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Amanita eliae var. griseovelata Bertault ex Neville & Poumarat, (2004)
Basionimo: Amanita eliae f. griseovelata Bertault, (1965) [inval.]
Sinonimi: ? Amanita eliae var. griseovelata (Bertault) Migliozzi & Camboni, 2000, BGMB [Trento], 43 (2), p. 125 (fide Neville & Poumarat, 2004, Fungi Europaei 9, p. 370 [inval.])
= Amanita eliae f. griseovelata Bertault, 1965, Bull. Soc. mycol. France 81 (3), p. 359 [inval.]
? Amanita griseovelata (Bertault) Massart, 1997, BGMB 43(2), p. 80 [inval. ; non D. A. Reid, 1978]
? Amanita eliae var. griseovelata (Bertault) Migliozzi & Camboni, 2000, BGMB 43 (2), p. 125 [inval.]
= Amanita raymondii Contu, 2000, BGMB 43 (2), p. 80 [nom. nov. Basato su Amanita griseovelata (Bertault) Massart, 1997 ; inval.]
Descrizione della raccolta:
Pileo 50-100 mm, non molto carnoso, dapprima semigloboso quindi convesso, infine disteso, senza umbone evidente, cuticola apparentemente secca, untuosetta dopo umidificazione, nel giovane di color nocciola chiaro (Seguy 249), ocra molto pallido verso il margine (Seguy 680), nell’adulto con toni nocciola uniformi (Seguy 249), con l’età nocciola-brunastro (Seguy 133), più scuro al centro (Seguy 178), margine finemente striato (1/5° di raggio); decorato da residui verrucosi di velo, biancastro-grigiastri negli esemplari giovani, grigio cenere (Seguy 235), negli esemplari adulti.
Lamelle mediamente fitte (8-9 x 1 cm), larghe, spesse ma fragili, da rettilinee a leggermente ventricose, libere, biancastre nel giovane, crema chiaro nell’adulto, taglio concolore, finemente fioccoso-crenulato, lamellule presenti ma non abbondanti (1 l./4-5 L.), tronche.
Stipite 120-160 x 10-15 mm, base fino a 25 mm, a lungo pieno poi farcito, quindi fistoloso, fragile, da cilindrico a progressivamente allargato verso la base, poco o per nulla bulboso, biancastro all’inizio quindi ocraceo, imbrunente alla manipolazione e con l’età, ornato da piccole squamette ascendenti e sottili fibrille biancastre, con il tempo vistosamente imbrunenti, disposte longitudinalmente nella parte sottostante l’anello, vistosamente zigrinato nella parte superiore, (ornamentazione, simile alle smagliature di A. phalloides, dovuta a residui di velo parziale).
Velo parziale sottoforma di anello membranaceo, non molto ampio ma ben evidente in tutti gli stadi di sviluppo, supero, fragile soprattutto nella zona distale, in un caso vistosamente festonato; finemente striato nella parte superiore.
Volva all’inizio bianca, biancastra nella parte interna, quindi, dopo diverse ore dalla raccolta o dopo manipolazione solo leggermente ingrigente, membranosa, strettamente inguainante la base, simile a quella di A. junquillea, indivisa, dissociata in un cercine situato ad un paio di cm, di distanza.
Carne soda ma poco consistente, al taglio bianca nella polpa e nel midollo, leggermente ocra nella corteccia del gambo; odore all’inizio nullo, quindi di freschino o anche leggermente spermatico, per contro, il sapore risulta estremamente gradevole, come di nocciole.
Sporata bianca.
Descrizione microscopica
Spore : (8,20) 9,582 - 13,306 (17,67) x (4,83) 5,712 - 7,208 (8,15) µm, in media 11,45 x 6,38 µm, Q. (1,34) 1,581 - 2,046 (2,28), Q. medio 1,8; non amiloidi, ialine, da sub cilindriche a ellissoidi “alcune volte lacrimoidi”, in proiezione laterale, ovoidi in proiezione frontale, sovente rastremate verso l’apicolo, con una grande goccia oleosa centrale, apicolo prominente.
Basidi : (38,63) 40,714 - 57,724 (68,53) x (10,39) 11,734 - 14,888 (16,33) µm, in media 49,16 x 13,31 µm, in maggioranza tetrasporici ma anche bisporici e in minima percentuale monosporici, claviformi, molto lunghi; albero subimeniale formato da una prima cellula versiforme, tipo puzzle o più raramente inflata, posta subito sotto alla base del basidio, seguita da una serie di cellule più o meno filamentose; trama dell’imenoforo divergente.
Cellule marginali abbondanti (22,51) 24,769 - 34,503 (36,18) x (10,81) 11,573 - 18,727 (19,83) µm, in media 29,33 x 19,83 µm, a parete sottile, ialine, nel esemplare giovane tappezzavano l’intero filo lamellare, negli esemplari adulti localizzati a mucchietti ed in molti casi assenti; di forma banale, da clavati a largamente clavati, da obovoidi a sub utriformi, molto spesso con due o tre setti alla base.
Rivestimento pileico formato da una sottile ixocutis di ife cilindriche, ialine e molto gracili, larghe (1,96) 2,108 - 2,712 (2,94) µm; pileipellis tipo cutis, formata da ife cilindriche intrecciate, larghe (2,65) 3,274 - 4,064 (4,24) µm, pigmento intracellulare.
Velo generale “prelevato dall’orlo dalla volva” (20,90) 26,69 - 62,65 (109,14) x (16,02) 23,14 - 43,73 (55,54) µm, formato prevalentemente da sferociti a parete spessa, ialini, frammisti a ife filamentose, ramificate, settate, prive d’ incrostazione con diametro di (3,63) 3,862 - 7,152 (7,55) µm e con l’elemento terminale versiforme, subcilindrico, piriforme, lageniforme o strettamente fusoide.
Velo generale “prelevato da verruche al centro del pileo”, composto da sferociti, a tratti catenulati, simili per forme e misure a quelli della volva ma, con una percentuale minore di ife filiformi. Ife vascolari molto rare.
Velo parziale (prelevato da un lembo di anello pendulo posizionato sul gambo), formato prevalentemente da ife filamentose, con terminali clavati (18,37) 18,811 - 29,699 (43,86) x (7,06) 8,114 - 15,66 (19,37) µm, in media 25,49 x 11,40 µm, sferociti presenti, in minor quantità, localizzati a zone.
Giunti a fibbia non osservati in nessun tessuto del basidioma.
Reazioni chimico-cromatiche:
FeSO4 su carne = tardivamente verdastro chiaro; su lamelle tardivamente vede marcio; NH4OH ovunque negativa; NAOH su cuticola pileica e carne sotto-cuticolare = negativa; Fenolo su carne = rosso-vinoso veloce su carne e corteccia del gambo, lento altrove, infine bruno-cioccolato.
Dati di ritrovamento: N. scheda: 3814; Data di ritrovamento: 09/06/2008; Località: LANDOL; Comune: POSTOJNA (SLO); Altezza slm: 650; Habitat di raccolta: in boschetto igrofilo molto fresco formato da Populus sp. Alnus sp., Corylus avellana, Betula pendula, su terreno ricco di sostanze umifere, contornato da grossi esemplari di Picea abies e Fagus sylvatica.
Determinatore: Zugna Marino; Legit: Zugna Marino.
Materiali e metodi:
lo studio è stato effettuato su materiale fresco; il reagente di Melzer è stato utilizzato per l’accertamento di eventuali reazioni amiloidi o destrinoidi di spore o di tessuti del basidioma, mentre per la colorazione dei preparati è stato utilizzato il Rosso Congo Ammoniacale a bassa concentrazione.
Le collezioni d’erbario sono conservate in erbario di A.M.B. Gruppo di Muggia e del Carso.
Osservazioni:
la raccolta dimostra evidenti resti di velo generale, disposti sulla superficie del pileo, sottoforma di verruche grigiastre e fin qui non c’è nulla di strano, se vogliamo considerarla come forma o addirittura come varietà di A. eliae ma, quello che ho notato ad un attento esame della volva e dei suoi resti mi ha dato da pensare su quanto siano labili e, forse, poco sostenibili, certe varietà e/o forme poste in essere.
Il fatto di aver riscontrato resti di velo generale evidentemente grigi, posti sulla cuticola degli esemplari maturi, mentre la volva risultava di colore bianco o appena biancastra e, soltanto dopo diverse ore dall’estrazione dal terreno iniziava lentamente ad assumere tonalità appena ingrigenti, inoltre, nell’esemplare giovane, alcuni lembi di volva, disposti sulla superficie pileica, si dimostravano bianchi o appena bianco-sporco, mi fa pensare che, il colore naturale del velo generale non sia inizialmente di colore grigio ma, bianco e che esso diventi grigio in seguito, per cause legate a fattori degenerativi “morte naturale delle cellule, del velo generale, poste sulla cuticola, e quindi, il manifestarsi di necropigmenti”, associati ad altri, esterni, quali possono essere la presenza di vento o la poca umidità nell’aria.
Altrimenti non mi spiego come mai le due parti di velo siano così vistosamente differenti di colore.
BIBLIOGRAFIA:
GALLI R. 2001 : Le Amanite. Milano.
KUHNER R. & H. ROMAGNESI 1953: Flore Analitique des champignons superieurs. Paris.
MASSART F. 1984: Approche du genre Amanita. Bordeaux.
MIGLIOZZI V. & M. CAMBONI 2000: BGMB 2000: 43 (2): 125-134, 2000
MOSER M.1986: Guida alla determinazione dei funghi. I. Trento.
NEVILLE P. & S. POUMARAT 2004: Fungi Europei. 9. Amaniteae. Amanita, Limacella & Torrendia. Lomazzo.
TRAVERSO M. 1999: Il genere Amanita in Italia. Roma.
