidi

conocybe albipes var albipes cheilocistidi.jpg

 

basidi

conocybe albipes var albipes basidi.jpg

 

pseudoparafisi

conocybe albipes var albipes pseudoparafisi.jpg

 

caulocistidi

conocybe albipes var albipes caulocistidi.jpg

 

spore ammoniaca

conocybe albipes var albipes spore ammoniaca.jpg

 

spore KOH

conocybe albipes var albipes spore KOH.jpg


Marino Zugna
A.M.B. Gruppo di Muggia e del Carso


#4 marinetto

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Inviato 25 ottobre 2017 - 16:43

3. Conocybe siliginea (Fr.) Kühner, Encyclop. Mycol.: 96 (1935)

 

Basionimo: Agaricus siligineus Fr., Observ. mycol. (Havniae) 2: 168 (1818).

Sinonimi: Agaricus tener var. siligineus (Fr.) Fr., Syst. mycol. (Lundae) 1: 266 (1821). Agaricus tener ? siligineus Fr., Syst. mycol. (Lundae) 1: 266 (1821). Galera siliginea (Fr.) Quél., Mém. Soc. Émul. Montbéliard, Sér. 2 5: 136 (1872). Galera tenera var. siliginea (Fr.) P. Kumm. [as 'salignea'], Führ. Pilzk. (Zwickau): 75 (1871). Galerula siliginea (Fr.) A.H. Sm., (1936)

 

Pileo fino a 30 mm, da campanulato a convesso, con o senza umbone ottuso, da ocra a camoscio, anche chiazzato di macule rossastro-rugginose, leggermente igrofano, translucente a tempo umido, feltrato con il secco, margine solo leggermente striato per trasparenza con l'umido.

Lamelle libere, ventricose, mediamente fitte (15 per cm), all'inizio ocracee quindi rugginose, rossastro-rugginose, marrone-rugginose nel secco, filo lamellare finemente crenulato, leggermente più chiaro delle facce, lamellule presenti (1 L = 1-3 l).

Stipite 30-60 x 1-2 mm, cilindrico, marrone-rossastro con l'umidità, da più chiaro fino a concolore al pileo con il secco, completamente pubescente, base allargata in un piccolo bulbo non marginato, biancastro.

Carne esigua; odore e sapore non significativi.

Sporata non ottenuta.

Spore; (11,3) 13,2-15,2 (16,2) x (6,7) 7,5-8,5 (9,4) µm, in media 14,2 x 8,0 µm, Q. = (1,5) 1,6-1,9 (1,98); Q.m.= 1,77; Vol. = (270,1) 404,75-556,15 (744,2); Vol.m.= 485,8; subamigdaliformi in proiezione laterale; ellittiche in proiezione frontale; con KOH 5%, di colore marrone-rossastro, giallo-bruno in ammoniaca 5%, lisce, con parete spessa 0,70-1,06 µm, poro germinativo centrale con Ø 0,34-1,55 µm, apiculo evidente.

Basidi 21,7-25,9 x 9,5-11,4 µm, da clavati, bisporici, scarsi quelli monosporici, contornati da cellule clavate di misura simile e forma ai paracistidi del filo lamellare.

Trama lamellare composta da cellule inflate con Ø 5-25 µm.

Filo lamellare eterogeneo, formato da cheilocistidi frammisti a paracistidi, di dimensioni 5,1-17,5 x 3,13-9,8 µm, da clavati a sferopeduncolati.

Cheilocistidi 21,4-30,6 x 8,2-11,9 µm, in media 24,4 x 10,0 µm; bulbillo Ø 3,4-5,6 µm, in media 4,5 µm; collo 1,5-5,0 µm; lecitiformi, con base peduncolata, spesso plurisettata.

Pleurocistidi assenti.

Pileipellis di tipo imeniderma, formata da cellule sferopeduncolate 43-50 x 15-22 µm, ialine con peduncolo spesso pigmentato di bruno.

Peli pileici 50-70 x 2-3 µm, sinuosi, con base leggermente allargata, ialini o pigmentati di giallo-brunastro, lecitiformi abbondanti, simili a quelli del filo lamellare ma pigmentati di giallo-brunastro.

Caulopellis di tipo cutis, composta da ife cilindriche, con Ø 4-10 µm, ialine, settate.

Caulocistidi di tipo misto:

  • sinuosi, subcilindrici, sublageniformi, attenuati all'apice, 22-65 x 5-11 µm;
  • subclavati o sferopeduncolati 8,5-16 x 6-10 µm;
  • peli simili a quelli localizzati nella pileipellis 96-157 x 2-4 µm, ialini;
  • lecitiformi assenti, sporadici, nella zona apicale dello stipite.

Giunti a fibbia presenti in tutti i tessuti del basidioma.

Reazioni chimiche: NH4OH (da exsiccatum) negativo.

Materiale studiato ed ambiente delle raccolte: F.V.G. Muggia. Località: Muggia Centro. Coordinate geografiche: 45°36'9.60"N 13°46'1.43"E. Altezza 1 m s.l.m. Habitat: in vaso da fiori con terra nera concimata. Raccolta: 13.11.2005 (n°3038). Legit. & det. Zugna.

Osservazioni

Conocybe siliginea è specie alquanto variabile, al punto che sono state create diverse varietà e forme. Nella raccolta in oggetto abbiamo osservato un esemplare con il pileo molto largo e con lo stipite tozzo e di poco superiore al diametro del pileo, mentre, gli altri esemplari avevano un portamento slanciato, il pileo piccolo e lo stipite lungo 4-5 volte il diametro del pileo.

Sistematicamente, Conocybe siliginea si colloca nella Sezione Pilosellae (alle volte, la presenza di lecitiformi nella parte apicale del gambo che, accidentalmente, potrebbero essere rilevati "sempre molto scarsi" anche più in basso, farebbero rientrare nella Sezione Mixtae).

I basidi bisporici, la misura e la forma delle spore, sommati agli altri caratteri micro e macroscopici portano alla determinazione della specie.

 

 

basidiomi

conocybe siliginea.jpg

 

pileipellis

conocybe siliginea pileipellis.jpg

 

cheilocistidi

conocybe siliginea cheilocistidi.jpg

 

basidi

conocybe siliginea basidi.jpg

 

caulocistidi

conocybe siliginea caulocistidi.jpg

 

spore ammoniaca

conocybe siliginea spore ammoniaca.jpg

 

spore KOH

conocybe siliginea spore KOH.jpg


Marino Zugna
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#5 marinetto

marinetto

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Inviato 25 ottobre 2017 - 16:45

4. Coprinellus disseminatus (Pers.) J.E. Lange [as 'disseminata'], Dansk bot. Ark. 9(no. 6): 93 (1938)
 

Basionimo: Agaricus disseminatus Pers., Syn. meth. fung. (Göttingen) 2: 403 (1801)
Sinonimi: Coprinarius disseminatus (Pers.) P. Kumm., Führ. Pilzk. (Zwickau): 68 (1871). Coprinus disseminatus (Pers.) Gray, Nat. Arr. Brit. Pl. (London) 1: 634 (1821). Coprinus disseminatus var. disseminatus (Pers.) Gray, Nat. Arr. Brit. Pl. (London) 1: 634 (1821). Psathyrella disseminata (Pers.) Quél., Mém. Soc. Émul. Montbéliard, Sér. 2 5: 123 (1872). Pseudocoprinus disseminatus (Pers.) Kühner, Le Botaniste 20: 156 (1928)

 

Pileo fino a 20 mm, nei primi stadi maturativi di forma più o meno cilindrica, poi ellissoidale, infine conica-campanulata, mai completamente distesa; cuticola pileica scanalata fin quasi alla zona discale, non viscosa, mai deliquescente, delicatamente pelosetta (per la presenza di lunghi pileocistidi, “lente!") e finemente forforosa "per i residui velari"; di colore ocraceo-giallastro, più scura al disco, nei giovani esemplari "anche di colore bianco", in seguito grigio topo, più scura al disco a maturità.

Lamelle fitte 24-26 lamelle, intramezzate da 1-2 lamellule, all'inizio biancastre, quindi grigiastre, infine grigio-nerastre, non o soltanto scarsamente deliquescenti; orlo lamellare concolore.
Stipite 5-30 (50) x 1-2 mm, cilindrico, appena leggermente allargato verso il basso, di colore completamente bianco, fittamente ricoperto da peli ialini ("caulocistidi" simili a quelli posti sulla superficie pileica), soprattutto nella zona medio bassa.

Carne ialina, inconsistente; priva di odore e sapore particolari.
Spore (7,7) 7,9-9,3 (9,9) x (4,3) 4,7-5,4 (5,6) µm, in media 8,72 x 5,15 µm, Q. = (1,4)1,5-1,8 (2,0) Q.m.= 1,70, Vol. = 98-142; Vol.m.= 121 µm³; ellittico-amigdaliformi in proiezione laterale, ovoidi in proiezione frontale, rosso-nerastre a maturità, con apicolo laterale evidente e poro germinativo centrale, appiattito, con Ø 0,5-2 µm.
Basidi 21-29 x 6-9 µm, tetrasporici, polimorfi, cilindrico-clavati, spesso con strozzatura mediana, contornati da 4-6 pseudoparafisi.

Cistidi imeniali non osservati.

Velo composto da ammassi di sferociti con Ø 16,5-49 µm, a parete spessa, ialini o pigmentati di brunastro e incrostati più o meno, frammisti a cellule piriformi, catenulate, misuranti 15-51 x 13,5-40,5 µm, a parete spessa, fortemente pigmentate di brunastro e incrostate, sostenute da ife filiformi con Ø 2-5,5.  

Pileipellis composta da un epitelio di cellule globose o subglobose con Ø 13,5-32,5 µm. Pileocistidi (setole) 112-171,5 x 20,5-32,5 x 7,5-14,5 µm, in media 144,5 x 24,5 x 12 µm, lageniformi, con base granulosa e ingrossata e apice anch'esso granuloso e finemente ricoperto da cristalli, leggermente più stretto del collo.

Caulopellis filamentosa formata da ife settate con Ø 4 - 9 µm.

Caulocistidi 67-134,5 x 16-32 x 6-14,5 µm, in media 108,5 x 25 x 11 µm, simili alla forma dei pileocistidi.

Giunti a fibbia non osservati.
Materiale studiato ed ambiente delle raccolte: F.V.G. Muggia. Località: Rio Storto. Coordinate geografiche: 45°35'50.72"N 13°45'48.54"E. Altezza 5 m s.l.m. Habitat: un centinaio di esemplari fittamente gregari più o meno cespitosi, a crescita direttamente terricola e su piccoli frammenti legnosi o muscosi, in un giardino mantenuto a fiori, conviventi con alcuni ascomi di Geopora sumneriana nei pressi di alcuni Cedrus deodara. Raccolta: 07.04.2009 (n°4005). Leg. & det. Zugna.

Osservazioni

La specie in questione non presenta difficoltà determinative per l’abitudine a crescere in gruppi di numerosissimi esemplari, le minuscole dimensioni, il margine fortemente striato, le lamelle sublibere e la scarsa o nulla deliquescenza.

Siamo soliti rinvenirla in ambiente urbano alla base degli alberi, nelle aiuole e nei giardini, subito dopo piogge molto abbondanti, dalla primavera all’autunno.

Da un punto di vista microscopico la specie si caratterizza per la presenza di setae e cistidi sulle superfici del pileo e dello stipite.

Una considerazione va fatta sull'eventuale presenza/assenza di cheilocistidi.

In merito a ciò alcuni autori sono propensi a considerare la presenza di cistidi sul filo lamellare in termini di "presunti" pileocistidi che trovano prosecuzione per un tratto più o meno breve sul filo lamellare, escludendo pertanto che possano trattarsi di veri e propri cheilocistidi.

A tal riguardo noi abbiamo avuto occasione di osservare diversi basidiomi allo stereo microscopio, riscontrando una costante presenza di cistidi, per un tratto più o meno breve di filo lamellare, ma, in tutte le osservazioni da noi effettuate, mai oltre il primo quarto di porzione della lunghezza totale della lamella. Da un punto di vista morfo-cromatico C. disseminatus potrebbe essere confuso con Psathyrella pygmaea (Bull. :Fr.) Singer, che però possiede un quadro microscopico differente caratterizzato da spore più piccole (5,6-6,8 x 3.4-4,5 µm) e da cistidi coronati da cristalli.

 

basidiomi

Coprinellus disseminatus 6660_4.JPG

 

pileipellis pileocistidi velo

coprinellus disseminatus pileipellis pileocistidi velo.jpg

 

caulocistidi

coprinellus disseminatus caulocistidi.jpg

 

pseudoparafisi

coprinellus disseminatus pseudoparafisi.jpg

 

basidi

coprinellus disseminatus basidi.jpg

 

spore

coprinellus disseminatus spore.jpg


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Inviato 25 ottobre 2017 - 16:48

5. Leucoagaricus babosiae Bon Documents Mycologiques 22 (88): 31 (1993)

 

Pileo fino a 50 mm, raggiunge lo spessore di 6 mm nella zona sottodiscale, all’inizio emisferico, poi convesso infine appianato, con un basso umbone; margine sottile, eccedente, dapprima involuto in seguito disteso; cuticola completamente asportabile, asciutta, finemente vellutata, decorata da fibrille o da microsquame disposte radialmente verso il margine, di colore rosso-porpora, rosso magenta, con sfumature verdastre al centro, strato sottostante di colore bianco candido.

Lamelle libere, piuttosto fitte, ventricose, larghe fino a 4 mm, intercalate da lamellule di varia lunghezza, dapprima bianche, in seguito crema, infine crema-grigiastre, macchiate di brunastro, filo concolore o più chiaro, finemente seghettato (lente!). Diventano verdastre con soluzione d’ammoniaca.

Stipite 60-75 x 5-7 mm, cilindrico, slanciato, fistoloso, base leggermente allargata in un bulbo arrotondato, quest’ultimo ricoperto in abbondanza da soffice terriccio; superficie all’inizio interamente bianca, con squamette concolori disposte a bande sovrapposte, poi ingrigente, infine fuligginosa, al tocco arrossa vivacemente e rapidamente. Anello membranaceo, poco ampio, fragile, sottile, infero, bianco, posizionato nella parte inferiore del gambo, con margine bordato di rosso-vinoso. Con soluzioni d’ammoniaca la superficie diviene verde-grigiastra, poi grigiastra.

Carne sottile, bianca, leggermente arrossante nel cappello e nella parte superiore del gambo, con tendenza ad imbrunire nei vecchi esemplari; odore nullo, sapore mite.

Sporata bianca.

Reazioni macrochimiche KOH + cappello = verdastro, KOH + gambo = ocraceo, KOH + carne = brunastro, KOH + lamelle = brunastro scuro.  

Spore (6)7-8(9) x 3-5 µm, media 6,9 x 4 µm, Qm = 1,7, Q = 1.2-2 (n = 50), da ellissoidali a ovoidali, ialine, a parete liscia, spessa 0,5 µm, generalmente con due guttule, senza poro germinativo.

Basidi: 15-22 x 7-10 µm, clavati, tetrasporici.

Cheilocistidi 28-45 (50) x 13-20 µm, ventricosi, lageniformi, in maggioranza capitulati o clavati.

Pleurocistidi non rilevati.

Rivestimento pileico composto da peli cilindracei, settati, ialini, a parete sottile, disposti verticalmente, con il segmento terminale lungo 80-230 x 6-17 (20) µm, strato sottostante costituito da ife subparallele, a parte sottile, ialine.

Giunti a fibbia assenti.

Note le lamelle negli essiccata assumono una colorazione violacea.

Materiale studiato ed ambiente delle raccolte: F.V.G. Trieste. Località: Campi Elisi. Coordinate geografiche: 45°38'19.84"N 13°45'55.38"E. Altezza 26 m s.l.m. Habitat: aiuola alberata a Cedrus deodara, su terreno sciolto e soffice ricoperto da una spessa lettiera di aghi. Raccolte: 10.10.2015 (n°5603); 19.10.2016 (n°5835). Leg. & det. Picciola.

Osservazioni

Leucoagaricus babosiae appartiene alla sezione Piloselli (Kühner) Singer, sottosezione Piloselli, che comprende i Leucoagaricus arrossanti, con reazione verde o rossastra alla soluzione d’ammoniaca, spore prive di poro germinativo e cheilocistidi provvisti di appendice apicale.

Si tratta di una bella e appariscente specie, che difficilmente passa inosservata sul campo, caratterizzata da una colorazione uniforme rosso magenta della superficie pileica, da un forte e immediato arrossamento della superficie stipitale e delle lamelle alla contusione e dalla reazione verdastra con l’ammoniaca.

Nel confronto con le specie viciniore si separa da L. croceovelutinus (Bon & Boiff.) Bon & Boiff. per la reazione verdastra con la soluzione d’ammoniaca anziché rossastra e da L. badhamii (Berk. & Br.) Singer per le dimensioni più contenute rispetto a quest’ultimo, il quale ha inoltre un pileo che può raggiungere il doppio del diametro, la cuticola bruna, bruno-rossastra e per la pileipellis composta perlopiù da peli unicellulari.

Nel territorio triestino la presenza di questa rara specie è stata finora osservata in una singola stazione nel quartiere di Campi Elisi, costituita da un’aiuola a Cedrus.

 

 

basidiomi

Leucoagaricus babosiae 5603 05.jpg

 

Reazioni macrochimiche KOH

Reazioni macrochimiche KOH 2.JPG

 

Reazioni macrochimiche KOH

Reazioni macrochimiche KOH .jpg

 

pileipellis

Leucoagaricus babosiae pileipellis.jpg

 

cheilocistidi

Leucoagaricus babosiae cheilocistidi.jpg

 

spore

Leucoagaricus babosiae spore.jpg

 

micrografia

10.10.15 Campi Elisi   (26).jpg


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Inviato 25 ottobre 2017 - 16:50

Macrocystidia cucumis var. minor (Joss.) Contu, Bollettino dell'AMER 47: 6 (1999)

 

Basionimo: Macrocystidia cucumis f. minor Joss., Bulletin de la Société Mycologique de France

49: 373 (1933)

 

 

Basionimo Agaricus cucumis Pers., Observationes mycologicae 1: 45 (1796)

Sinonimi Naucoria cucumis (Pers.) P. Kumm., Der Führer in die Pilzkunde: 78 (1871). Galera cucumis (Pers.) Quél., Bulletin de la Société des Amis des Sciences Naturelles du Musée de Rouen 15: 160 (1880). Hylophila cucumis (Persoon) Quélet, Enchiridion Fungorum in Europa media et praesertim in Gallia Vigentium 0: 100 (1886). Macrocystis cucumis (Pers.) R. Heim, Encyclopédie Mycologique 1: 71 (1931)

 

Pileo fino a 24 mm, poco carnoso, dapprima convesso-naucoroide, poi piano-convesso, leggermente umbonato; margine sottile, involuto, sinuoso, privo di residui velari, leggermente striato per trasparenza; superficie vellutata leggermente pruinosa; di colore variabile da giallo-ocra, a ocra-aranciato, fino a bruno-rossiccio pallido.

Lamelle adnato- smarginate, leggermente decorrenti per un dentino, mediamente fitte, ventricose, larghe fino a 4 mm, intercalate da lamellule di varia lunghezza, dapprima bianche poi ocra-rossicce pallide, filo intero, concolore alle facce.

Stipite 25-45 x 3-4 mm, fistoloso, cilindrico, regolare o sinuoso, superficie vellutata, di colore bruno-rossiccio, ricoperta interamente da una pruina bianca, base rivestita da uno strato cotonoso di colore bianco.

Carne esigua, fragile, brunastro-acquosa, immutabile; odore intenso, di cetriolo con componente salmastra, simile a quello di Entoloma hirtipes, sapore mite.

Sporata rosa pallido.

Spore (8)9-10(11) x 4-5 µm, ellissoidali, lisce, a parete sottile, ialine.

Cistidi 70-120 x 14-18 µm, abbondanti, sia sul taglio che sulla faccia lamellare, lanceolati, caratteristici.

Giunti a fibbia presenti in tutto il basidioma.

Materiale studiato ed ambiente delle raccolte: F.V.G. Trieste. Località: Ponziana. Coordinate geografiche: 45°38'23.09"N 13°46'54.64"E. Altezza 54 m s.l.m. Habitat: ai margini della pista ciclo-pedonale, zona aperta, su residui legnosi in decomposizione. Raccolta: 28.10.2015 (n°5550). Leg. & det. Picciola.

Osservazioni

Riteniamo che la raccolta in oggetto sia sovrapponibile per caratteristiche morfocromatiche a Macrocystidia cucumis var. minor (Josserand) Contu, una entità che si differenzia dalla forma tipo per la taglia più contenuta e gracile, il cappello striato per trasparenza, il gambo meno tomentoso, l’odore meno forte, i colori del cappello più pallidi, un areale più schiettamente mediterraneo e una preferenza per gli ambienti non boschivi (CONTU, 1999).

Tuttavia, prospettiamo per Macrocystidia cucumis la facoltà di manifestarsi con portamenti e cromatismi molto variabili probabilmente in relazione ai diversi ambienti e areali nei quali cresce.

La forma tipo possiede un portamento più robusto, pileo più grande, fino a 5-6 cm di diametro, con tinte più scure, fino a bruno-nerastre e l’abitudine a crescere nei boschi.

Sul campo questo fungo ci è sembrato poco appariscente per le sue piccole dimensioni e le colorazioni che lo mimetizzavano con l’ambiente circostante.

Il primo carattere che ha agevolato il suo riconoscimento è il forte odore di cetriolo misto a note salmastre che subentrano dopo un po’ (per evidenziare questo carattere abbiamo dovuto sollecitare le lamelle). La successiva conferma proviene dal suo quadro microscopico, contrassegnato dalla presenza di particolari cistidi imeniali e caulinari a forma di lancetta, di dimensioni veramente enormi che possono raggiungere e anche superare i 100 µm di lunghezza e che caratterizzano il genere (inde nomen). L’attuale sistematica colloca il genere Macrocystidia nella famiglia Macrocystidiaceae, del Clade Pluteoide (BOCCARDO et al., 2008).

 

basidiomi

Macrocystidia cucumis 5850 05.jpg

 

pileipellis e pileocistidi

macrocystidia cucumis pileipellis e pileocistidi.jpg

 

subpellis

macrocystidia cucumis subpellis.jpg

 

cheilocistidi

macrocystidia cucumis cheilocistidi.jpg

 

pleurocistidi e basidi

macrocystidia cucumis pleurocistidi e basidi.jpg

 

caulocistidi

macrocystidia cucumis caulocistidi.jpg

 

spore

macrocystidia cucumis spore.jpg

 

migrografia

Macrocystidia cucumis 5850 09.jpg


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Inviato 25 ottobre 2017 - 16:52

7. Mycenella bryophila var. caesia (Oort) Boekhout, Persoonia 12 (4): 438 (1985)

 

Basionimo: Mycena meulenhoffiana var. caesia Oort, Meded. Ned. Mycol. Ver.: 247 (1928)

 

Pileo fino a 22 mm, da campanulato-convesso a piano-convesso, sottile, fragile; margine sinuoso, lungamente striato per trasparenza; rivestimento pileico liscio, igrofano, brillante e untuoso a tempo umido, di colore ocra-brunastro, bruno-nerastro al centro, più chiaro al margine, ocraceo pallido, biancastro, con riflessi bluastri, ricoperto da una abbondante pruina bianca più persistente verso il margine.

Lamelle arrotondate-annesse, ventricose, alte fino a 3 mm, di colore bianco puro, poi bianco-grigiastre, inframmezzate da 1-3 lamellule, filo liscio, concolore.

Gambo: 32-55 x 1-2 mm, cilindraceo, base subradicante, slanciato, sottile, fistoloso, fragile, superficie fittamente pruinosa su tutta la superficie, di colore grigio-bluastro uniforme, base ricoperta da peluria biancastra.

Carne esigua, brunastra; inodora e insapora.

Spore 5-6 x 4-5 µm, subglobose, subangolose, verrucose, apicolo molto pronunciato, ialine.

Basidi 25-32 x 7-8 µm, bi e tetrasporici (in prevalenza), clavati.

Cheilocistidi fusiformi-ventricosi, a parete sottile, con lungo collo lageniforme, che arriva fino ai 30 µm di lunghezza, con apice ottuso.

Pleurocistidi 50-65 x 10-13 µm, simili ai cheilo.

Pileocistidi presenti, simili ai caulocistidi, flessuosi, ristretti in alto.

Caulocistidi 56-89 x 8-14 µm, flessuosi, con parete sottile, lisci, presenti su tutta la superficie del gambo.

Giunti a fibbia presenti in tutto il basidioma.

Materiale studiato ed ambiente della raccolta: F.V.G. Trieste. Località: Ponziana. Coordinate geografiche: 45°38'23.09"N 13°46'54.64"E. Altezza 54 m s.l.m. Habitat: ai margini della pista ciclo-pedonale. Habitat: su ceppaia degradata di Laurus nobilis. Raccolta: 12.11.2014 (n°5850). Leg. & det. Picciola.

Osservazioni

Al momento del ritrovamento si è pensato ad una Mycena, ma la presenza di una fitta pruina bianca sull’intera superficie ha indirizzato la ricerca all’interno del genere Mycenella.

Tale genere si caratterizza, oltre che per la pruina sulle superfici, per i cistidi diffusi su tutto il carpoforo e per la presenza, in gran parte delle specie, di spore subglobose con grossolane verruche o protuberanze a apice arrotondato.

Il taxon in questione si differenzia dalla forma tipo per il gambo con evidenti riflessi bluastri (inde nomen). Si tratta di una specie piuttosto rara e poco rappresentata nella letteratura micologica.

Da quanto ne sappiamo si tratta del primo ritrovamento a livello regionale. Si segnalano dei fotocolor molto rappresentativi in CHIARI & PAPETTI (2012) e CHIARI et al. (2015).

 

 

basidiomi

Mycenella bryophila var caesia 5550 01.jpg

 

cheilocistidi

Mycenella bryophila var caesia cheilocistidi.jpg

 

caulocistidi

Mycenella bryophila var caesia caulocistidi.jpg

 

spore

Mycenella bryophila var caesia spore.jpg

 

micrografia

Mycenella bryophila var caesia 5550 06.jpg


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Inviato 25 ottobre 2017 - 16:54

8. Pholiotina pygmaeoaffinis (Fr.) Singer, Trudy Botanicheskogo Instituta im. V.L. Komarova 6: 435 (1950)

Basionimo: Agaricus pygmaeoaffinis Fr., Monographia Hymenomycetum Sueciae 1: 389 (1857)

Sinonimi Galera pygmaeoaffinis (Fr.) Quél., Mémoires de la Société d'Émulation de Montbéliard 5: 135 (1872)
-Galerula pygmaeoaffinis (Fr.) Maire, Fungi Catalaunici: Contributions à l'étude de la Flore Mycologique de la Catalogne: 94 (1933)
Conocybe pygmaeoaffinis (Fr.) Kühner, Encyclopédie Mycologique 7: 133 (1935)
Conocybe friesii S. Lundell, Fungi Exsiccati Suecici Fasc. 41-42: p. 29 (1953)

 

Pileo 35-45 mm, sottile, fragile, all’inizio campanulato-parabolico, poi convesso, in seguito piano-convesso, infine disteso, con un umbone ampio e ottuso piuttosto pronunciato, bordo involuto, ma presto piegato verso l'alto, liscio o leggermente e brevemente striato per trasparenza, rivestimento pileico liscio, brillante, lubrificato, igrofano, di colore ocra-aranciato, giallo-ocra vivace a tempo umido, ricoperto da pruina bianca che permane a lungo sul bordo pileico e da goccioline acquose trasparenti più evidenti nei giovani basidiomi.

Lamelle arrotondate-annesse, fitte, ventricose, inframmezzate da lamellule di varia lunghezza, dapprima bianche, poi ocra-cannella, con il filo fioccoso, biancastro, in seguito concolore alle facce oppure permane più chiaro.

Stipite 8-10 x 3-4 mm, cilindrico, slanciato, sinuoso, base attenuata, fistoloso, poi cavo, di colore bianco uniforme, pruinoso, superficie pruinosa, asciutta, di colore bianco puro uniforme, tipicamente con ampie e larghe striature molto evidenti, longitudinali.

Carne sottile, fistolosa nel gambo, bianca; sapore e odore non rilevati.

Spore (8)9-10(11) x 5-6 µm, ocracee in acqua, lisce, ellissoidali, con poro germinativo poco evidente, parete spessa.

Basidi 22,5-25,9 x 8,2-8,5 µm, claviformi, tetrasporici.

Cheilocistidi 49,4-54,3 x 16,3-19,7 µm, numerosi, con parete sottile, fusiformi-ventricosi alla base, da lanceolati a subulati, con un lungo collo, progressivamente attenuato all’apice.

Pleurocistidi non osservati.

Trama lamellare composta da ife ialine, parallele, larghe 10-13 µm.

Pileipellis imeniforme, composta da cellule da claviformi a piriformi, di dimensioni 18-22 x 10-20 µm, frammiste a numerosi pileocistidi subulati, simili a quelli imeniali.

Caulopellis composta da ife sottili, parallele, con numerosi caulocistidi, simili per forme e dimensioni a quelli imeniali.

Giunti a fibbia non osservati.

Materiale studiato ed ambiente delle raccolte: F.V.G. Trieste. Località: Parco di Villa Sartorio. Coordinate geografiche: 45°38'11.58"N13°48'5.62"E. Altezza 114 m s.l.m. Habitat: su ceppaia in disfacimento di Populus x canescens. Raccolte: 24.11.2009 (n°5865), 10.11.2012 (n°6626). Leg. Picciola & det. Zugna. Località: Piazza Carlo Alberto. Coordinate geografiche: 45°38'33.62"N 13°45'21.04"E. Altezza 21 m s.l.m. Habitat: in una aiuola, su substrato ricco di residui legnosi. Raccolta: 24.11.2016 (n°6903). Leg. Picciola & det. Zugna.

Osservazioni

Pholiotina pygmaeoaffinis è un’interessante specie da noi osservata in due stazioni di crescita.

Si caratterizza macroscopicamente per il cappello dai colori ocra-aranciati, ricoperto di una pruina bianca più evidente in gioventù, le lamelle inizialmente bianche e in seguito ocra-cannella, il gambo striato longitudinalmente su tutta la lunghezza che in certe condizioni d’umidità ambientale rilascia degli essudati ialini. Sul piano microscopico segnaliamo le spore che raggiungono i 10-11 µm di lunghezza e i cistidi presenti in abbondanza su tutte le superfici del carpoforo, piuttosto appariscenti e di forma subulata.

Gli è prossimo Pholiotina striipes (Cooke) Singer, un’entità che si differenzia principalmente per le spore più piccole che non superano i 9 µm di lunghezza. Riteniamo che questi due taxa, in considerazione delle esigue differenze, possano rientrare nella variabilità di una stessa specie. Qualora venisse accertata la conspecificità di queste due entità per ragioni di priorità nomenclaturale la scelta ricadrebbe su Pholiotina pygmaeoaffinis.

 

basidiomi

Pholiotina pygmaeoaffinis 5865 01.jpg

 

pileipellis pileocistidi

Pholiotina pygmaeoaffinis pileipellis pileocistidi.jpg

 

cheilocistidi

Pholiotina pygmaeoaffinis cheilocistidi.jpg

 

basidi

Pholiotina pygmaeoaffinis basidi.jpg

 

caulocistidi

Pholiotina pygmaeoaffinis caulocistidi.jpg

 

spore

Pholiotina pygmaeoaffinis spore.jpg

 

micrografia

Pholiotina pygmaeoaffinis 6626_1.jpg


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Inviato 25 ottobre 2017 - 16:56

9. Pluteus thomsonii (Berk. & Broome) Dennis, Transactions of the British Mycological Society 31 (3-4): 206 (1948)

Basionimo: Agaricus thomsonii Berk. & Broome, Annals and Magazine of Natural History 17: 131 (1876)

Sinonimi: Entoloma thomsonii (Berk. & Broome) Sacc., Sylloge Fungorum 5: 693 (1887). Pluteus thonsoni (Berk. & Broome) Dennis (1948). Pluteus cinereus Quél., Annls Sci. nat. Bordeaux: 3 (1884). Pluteus cinereus var. venosus Vacek, Studia Bot. Cechosl.: 47 (1948). Pluteus cinereus f. evenosus Kühner, Bulletin de la Société Mycologique de France 72 (3): 181 (1956).

 

Pileo fino a 17 mm, piano-convesso, con umbone ottuso, margine sottile, involuto, lungamente striato per trasparenza, rivestimento pileico di aspetto finemente vellutato, asciutto, di colore ocra-grigiastro, ocra-olivastro, zona discale con venosità in rilievo, disposte radialmente, sinuose, subreticolate, di colore brunastro.

Lamelle libere, fitte, ventricose, bianche, bianco-grigiastre, poi rosa, filo concolore, intero o leggermente eroso.

Stipite 24-25 x 1,5-3 mm, cilindrico, base leggermente ingrossata, fistoloso, superficie percorsa da fibrille longitudinali su tutta la lunghezza, di colore bianco, ingrigente, ricoperto da una pruina bianca, più evidente all’apice e verso la base, quest’ultima avvolta da una bambagia cotonosa bianca.

Carne esigua, bianco-grigiastra a tempo umido; odore nullo, sapore mite.

Sporata non ottenuta.

Spore 6,5-7 x 5 µm, largamente ellissoidali, lisce, guttulate, con apicolo poco sviluppato.

Basidi 29-40 x 8-11 µm banali, strettamente clavati, tetrasporici.

Trama lamellare inversa.

Cheilocistidi 27-32 x 5-11 µm, da fusiformi a lageniformi, alcuni con appendice molto allungata e sottile (rostrati), lunga fino 45 µm, che gli conferiscono una forma caratteristica di “pesce-spada”.

Pleurocistidi non osservati.

Pileipellis mista, formata da elementi terminali subglobosi frammisti ad altri fusiformi, allungati, alcuni di questi lageniformi.

Caulopellis formata da ife cilindriche, settate, disposte tipo cutis, con caulocistidi simili ai cheilocistidi raramente rostrati, riuniti in ciuffi.

Giunti a fibbia non rilevati.

Materiale studiato e ambiente della raccolta: F.V.G. Trieste. Località: Campi Elisi. Coordinate geografiche: 45°38'19.84"N 13°45'55.38"E. Altezza 26 m s.l.m. Habitat: su rami in disfacimento di Ostrya carpinifolia. Raccolta: 18.6.2016 (n°6663). Leg. & det. Picciola.

Osservazioni

Pluteus thomsonii, nella forma tipo, si presenta con le caratteristiche venature in rilievo simili ad una ragnatela. Questo carattere macroscopico associato ad un quadro microscopico peculiare contrassegnato da una pileipellis mista formata da cellule subglobose mescolate ad altre allungate, fusiformi e da cistidi da lageniformi a fusiformi, alcuni dei quali con una appendice molto lunga e sottile, agevolano di molto il suo riconoscimento in seno alle diverse specie di Pluteus di piccola-media taglia con colorazioni brunastre. Tuttavia, si precisa che il riconoscimento di P. thomsonii non è sempre agevole in quanto le venature pileiche possono mancare del tutto, come nella varietà evenosus, inoltre, i cistidi con i suoi lunghi e sottili apici possono facilmente spezzarsi, rendendo così complicata la loro osservazione.

Questa specie, assieme a poche altre, compone la Sottosezione Mixtini Sing. ex Sing., la quale include Pluteus con pileipellis di tipo misto.

Tale sottosezione fa parte della Sezione Celluloderma Fayod che a sua volta comprende Pluteus con una pileipellis costituita da cellule sferopedunculate-claviformi, frammiste o meno a cellule allungate, cilindriche o fusiformi.

 

basidiomi

Pluteus thomsonii 6663 03.JPG

 

pileipellis

Pluteus thomsonii pileipellis.jpg

 

cheilocistidi

Pluteus thomsonii cheilocistidi (2).jpg

 

basidi e cheilocistidi

Pluteus thomsonii basidi e cheilocistidi.jpg

 

spore

Pluteus thomsonii spore.jpg


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Inviato 25 ottobre 2017 - 16:58

10. Stropharia dorsipora Esteve-Rav. & Barrasa, Revista Iberoamericana de Micología 12(3): 71 (1995)

 

Basionimo: Stropharia dorsipora Esteve-Rav. & Barrasa, Revista Iberoamericana de Micología 12(3): 71 (1995)

Sinonimi: Psilocybe dorsipora (Esteve-Rav. & Barrasa) Noordel., Persoonia 17(2): 246 (1999)

 

Pileo fino a 50 mm, all’inizio emisferico quindi convesso, infine piano-convesso, alle volte con basso umbone ottuso, margine intero, non striato, nudo; cuticola fortemente viscosa, glutinosa, liscia, non igrofana, lucida e brillante con il secco, all’inizio di colore giallo chiaro, più intenso nella porzione discale, tendente a sbiadire su toni bianco-giallastri verso il margine.

Lamelle da adnate a smarginato-uncinate, ventricose, sottili, piuttosto rade, inframezzate da 3-5 lamellule di diversa lunghezza, all’inizio di colore giallo ocraceo, presto grigio-verdastre, in seguito porpora, infine porpora-nerastre, filo fimbriato, vistosamente più chiaro delle facce.

Stipite 50-100 x 5-10 mm, diritto o anche ritorto nella porzione basale, da cilindrico a leggermente svasato all’apice e con base allargata e leggermente fittonante, cavo, fortemente striato nell’attaccatura alle lamelle a causa di una vistosa decorrenza delle stesse, finemente pruinoso al di sopra dell’anello, fioccoso bambagioso nella porzione subanulare, all’inizio completamente bianco, presto da beige a ocraceo dove manipolato; ricoperto da uno strato di glutine presto svanente.

Velo parziale sottoforma di anellino supero, effimero, di colore bianco, tendente al beige con l’età, delicatamente mambranoso nello stadio giovanile, presto lacerato in lembi posti nella porzione alta dello stipite.

Carne bianca, giallina nella corteccia stipitale, appena ocracea nelle zone attaccate dalle larve; consistenza soffice e morbida nel pileo, leggermente più fibrosa nello stipite; odore e sapore farinosi.

Sporata nero-violacea, ottenuta su vetrino posto in exsiccatum.    

Spore in proiezione frontale (14,59 )15,60-19,07 (20,07) x (8,98) 9,44-10,67 (11,31) µm, in media 17,2 x 10,02 µm, Q. = (1,45) 1,60-1,83 (1,85), Q.m = 1,72, Vol.m = 911 µm³; ovoidi; in proiezione laterale (14,36) 15,53-18,71 (19,74) x (8,86) 9,06-10,28 (11,30) µm, in media 17,14 x 9,68 µm, Q. = (1,59) 1,66-1,89 (1,95); Q.m = 1,77, Vol.m = 846 µm³; ellittiche; lisce, marrone-porpora in H2O, in proiezione laterale con poro germinativo visibilmente eccentrico, largo fino a 2,5 µm (caratteristica!), parete spessa fino a 2,0 µm.

Basidi 35,7-40,3 x 14,2-17,3 µm, molto tozzi, clavati, tetrasporici, più raramente bisporici.

Cheiloleptocistidi (21,3) 23,0-33,4 (35,7) x (4,7) 6,7-8,9 (9,1) µm, in media 28,2 x 7,6 µm, da sublageniformi, frammisti ad altri, più rari, di tipologia clavata, ialini, filo lamellare sterile. Cheilocrisocistidi non osservati.

Pleurocrisocistidi (38,2) 40,0-48,0 (50,4) x (14,0) 15,0-15,0 (16,6) µm, in media 44,1 x 15,3 µm, Q.m = 2,89; Vol.m = 5443 µm³; clavati, spesso mucronati e più o meno strettamente pedicellati, con contenuto oleoso giallastro, non molto frequenti.         

Pileipellis di tipo ixocutis, formato da ife fortemente gelatinizzate, aventi per diametro 2,3-5,9 µm. Presente un pigmento incrostante giallastro, più evidente negli strati più interni della pileipellis. Pileocistidi non osservati.

Stipitipellis formata da ife parallele, gelatinizzate, cilindriche, ialine, misuranti (3,8) 4,7-10,6 (12,4) µm, frammiste alle quali si possono notare frequentemente lunghe e grosse ife tromboplere a contenuto giallo.

Nella porzione apicale dello stipite si osserva un breve strato di cauloimenio formato da cistidi, per forme e misure del tutto simili ai cheiloleptocistidi, accompagnati spesso da crisocistidi simili a quelli presenti sulle facce, entrambi presto evanescenti e lascianti il posto a caulocistidi di diversa tipologia.

Caulocistidi (23,4) 32,4-58,4 (60,6) x (4,0) 4,5-9,5 (10,1) µm, in media 45,1 x 6,4 µm Q.m = 7,7; Vol.m = 980 µm³, in maggior parte cilindrici, sinuosi, con apice di pari spessore o leggermente allargato, frammisti a pochi di tipologia sublageniforme.      

Giunti a fibbia presenti in tutto il basidioma.       

Materiale studiato ed ambiente della raccolta: F.V.G. Muggia. Località: Rio Storto. Coordinate geografiche: 45°35'50.72"N 13°45'48.54"E. Altezza 17 m s.l.m. Habitat: in una aiuola fiorita concimata con sterco equino. Raccolta: 09.06.2011 (n°4679). Leg. & det. Zugna.

Osservazioni

La specie qui presentata possiede spore che in visione laterale esibiscono un poro germinativo visibilmente eccentrico, largo fino a 2,5 µm.

NOORDELOOS (2011) nella sua più recente monografia dedicata alle Strophariaceae, colloca S. dorsipora nel Sottogenere Stercophila (Romagn. ex Noordel.) Noordel. al cui interno sono incluse altre sei specie. In seno a questo Sottogenere, S. dorsispora è inserita nel gruppo delle specie dotate di crisocistidi. La specie più vicina è S. semiglobata la quale si differenzia per possedere spore con poro germinativo centrale. Le altre specie del gruppo “semiglobata” sono: S. alcis contrassegnata da cheilocistidi claviformi, spore relativamente strette (< 8,5 µm), con poro germinativo centrale; S. arctica, dotata di spore con poro germinativo centrale, cheilocistidi più lunghi, stretti e molto sinuosi; S. ochraceoviridis con pileo scaglioso e tonalità verdastre molto evidenti.

Nelle nostre indagini abbiamo osservato la presenza di caulocrisocistidi, se pur all’estremo limite superiore dello stipite, questo andrebbe a contrastare con quanto esposto nella monografia sopra citata, dove, nella chiave dicotomica si differenzia S. dorsipora da altre specie del “gruppo semiglobata”, anche per questo carattere, mentre, nella susseguente descrizione della specie si fa notare la presenza di caulocrisocistidi. Presumibilmente si tratta di una svista”.

Abbiamo anche potuto notare che, in questa zona, i cistidi sono del tutto simili a quelli dell’imenio, tanto da averlo, noi chiamato “cauloimenio”. Probabilmente, questa porzione stipitale è soggetta a una notevole variabilità di questi caratteri in funzione della decorrenza delle lamelle, in particolare, quando le lamelle discendono così vistosamente, come nel nostro caso.

Questo fattore porterebbe a far pensare che la presenza/assenza di caulocrisocistidi non possa essere un carattere così discriminante come può essere quello della presenza/assenza di pleurocrisocistidi sulle facce lamellari.

 

basidiomi

stropharia dorsipora.jpg

 

pileipellis

stropharia dorsipora pileipellis.jpg

 

cheilocistidi

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caulocistidi e caulocrisocistidi

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caulocistidi

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basidi

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spore

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Inviato 25 ottobre 2017 - 17:00

11. Volvariella bombycina (Schaeff.) Singer, Lilloa 22: 401 (1951) [1949]

 

Basionimo: Agaricus bombycinus Schaeff., Fung. Bavar. Palat. 4: 42 (1774)

Sinonimi: Agaricus bombycinus Schaeff., Fung. Bavar. Palat. 4: 42 (1774). Agaricus bombycinus Schaeff., Fung. Bavar. Palat. 4: 42 (1774) var. bombycinus. Agaricus denudatus Batsch, Elench. fung. (Halle): 53 (1783). Pluteus bombycinus (Schaeff.) Fr., Anteckn. Sver. Ätl. Svamp.: 34 (1836). Volvaria bombycina (Pers.) P. Kumm., Führ. Pilzk. (Zwickau): 99 (1871). Volvariopsis bombycina (Schaeff.) Murrill, Mycologia 3(6): 281 (1911)          

 

Pileo fino a 170 (220) mm, molto carnoso, inizialmente ovoide, poi conico-campanulato, quindi convesso, infine disteso con largo e basso umbone centrale; cuticola facilmente asportabile, di aspetto sericeo-lanoso per la presenza di lunghi ciuffi di peli disposti radialmente, eccedenti il margine; di colore bianco, giallo paglierino nella varietà flaviceps (Murrill) Shaffer, in vecchiaia si manifestano delle tonalità crosta di pane, specialmente nella porzione discale.

Lamelle libere e distanti dal gambo, arrotondate, ventricose, molto fitte, alte fino a 25 mm, intercalate da 2-3 lamellule, all’inizio bianche, poi grigio-rosate, infine rosa-brunicce, filo lamellare concolore o appena più chiaro, finemente eroso.

Stipite 140-160 x 20-30 mm, non separabile dal pileo “omogeneo” per il suo notevole spessore, cilindrico, spesso ricurvo, leggermente svasato alla sommità, glabro, finemente fibrilloso, di colore bianco, macchiato di giallastro in vecchiaia, verso il basso termina con una base larga fino a 35-50 mm, bulbosetta, avvolta da una volva membranosa e persistente nel tempo, alta 80-120 mm, libera, inguainante, nei primordi con superficie liscia, lucente, di colore brunastro, in seguito irregolarmente lacerata, per la presenza di scaglie ocra-grigiastre più o meno appressate.

Carne bianca, leggermente ocracea in vecchiaia, consistente e tenace, elastica nello stipite; da inodora nei giovani esemplari a nettamente rafanoide, sapore mite con componente rafanoide.

Sporata rosa-brunastro.

Spore (7,97) 8,45-9,57 (10,28) x (5,16) 5,39-6,32 (6,82) µm, in media 8,98 x 5,85µm, Q. = (1,31) 1,40-1,67 (1,80); Q.m. = 1,54; Vol. = (118) 136-191 (223); Vol.m. = 161 µm³; lungamente ellissoidi in proiezione laterale, subovoidi in proiezione frontale, lisce, parete leggermente spessa, pigmentata di rosa se osservata al microscopio ottico in H2O.

Basidi 23-30 x 9-11 µm, ventruti, subfusiformi, tetrasporici.

Subimenio composto da cellule subisodiametriche.

Cheilocistidi 58-116 x 13-28 µm, largamente fusiformi con papilla lunga 2-8 µm, spesso a contenuto rifrangente, parete molto sottile, facilmente collassabili, disposti in densi mazzetti lungo il filo lamellare.

Pleurocistidi 48-134 x 14-53 µm, polimorfi, strettamente o largamente clavati, fusiformi con o senza papilla apicale.

Trama lamellare inversa, formata da ife cilindriche, con diametro 9-19 µm, settate.

Pileipellis di tipo cutis con transizione ad un tricoderma lasco, formata da ife di forma cilindrica, non settate, di dimensioni 2000 x 20 µm, porzione terminale di pari spessore.

Subpellis formata da ife cilindriche, settate, con diametro 3-19 (32) µm

Caulopellis composta da ife filamentose a struttura lassamente intricata, cilindriche, settate, con diametro 4-7 µm, con diametro (13) 16,5- 42,5 (50) µm, elementi terminali 36-66 x 8-16 µm, cilindrici, cilindrico-clavati, spesso con apice subcapitulato.        

Velo universale formato da una struttura strettamente ifale

Giunti a fibbia non osservati in nessun tessuto del basidioma.

Materiale studiato ed ambiente delle raccolte: F.V.G. Muggia. Località: Bagni San Rocco. Coordinate geografiche: 45°36'24.99"N 13°45'31.93"E. Altezza 14 m s.l.m. Habitat: su albero vivente di Populus alba. Raccolta: 21.09.2011 (n°4717). Leg. Zugna & det. Zugna.

 

Osservazioni

Volvariella bombycina è una bella specie, piuttosto appariscente, che non presenta nessuna difficoltà determinativa in virtù di una serie di caratteri eclatanti di facile riscontro come ad esempio: le grandi dimensioni, la presenza di lunghi e morbidi peli sericei che ricoprono l’intera superficie pileica, la volva ampia, alta, membranosa, brunastra e l’odore rafanoide. La rinveniamo occasionalmente lungo i viali alberati e nei giardini, su tronchi di diverse specie di alberi viventi (Aesculus, Tilia, Populus, etc.), in particolare nelle cavità poste anche ad alcuni metri d’altezza, ma anche su ceppaie in disfacimento, nel periodo estivo.

L’attuale sistematica colloca il genere Volvariella nella famiglia Pluteaceae del Clade Pluteoide (BOCCARDO et al., 2008).

 

basidiomi

volvariella bombycina.jpg

 

basidiomi

volvariella bombycina-b1292.jpg

 

pileipellis

volvariella bombycina pileipellis.jpg

 

cheilocistidi

volvariella bombycina cheilocistidi.jpg

 

pleurocistidi

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caulopellis caulocistidi

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basidi

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spore

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Marino Zugna
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Inviato 25 ottobre 2017 - 17:01

Bibliografia citata nel testo

BOCCARDO F., M. TRAVERSO, A. VIZZINI & M. ZOTTI – 2008: Funghi d’Italia. Zanichelli. Bologna.

CAPPELLI A. – 2010: Approccio al Genere Agaricus – I. RdM. 2:99-118.

CAPPELLI A. – 2010: Approccio al Genere Agaricus – III. RdM. 4:291-314.

CHIARI M., G. GILIANI, G. MEDARDI & C. PAPETTI – 2015: I funghi della città di Brescia.Circolo Micologico Carini. Brescia.

CHIARI M. & C. PAPETTI – 2012: Funghi della città di Brescia – 9. Bollettino del Circolo Micologico G. Carini 63: 36-47.

NOORDELOOS M. E. – 2011: Strophaariaceae s.l. Fungi Europaei 13. Ediz. Candusso. Alassio.

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Bibliografia consultata

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BON M. - 1985: Clé monograpique du genre Agaricus. Documents Mycologique. (60)

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ULJÉ C.B. & M. E. NOORDELOOS – 1997: Studies in Coprinus IV. Persoonia 16: 265m, 3.

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WATLING R. - 1982: British fungus flora, Agarics and Boleti. 3. Bolbitìaceae: Agrocybe, Bolbitius & Conocybe. Royal Botarne Garden. Edinburgh.


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