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Melanoleuca polioleuca (Fr.) Kühner & Maire
Bulletin Trimestriel de la Société Mycologique de France 50: 18: 1934.
Basionimo: Agaricus melaleucus var. polioleucus Fr. 1821.
Sinonimi obbligati: Tricholoma melaleucum var. polioleucum (Fr.) Gillet 1874; Tricholoma polioleucum (Fr.) Sacc. 1887; Agaricus melaleucus var. polioleucus Fr. 1821.
Sinonimi tassonomici: Tricholoma humile var. fragillima (Fr.) J.E. Lange 1935; Melanoleuca humilis var. fragillima (Fr.) Bon 1978; Melanoleuca polioleuca f. fragillima (Fr.) Boekhout 1990; Melanoleuca polioleuca var. fragillima (Fr.) anon. ined.; Agaricus humilis var. fragillimus Fr. 1874.
Posizione tassonomica: Fungi, Basidiomycota, Agaricomycotina, Agaricomycetes, Agaricomycetidae, Agaricales, Tricholomataceae, Melanoleuca.
Status: combinazione legittima
Descrizione macro:
“parzialmente desunta dalle fotografie della raccolta e dall'exsiccatum”.
Pileo 40 - 60 mm, da prima convesso, quindi spianato con depressione e basso umbone centrale, liscio e glabro, bruno camoscio al margine, più scuro al disco fino a bruno tabacco nell’umbone, orlo pileico bianco.
Lamelle fitte, ventricose, smarginate con dentino, alte il doppio dello spessore della carne del pileo, di colore crema-biancastro, quindi crema-ocraceo, con tendenza a scurire in vecchiaia, filo lamellare intero, concolore, una lamella ogni due lamellule.
Stipite 45 - 80 x 5 - 10 mm, cilindrico, leggermente più largo alla base, completamente cosparso da una fine pruina biancastra e attraversato da striature longitudinali che, partendo dall’apice e arrivano fin quasi alla base , da concolore al pileo a leggermente più chiaro ma, con tendenza al brunastro, soprattutto verso la base, annerente in exsiccata.
Carne del pileo fibrosa, biancastra “marezzata?”, con nette tonalità brunicce; carne del gambo, biancastra, con tendenza ad assumere toni bruni sempre più scuri, fino a nerastri negli esemplari secchi. Odore e sapore non rilevati.
Descrizione micro:
Spore 6,42 - 8,17 x 3,92 - 4,8 µm, in media 7,38 - 4,36 µm, Q. 1,45 - 1,9; Q. medio 1,69, ellittiche, ornate da verruche più o meno dense, amiloidi, alle volte riunite a formare brevi creste, connettivi non aprezzabili, plaga ilare non visibile.
Basidi 19,95 - 33,68 x 6,36 - 9,02 µm, in media 25,40 x 7,52 µm, clavati. tetrasporici.
Trama lamellare parallela, formata da ife cilindriche, con diametro 3,54 - 16,40 µm, giunti a fibbia assenti in tutti i tessuti del basidioma.
Cheilocistidi 35,17 - 82,58 x 7,55 - 16,64 µm, in media 52,18 x 11,68 µm, metuloidi, in maggioranza fusiformi ma anche lageniformi, con apice acuto, raramente provvisti di un setto mediano, muniti di cristalli* apicali, pleurocistidi simili ai cheilocistidi sia nella forma che nella misura.
Caulopellis formata da ife cilindriche con diametro 3,69 - 9,70 µm, caulocistidi metuloidi 75,01 - 98,22 x 9,58 - 15,84 µm, in media 86,99 x 13,27 µm, di forma simile a quella dei cistidi imeniali, non molto numerosi, paracaulocistidi 22,13 - 47,59 x 7,06 - 16,2 µm, in media 32,97 x 10,39 µm, clavati, molto numerosi, riuniti in piccoli gruppetti , frammisti ai caulocistidi, nella parte alta del gambo.
Pileipellis; di tipo ixotricoderma, formata da ife cilindriche, con diametro 4,16- 8,14 µm, debolmente pigmentate di brunastro, terminali nodulosi o anche a formare dei rozzi simil-cistidi, plurisettati.
Osservazioni:
M. Bon colloca Melanoleuca polioleuca nel sottogenere Melanoleuca (Sottogen. Macrocystis Boekh.), per la presenza di cistidi metuloidi, lageniformi o fusiformi, che possono facilmente arrivare a superare 100 µm; per i colori non vivaci ne tantomeno bianchi e la taglia, dei basidiomi, da media a grande la inserisce nella Sezione Melanoleuca, infine, per i macrocistidi in maggioranza fusiformi nella sotto Sez. Vulgarinae, all’interno del quale, si distingue per l’odore non particolare, le spore con ornamentazione formata da verruche isolate o riunite in brevi creste e per la carne che, soprattutto nel gambo tende ad annerire fortemente.
* la reidratazione in Rosso Congo Ammoniacale 6%, anche se effettuata per breve tempo "2-3 minuti", ha un'azione molto drastica sui cristalli di Ossalato di Calcio che si trovano all'apice di cistidi imeniali, provocandone il distacco o lo scioglimento, in questo modo, al posto dei cristalli si riesce a notare, nella quasi totalità dei cistidi, soltanto una zona nella quale il Rosso Congo ha attecchito maggiormente colorandola e si tratta della stessa zona dove erano posizionati i cristalli di Ossalato di Calcio.
Ho potuto constatare che, ciò, non avviene con altri coloranti "reagenti" si può avere un idea del fatto osservando i cistidi imeniali nelle foto "14 - 15", foto che sono state eseguite per dimostrare l'ornamentazione sporale dunque come si può ben immaginare, il preparato, proviene dalla stessa lamella della quale sono state fatte le foto in Rosso Congo Ammoniacale, ma, mentre queste ultime sono state trattate per alcuni minuti, quelle di cui si parla hanno subito un lavaggio rapido in Ammoniaca 6%, quindi un'immersione in Melzer per una decina di minuti e un successivo lavaggio in Idrato di cloralio, dove è rimasto immerso per una decina di minuti. Nonostante tutto questo la quasi totalità dei cistidi imeniali hanno mantenuto completamente i cristalli di Ossalato di Calcio.
Tutto ciò non vuol dire molto, ma però, ci può far pensare a quanto sia tassonomicamente importante il carattere della presenza o meno di tali cristalli.
Dati relativi alla raccolta:
N. scheda: 3658; Data di ritrovamento: 04/10/2007; Località: San Biagio; Comune: Rocca Santa Maria; Coordinate geografiche: 339; III; TERAMO; Altezza slm: f. 3; Habitat: bosco di faggio e cerro, luogo umido.
Legit: de Ruvo Bruno. Determinatore: Zugna Marino
Bibliografia:
Bas, C., Kuyper, Th.W., Noordeloos, M.E. & Vellinga, E.C. (eds) (1999). Flora Agaricina Neerlandica 4. Strophariaceae, Tricholomataceae (3). Rotterdam: Balkema.
Breitenbach J. & Kränzlin F., (1991) - Champignons de Suisse. Tome 3. Boletes et Champignons à lames 1ère partie. Luzern.
Bon, M. (1991). Les Tricholomes et Ressemblants. Flore Mycologique d’Europe 2. Doc. Mycol. Mém. Hors Sér. 2.
Fontenla R., M. Gottardi & Para R. (2001). Osservazioni sul genere Melanoleuca. Rivista di Micologia 1: 27-41.
Fontenla R., M. Gottardi & Para R. (2003) - Fungi non delineati. Pars XXV Osservazioni sul genere Melanoleuca. Edizioni Candusso I-Alassio (SV)
le foto macro sono di Bruno de Ruvo.
