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ASEROË RUBRA APPUNTI SU UN RARISSIMO GASTEROMICETE ESOTICO


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#1 marinetto

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Posted 20 February 2017 - 15:34 PM

APPUNTI SU UN RARISSIMO GASTEROMICETE ESOTICO:

ASEROË RUBRA  LABILL.

PRIMI RITROVAMENTI IN ITALIA

 

di Paolo Picciola*, Marino Zugna** e Duilio Persoglia ***

 

(*) Paolo Picciola – Via D’Alviano, 86 - 34144 Trieste – e-mail: paolo.picciola@libero.it

(**) Marino Zugna – Località Rio Storto, 7 - 34015 Muggia (TS) – e-mail: marinozugna@fastwebnet.it

(***) Duilio Persoglia -     ………………………………..   -  e-mail: duilio.per@alice.it

 

Riassunto

Con i repentini mutamenti climatici, associati ai processi di globalizzazione e alla conseguente movimentazione di enormi quantitativi di prodotti naturali (legni, semi, derrate alimentari, terricci esotici, etc.) da un continente all’altro, nel corso degli ultimi anni sono stati individuati sul suolo nazionale diverse specie fungine d’origine esotica.

Con questo contributo gli autori documentano la presenza nel territorio goriziano di un singolare gasteromicete d’origine australiana, Aseroë rubra Labill., la cui presenza sul suolo europeo è stata documentata in modo soltanto occasionale in ambienti antropizzati (serre) in Inghilterra e Germania. 

Viene fornita una descrizione completa di una singola raccolta effettuata in data 19 giugno 2016, corredata da immagini dei basidiomi in habitat e degli elementi microanatomici. Il lavoro si conclude con un confronto tra Aseroë rubra e Clathrus archeri, due specie piuttosto simili accomunate altresì dalla loro origine australiana.

 

Introduzione

Il primo ritrovamento di Aseroë rubra è stato effettuato da uno di noi (D.P.) nell’estate del 2012 nel bosco Plessiva (Comune di Cormons - Gorizia). Da allora i suoi ritrovamenti si sono succeduti costantemente a tal punto che la specie è diventata infestante in diverse parti della località interessata.

Si ritiene che la presenza in loco di questo micete sia dovuta all’introduzione da parte della forestale di terriccio e residui legnosi di provenienza esotica impiegati per la preparazione di pacciamatura che, in seguito, è stata sistemata sul terreno ai margini del bosco Plessiva composto da latifoglie miste: Corylus avellana, Quercus sp. e Ostrya carpinifolia.

Aseroë rubra si è diffusa in poco tempo nella località in questione per la presenza di un substrato adeguato alle sue esigenze trofiche e soprattutto per l’azione degli insetti a cui è affidata la dispersione delle spore nell’ambiente circostante.  

Come tutte le specie appartenenti all’ordine Phallales, Aseroë rubra è un saprotrofo, legato a substrati umidi e ricchi di detriti legnosi marcescenti, inoltre è caratteristico dei climi delle foreste pluviali dei tropici e a quelli subtropicali o temperati caldi.

Nel corso di due secoli circa la specie si è diffusa dal suo continente originario, l’Oceania, in tutti i continenti, colonizzando in particolare le aree a clima tropicale e subtropicale.

In Europa è una specie estremamente rara, ritrovata fin’ora in Inghilterra e Germania.

La sua presenza è stata notata per la prima volta nei Royal Botanic Gardens di Kew (Londra) nel 1829, in una serra su un substrato composto da terreno proveniente dall’Australia (Pegler, 1995).

Dopo questo primo ritrovamento è stata segnalata in Germania nell’orto botanico di Berlino (Berlin Botanical Garden) (Ulbrich, 1929).

Più recentemente, il fungo è stato trovato in Inghilterra ad Oxshott Heath (Surrey), in questa occasione il ritrovamento è avvenuto in una lettiera di un bosco su terreno sabbioso (Pegler, 1995).

 

Materiali e Metodi

Lo studio è stato compiuto su materiale secco. I preparati sono stati osservati usando come mezzo di governo KOH 2%, ove necessario si è adoperato Rosso Congo Ammoniacale 2 % per meglio evidenziare le differenti tipologie cellulari. Le misure microscopiche sono state eseguite con il software di calcolo Mycométre gentilmente fornitoci dal Sig. Georges Fannechère e prelevabile a questo indirizzo http://mycolim.free.fr. Le misure sporali si riferiscono a 50 unità, prelevate dalla gleba matura. Per le rimanenti strutture cellulari si sono eseguite un minimo di venti misure a tipologia. Le misure sottolineate si riferiscono alle medie. Per la terminologia riguardante la tipologia delle caratteristiche macro e microscopiche, si fa riferimento a (Sarasini 2005). Per quanto riguarda la nomenclatura aggiornata ed i nomi degli Autori, abbiamo fatto riferimento a http://www.indexfungorum.org e http://www.mycobank.org.

 Le foto in habitat sono state eseguite con l’ausilio di una fotocamera Reflex Nikon D90. Per le osservazioni dei caratteri macroscopici, in alcuni casi, ci siamo valsi di uno stereo microscopio Optech trinoculare e del supporto di foto macro ad alta risoluzione. Le foto concernenti la microscopia, sono state eseguite con l’ausilio di una fotocamera Reflex EOS 50D, posto sul terzo occhio di un microscopio biologico Optech Biostar B5, supportato da ottiche Plan-APO, illuminazione alogena 12V-50 W a luce riflessa, con regolatore d'intensità. La raccolta è conservata nell'erbario A.M.B. Gruppo di Muggia e del Carso.

 

 

 

Aseroë rubra Labill., Bull. Murith. Soc. Valais. Sci. Nat. 1: 145 (1800)

 

Sistematica: Phallaceae, Phallales, Phallomycetidae, Agaricomycetes, Agaricomycotina, Basidiomycota, Fungi.

 

Sinonimi

Aseroë actinobola Corda, in Zobel, Icon. fung. (Prague) 6: 23 (1854)
Aseroë junghuhnii Schltdl., Rep. state botanist edible Fungi New York 1895-99 (Albany): 13 (1847)
Aseroë muelleriana (E. Fisch.) Lloyd [as 'mülleriana'], Mycol. Writ.(7): 18 (1907)
Aseroë pentactina Endl., Iconogr. Gen. Pl.: pl. 1 (1837)
Aseroë rubra f. actinobola (Corda) Sacc., in Berlese, De Toni & Fischer, Syll. fung. (Abellini) 7: 26 (1888)
Aseroë rubra f. junghuhnii (Schltdl.) E. Fisch., Denkschr. schweiz. naturf. Ges. 32: 75 (1890)
Aseroë rubra f. pentectina (Endl.) Sacc., Syll. fung. (Abellini) 7: 26 (1888)
Aseroë rubra Labill., Bull. Murith. Soc. Valais. Sci. Nat. 1: 145 (1800) f. rubra
Aseroë rubra var. actinobola (Corda) E. Fisch., Syll. fung. (Abellini) 7: 26 (1888)
Aseroë rubra var. bogoriensis Pat., Bull. Soc. mycol. Fr. 14: 191 (1898)
Aseroë rubra var. brasiliensis Ulbr., Notizbl. Bot. Gart. Berlin-Dahlem 10: 722 (1929)
Aseroë rubra var. junghuhnii (Schltdl.) E. Fisch., Neue Denkschr. Allg. Schweiz. Ges. Gesammten Naturwiss. 32: 74 (1890)
Aseroë rubra var. muelleriana E. Fisch., Jb. Königl. Bot. Gart. Berlin 4: 88 (1886)
Aseroë rubra var. pentactina (Endl.) E. Fisch., Jb. Königl. Bot. Gart. Berlin 4: 87 (1886)
Aseroë rubra Labill., Bull. Murith. Soc. Valais. Sci. Nat. 1: 145 (1800) var. rubra
Aseroë rubra var. typica E. Fisch., Jb. Königl. Bot. Gart. Berlin 4: 87 (1886)
Aseroë rubra var. zeylanica (Berk.) E. Fisch., Denkschr. schweiz. naturf. Ges. 32: 75 (1890)
Aseroë rubra d muelleriana (E. Fisch.) Sacc. [as 'mülleriana'], in Berlese, De Toni & Fischer, Syll. fung. (Abellini) 7: 26 (1888)
Aseroë zeylanica Berk., London J. Bot. 5: 535 (1846)

 

Caratteristiche generali della specie

Questo singolare fungo d’origine extraeuropea, assume l’aspetto di una attinia. Il suo corpo fruttifero è costituito da un ricettacolo, caratterizzato da uno pseudogambo allungato, completamente cavo, con funzione di supporto, sulla cui sommità si sviluppa un disco orizzontale dal quale si espandono in senso radiale ed orizzontalmente 5 - 9 (11) bracci affusolati su cui si spalma la gleba, formata da una sostanza fertile mucillaginosa verde-nerastra, emanante un forte odore fecale, nauseante che attrae le mosche alle quali è affidata la dispersione delle spore.

Il ricettacolo è inizialmente racchiuso da una membrana protettiva generale (peridio), che con la crescita del pseudogambo rimane alla sua base, sotto forma di volva.

La specie in questione può essere facilmente scambiata con Clathrus archeri, tuttavia, come vedremo più avanti nel dettaglio, le due specie possono essere facilmente distinte tenendo conto di alcuni caratteri morfologici di facile riscontro.

 

Descrizione macroscopica della raccolta

Inizialmente i carpofori sono completamente chiusi e semiipogei, ovoidali o globoso-schiacciati, alti fino a 30 mm, larghi fino a 35 mm, terminanti con un lungo fascio di numerosi e sottili cordoncini miceliari di colore bianco lillaceo.

Lo sviluppo verticale del pseudogambo provoca la deiscenza per lacerazione del peridio.

Quest’ultimo è costituito da due strati morfologicamente distinti: un esoperidio, sottile e membranoso e un endoperidio piuttosto spesso e gelatinoso.

La superficie del peridio è di colore bianco-grigiastro, ocraceo, con sfumature lilla verso la base che si diffondono su tutta la superficie con l’essicazione.

Lo pseudogambo, con funzione di supporto è di aspetto cilindrico, assottigliato alla base, lungo fino a 60 mm e largo fino i 23 mm, di colore rosa al centro fino all’apice, giallastro inferiormente, all’interno completamente cavo, piuttosto leggero, con parete spessa 3 mm circa, costituita da uno o due tubicini paralleli.

Il tratto superiore del ricettacolo è formato da un disco orizzontale, largo 27 mm, rosso, dal quale si sviluppano concolori al disco in direzione radiale 6 bracci affusolati, leggermente arcuati, lunghi 35 mm, larghi alla base 7 mm, biforcati nel tratto finale.

La gleba, di colore verde-nerastro è spalmata sulla superficie dei bracci e del disco.

 

Descrizione microscopica della raccolta

Spore (4,96) 5,28 - 5,67 - 6,04 (6,16) x (1,96) 2,02 - 2,2 - 2,43 (2,63) µm, Q. = (3,5) 3,8 - 4,44 - 5,9 (7,0), Vol. = (94,9) 144,7 - 275,4 - 314,9 (324,1) µm3, cilindriche, arrotondate all’apice, leggermente tronche alla base, lisce, parete sottile, ialine, spesso con 2 (3) gocce lipidiche.

Basidi (15,1) 17,1 - 21,65 - 25,0 (26,6) x (3,4) 3,8 - 4,6 - 5,3 (5,5) µm, Q. = (3,5) 3,8 - 4,44 - 5,9 (7,0), Vol. = (94,9) 144,7 - 275,4 - 314,9 (324,1) µm3, strettamente clavati, sinuosi, con leggero rigonfiamento mediano, ialini, 4-6 (8) sporici, sterigmi brevi e tozzi. Subimenio ifale.

Ricettacolo composto da sferociti a parete sottile, contenenti un pigmentato intracellulare rossastro e con diametro (21,0) 25,3 - 36,19 - 40,6 (45,0) µm.

Esoperidio composto da ife cilindriche a struttura strettamente intricata, settate, anastomosate sinuose, larghe (2,8) 3,2 - 4,4 - 5,2 (5,9) µm, ialine, inflate in prossimità di alcuni setti, dove raggiungono il diametro di 8,0 µm.

Endoperidio composto da ife cilindriche a struttura lassamente intricata, settate, anastomosate sinuose, larghe (1,7) 2,07 - 2,6 - 2,9 (3,0) µm, ialine, immerse in uno strato di gel, inflate in prossimità dei setti con diametro uguale a quello delle ife dell’esoperidio.

 

Dati di raccolta

N. scheda: 6658. Data di ritrovamento: 19/06/2016. Località: Bosco di Plessiva. Comune: Cormons (GO). Coordinate geografiche: 45°58'40.36"N 13°29'20.69"E. Altezza s.l.m.: 93. Habitat diversi esemplari sparsi sulla pacciamatura, situati ai margini di un boschetto misto di latifoglie (noccioli, carpini e querce). Legit: Persoglia Duilio, Picciola Paolo. Det. Persoglia D. Data inserimento in erbario: 24/06/2016.

Note sono stati esaminati 3 basidiomi in diverse fasi di crescita.

 

Osservazioni

Le specie appartenenti al genere Aseroë evidenziano dei bracci caratteristici che si sviluppano a partire dai margini di una espansione discoide posta all’apice del pseudogambo.

A livello mondiale il genere è costituito soltanto da tre specie: la specie tipo Aseroë rubra Labill.(1800), Aseroë aracnoidea Fisch (1890) e Aseroë floriformis Baseia & Calonge (2005).

In letteratura sono riportate numerose varietà di Aseroë rubra che nel loro complesso evidenziano una spiccata variabilità sia nei colori che nelle sue caratteristiche esteriori (Cunningham, 1944; Dring, 1980; Pegler, 1995).

I caratteri morfologici che presentano un certo grado di variabilità sono: il numero dei bracci, la lunghezza del pseudogambo, le dimensioni del disco centrale, la lunghezza della biforcazione all’estremità dei bracci.

Nei nostri ambienti la specie che più assomiglia a Aseroë rubra è sicuramente Clathrus archeri Micheli :Pers., quest’ultima è priva del espansione discale, presenta un pseudogambo poco sviluppato, non o poco emergente dal peridio, i bracci inizialmente fusi all’apice e per lungo tempo disposti verticalmente e solo a maturità aperti ad arco.

 

Clip.jpg

 

 

Bibliografia citata nel testo

SARASINI M., 2005. Gasteromiceti epigei.  A.M.B. Fondazione Centro Studi Micologici. Vicenza, pp. 254-262.

PEGLER D.N., T. LAESSOE, SPOONER B., 1995. British puffballs, earthstars and stinkhorns. :1-255.

ULBRICH, 1929, in DRING D.M., 1980. Contributions towards a rational arrangmenet of the Clathraceae. Kew Bulletin. 35(1):1-97.

 

Bibliografia consultata

BASEIA I.G. & F.D. CALONGE. 2005. Aseroë floriformis, a new phalloid with a sunflower-shaped receptacle. Mycotaxon. V. 92, pp.169-172.  

CETTO B., 1994. I funghi dal vero. V. 6. Arti Grafiche Saturnia. Trento. n° 2533.

CUNNINGHAM G. H., 1942. The Gasteromycetes of Australia and New Zealand. Mc Indoe, Dunedin, N.Z. (Reprint J. Cramer, Vaduz, 1979).

DRING D.M., 1980. Contributions towards a rational arrangmenet of the Clathraceae. Kew Bulletin. 35(1):1-97.

IMAZEKI R., OTANIY., & HONGO T., 1988 Fungi of Japan.

JULICH W., 1989. Guida alla determinazione dei funghi Vol. II. Saturnia 30.

LABILLARDIÈRE J.J., 1799. Rélation du voyage à la recherche de la Perouse, fait par ordre de l'essemblée de constituante pendant les années 1791 et 1792.

PEGLER D.N., T. LAESSOE, SPOONER B., 1995. British puffballs, earthstars and stinkhorns. :1-255.

 

 

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Aseroe rubra porzione basale del pseudogambo

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Marino Zugna
A.M.B. Gruppo di Muggia e del Carso


#2 marinetto

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Posted 20 February 2017 - 15:39 PM

ASEROË RUBRA  LABILL.

 

 

Aseroe rubra basidi

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Aseroe rubra endoperidio

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Aseroe rubra esoperidio

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Aseroe rubra sezione bracci del ricettacolo

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Aseroe rubra sferociti bracci del ricettacolo

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Aseroe rubra sotto esoperidio sopra endoperidio

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Aseroe rubra spore

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Marino Zugna
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Posted 20 February 2017 - 15:42 PM

Clathrus archerii

 

Clathrus archerii

Clathrus archerii .JPG

 

 

Clathrus archerii

Clathrus archerii 2.JPG

 

 

Clathrus archerii

Clathrus archerii 3.JPG

 

 

Clathrus archerii sferociti bracci del ricettacolo

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Clathrus archerii sopra endoperidio sotto esoperidio

Clathrus archerii sopra endoperidio sotto esoperidio.jpg

 

 

Clathrus archerii spore

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Marino Zugna
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