Stropharia aeruginosa (Curtis) Quél., Mém. Soc. Émul. Montbéliard, Sér. 2 5: 141 (1872)
Basionimo: Agaricus virens Scop. 177
Sinonimi: Pratella aeruginosa (Curtis) Gray 1821 [LEG; MB114484]
Geophila aeruginosa (Curtis) Quél. 1886 [LEG; MB493602]
Psilocybe aeruginosa (Curtis) Noordel. 1995 [LEG; MB414009]
Agaricus aeruginosus Curtis 1774 [LEG; MB156676]
Clitocybe virens (Scop.) Sacc. 1887 [UNA; MB175085]
Agaricus viridis Huds. 1778 [ILL; MB236075]
Posizione sistematica: Strophariaceae, Agaricales, Agaricomycetidae, Agaricomycetes, Agaricomycotina, Basidiomycota, Fungi
Descrizione macroscopica della raccolta
Pileo diametro 30-50 mm, all'inizio emisferico quindi convesso, infine piano-convesso con basso umbone ottuso, margine intero, non striato, molto spesso ornato da resti bambagiosi di velo bianco a decorazione, più raramente nudo. Cuticola totalmente separabile, liscia, non igrofana, fortemente viscosa, glutinosa a tempo umido, lucida e brillante con il secco, all'inizio di colore verde smeraldo, con l'età e con il secco tendente a sbiadire su toni verdastri meno carichi e/o giallo-verdastri e/o mescolati a macchie giallastre.
Lamelle da adnate a smarginato-uncinate, ventricose, sottili, mediamente fitte, inframezzate da 3-5 lamellule di diversa lunghezza, all'inizio di colore grigio-biancastre, presto grigio-porpora, infine porpora-nerastre, filo lamellare finemente fimbriato, da giovane quasi concolore, a maturazione vistosamente più chiaro delle facce.
Stipite 60-70 x 5-10 mm, diritto o leggermente ricurvo, da cilindrico a leggermente svasato all'apice e con base dello stesso spessore, cavo, finemente pruinoso nella porzione supranulare, fioccoso, bambagioso, squamosetto nella porzione sub anulare, infine quasi liscio con l'età, da verde argentato a beige e fino a grigio-verdastro grigio-ocraceo dove manipolato; mai glutinoso. Base ricoperta da uno strato miceliare bambagioso di colore bianco e da brevi cordoncini miceliari.
Velo parziale presente sotto forma di anellino, in gioventù piuttosto persistente, via via tendente a rimanere solo come traccia, a seconda delle situazioni temporali, di colore verde-argenteo nella porzione inferiore, presto porpora nella porzione superiore, delicatamente membranoso nello stadio giovanile, presto lacerato in lembi posti nella porzione alta dello stipite.
Carne sostanzialmente bianca nella porzione pileica, trasparente e acquosetta in quella stipitale, verdolina nella corteccia stipitale, soprattutto all'apice e alla base. Consistenza piuttosto soffice e morbida nel pileo, leggermente più fibrosa nello stipite.
Odore e sapore abbastanza pronunciati, aciduli.
Sporata bruno-porpora.
Descrizione microscopica della raccolta
Spore (6,6) 6,9-7,9 (8,3) x (4,1) 4,3-4,7 (4,9) µm, in media 7,38 x 4,54 µm, Q. = 1,5-1,7 ; Q.m = 1,63; Vol. = (58) 68-90 (103); Vol.m = 79 µm³; amigdaliformi in proiezione laterale, ovoidi in proiezione frontale, lisce al microscopio ottico, marrone-porpora in H2O, poro germinativo indistinto o appena visibile, parete leggermente inspessita.
Basidi 23-34 x 6-8 µm, Q.m = 4,0; Vol.m = 749 µm³, clavati con restringimento mediano, tetrasporici.
Cheiloleptocistidi 27-57 x 5-11 µm, in media 45 x 9 µm, Q.m = 5,1; Vol.m = 1983 µm³; cilindrici con apice da clavato fino a capitulato, molto flessuosi, ialini, filo lamellare sterile.
Cheilocrisocistidi non osservati.
Pleurocrisocistidi 30-40 x 8-11 µm, in media 35 x 9,6 µm, Q.m = 3,6; Vol.m = 174 µm³; da largamente clavati a subfusiformi, spesso con apice da mucronato a rostrato e base più o meno lungamente pedicellata, con contenuto oleoso giallastro in KOH, non molto frequenti.
Pileipellis in ixocutis, con tendenza a ixotricoderma negli strati più esterni, formata da ife a parete spessa, aventi per diametro 3-5 µm. Presente un pigmento membranario e incrostante bruno-giallastro, più evidente negli strati più interni della pileipellis. Pileocistidi non osservati.
Stipitipellis tipo cutis, formata da ife parallele, poco gelatinizzate, cilindriche, ialine, misuranti 3-6 µm.
Cauloleptocistidi 26-49 x 5-12 µm, in media 37 x 8 µm Q.m = 4,8; Vol.m = 1385 µm³, in maggioranza clavati con apice subcapitulato, molto sinuosi, abbondantissimi, disposti in folti mazzetti e/o distribuiti a tappeto nella porzione supranulare, non osservati nella porzione subanulare.
Caulocrisocistidi non osservati a nessun livello.
Giunti a fibbia presenti in tutti i tessuti osservati.
Materiali e Metodi
Lo studio è stato compiuto su materiale fresco. I preparati sono stati osservati usando come mezzo di governo H2O; ove necessario, si è adoperato Rosso Congo Ammoniacale 6% per meglio evidenziare le differenti tipologie cellulari. Le misure microscopiche sono state eseguite con il software di calcolo Mycométre gentilmente fornitoci dal Sig. Georges Fannechère e prelevabile a questo indirizzo http://mycolim.free.fr Le misure sporali si riferiscono a 100 unità, effettuate in proiezione laterale e, nel caso di spore inequilaterali anche in proiezione frontale, prelevate da zone non imeniali, scartando spore ancora evidentemente immature e senza tener conto di eventuali ornamentazioni che, nel caso, si sono misurate a parte, per le rimanenti tipologie cellulari si sono eseguite un minimo di venti misure a tipologia. Per la terminologia riguardante la tipologia delle caratteristiche macro e microscopiche, si fa riferimento a Else C. Vellinga 1998: (Flora Agaricina Neerlandica 1- Chapter 8; Glossary). Per quanto riguarda la nomenclatura aggiornata e gli Autori delle specie, nella maggior parte dei casi, si è fatto riferimento all'Index Fungorum http://www.indexfungorum.org/ e http://www.mycobank.org/MycoTaxo.aspx
Per le osservazioni dei caratteri macroscopici, in alcuni casi, ci siamo valsi di uno stereo microscopio Optech trinoculare e del supporto di foto macro ad alta risoluzione. Le foto macro sono eseguite in habitat e/o, se necessario, in studio, con l'ausilio di una fotocamera Reflex EOS 50D + obiettivo Canon EF 100mm f/2.8 Macro USM. Le foto concernenti la microscopia, sono state eseguite con il corpo macchina della medesima fotocamera, posto sul terzo occhio del trioculare di un microscopio biologico Optech Biostar B5, supportato da ottiche Plan-APO, illuminazione alogena 12V-50 W a luce riflessa, con regolatore d'intensità. Le collezioni d'erbario sono conservate nell'erbario A.M.B. Gruppo di Muggia e del Carso.
Dati di raccolta e Habitat
N. scheda: 4760. Data di ritrovamento: 14/11/2011. Località: Trboje. Comune: Kranj. Coordinate geografiche: 46 11 45.94" N, 14 26 02.46" E. Altezza s.l.m.: 361. Habitat: Bosco misto latifoglia e conifera. Su legno marcescete di Picea abies. Determinatore: Zugna M. Legit: Jože Močnik
Data inserimento in erbario: 17/11/2011.
Osservazioni
Nella sua più recente Opera (Noordeloos 2011), l'Autore sistema S. aeruginosa nel Sottogenere Stropharia (Fr.) Quél., nel quale, oltre alla nostra, vengono incluse altre otto specie, delle quali, prenderemo in considerazione solo quelle che, in qualche modo, evidenziano una colorazione verde più o meno intensa. Di seguito elenchiamo le specie ed una breve sintesi dei caratteri utili ad una differenziazione.
S. squamulosa (Massee) Massee 1906 [1905], si differenzia agevolmente in quanto possiede molti cheilocrisocistidi frammisti ai cheiloleptocistidi. S. caerulea Kreisel 1979, possiede anch'essa molti cheilocrisocistidi frammisti ai cheiloleptocistidi e quindi non pone problemi.
Più sottile è la distinzione con S. alpina (M. Lange) M. Lange 1980, la quale non possiede cheilocrisocistidi però ha spore molto più grandi 9-11 (11,5) x 5-7 µm, quindi in qualche modo potremmo differenziarla abbastanza agevolmente.
Tutt'altro discorso è invece differenziare S. pseudocyanea (Desm.) Morgan 1908, "a sua volta distinta in due forme", entrambe prive di cheilocrisocistidi e con misure sporali molto simili alla nostra.
A differenziarle tra loro ma soprattutto, da S. aeruginosa "dovrebbero essere sufficienti?" i caratteri che seguono:
S. pseudocyanea f. pseudocyanea, macroscopicamente, possiederebbe uno stipite piuttosto lungo del quale, il quoziente è superiore a 10. Dal lato microscopico l'unica differenza sta' nelle spore che misurano (6,5) 7-10 x 4-6 µm, Q.m. = 1,6-1,7.
S. pseudocyanea f. ocrocyanea, macroscopicamente, possiederebbe uno stipite piuttosto corto del quale, il quoziente risulterebbe inferiore a 10. Dal lato microscopico, in questa forma le spore misurerebbero 6-9 x (4) 4,4-5,5 µm, Q.m. = 1.45-1.65. A riguardo di quest'ultima specie ed alla suddivisione in due ulteriori forme, non mi pronuncio e lascio il campo agli esperti.
Nel descrivere le caratteristiche micro morfologiche dello stipite delle tre specie prese in esame, tralasciando le forme, il professore olandese (Noordel. 2011), scrive testualmente:
S. aeruginosa, caulocistidi presenti solo come crisocistidi, piuttosto numerosi all'apice del gambo, da cilindrici a clavati, spesso con apice mucronato.
S. caerulea, caulocistidi presenti all'apice del gambo, da cilindrici a clavati, talvolta mucronati, solitamente come crisocistidi.
S. pseudocyanea, caulocistidi da cilindrici a clavati, osservabili solo all'apice del gambo, a gruppi.
Purtroppo, il professore olandese, nella chiave delle Stropharia, non cita nemmeno la differenza di caulocistidi, (lasciando così presupporre che non sia un carattere rilevante?)
Certo che, io ne ho viste parecchie di strofarie più o meno verdi (ben sapendo che il colore verde è l'ultima cosa che può separare le specie, in quanto, dopo alcuni giorni tutte tendono a diventare più o meno giallastre), ma questa non saprei proprio come separarla, da quella che noi abbiamo ipotizzato come S. aeruginosa, se non per l'assenza di caulocrisocistidi e la presenza di soli cauloleptocistidi (ma nel caso si dimostrasse un carattere differenziale importante dovremmo cambiare la nostra determinazione a favore di S. pseudocyanea), carattere che, a nostro avviso, se confortato da ulteriori riscontri potrebbe essere un alternativa o meglio, un ulteriore contributo, a differenziare S. aeruginosa da S. pseudocyanea.
Se poi mi si viene a dire che, le differenti tipologie di caulocistidi non fanno testo, mente, quelle dei cheilocistidi lo fanno, allora non saprei più cosa pensare, o magari mi verrebbe da supporre che il gruppo di strofarie a colorazioni verdi sia molto più unito di quanto lo si voglia far credere. Ma, in fondo, queste mie ipotesi lasciano il tempo che trovano.
Bibliografia
Bon M. & Roux P., 2003. Clé analytique de la famille Strophariaceae Singer & A.H. Smith. Doc. Mycol. 33 (129).
Bas, C., Kuyper, Th.W., Noordeloos, M.E. & Vellinga, E.C. (eds) (1999). Flora Agaricina Neerlandica 4.
Breitenbach J. & Kränzlin F., 1995- Champignons de Suisse. Tome 4. Champignons à lames 2ème partie.
Cetto B., 1975-1993 - I funghi dal vero. Trento. Tav. 1-3042.
Index Fungorum: http://www.indexfung...Names/Names.asp
Kühner R., Romagnesi H., 1953 - Flore Analytique des Champiognons supérieurs.
Kühner R., Romagnesi H., 1954-1958 - Compléments à la "Flore Anayique". [Reprint: Biblioth. Mycol. 1977.
Moser M., 1983 - Guida alla determinzione dei funghi (Polyporales, Boletales, Agaricales, Russulales).
Noordeloos M. E. - 2011 Fungi Europaei: Vol. 13 STROPHARIACEAE s.l. Edizioni Candusso 2011.
Watling R. - 1982: British fungus flora, Agarics and Boleti. 3. Bolbitìaceae: Agrocybe, Bolbitius & Conocybe. Royal Botarne Garden. Edinburgh.