SOCIETA’ VENEZIANA di MICOLOGIA
EX. 1018
ERBARIO MICOLOGICO DEL MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE DI VENEZIA
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Inocybe stellatospora (Peck) Massee, Ann. Bot. 18: 469,1904
= I. longicystìs Atk. 1918
= I. lanuginosa var. longicystìs (Atk.) Stangl & Enderle 1983
= I. lanuginosa (Bull.: Fr.) Kummer 1871 var. lanuginosa ss. Moser, ss. Stagl.
Cappello: fino a 55 mm, da emisferico ad appianato con umbone poco manifesto, basso e largo; bordo da involuto a disteso, con tracce di cortina visibili solo negli esemplari più giovani; superficie fìbrilloso-lanosa, rotta alla sommità in piccole squame rialzate e finemente dissociata radicalmente al margine; colore bruno intenso, vivace; margine più chiaro a causa di una certa rimosità. Lamelle: moderatamente fitte, un poco ventricose, annesso-uncinate al gambo; da bianco-grigiastre a bruno chiare a brune; filo finemente denticolato. Gambo: fino a 65 x 9 mm, cilindrico, con base talvolta un poco rigonfia negli esemplari giovani, indifferenziata negli adulti; superfìcie totalmente fibrilloso-lanosa, colore bruno-beige inscurente dall'alto verso la base. Carne: biancastra nel cappello, ocra chiaro con deboli sfumature rossicce nel gambo; odore indefinibilmente sgradevole, intenso.
Spore: 7-lOx 5-7 μm, gibbose con protuberanze di numero variabile fino a 10-14 tondeggianti, alcune prominenti. Cistidi imeniali: 50-80 (100) x 15-26 (40) μm, claviformi, per lo più con restringimento preapicale e sommità rotondeggiante, parete non superante 0,5 μm di spessore e cristalli assenti oppure poco numerosi e molto piccoli. Caulocistìdi: descritti in letteratura ma non osservati sulle nostre raccolte. Peli caulocistidiali: cilindrici o lungamente clavati, lunghi fino a 100 μm per 6-11 di larghezza.
Habitat: piccoli muschi attorno a ceppaie di conifera, presumibilmente su detriti legnosi interrati.
Raccolte studiate: Passo S. Pellegrino (Falcade) 6/09/97 legit E. Bìzio; Val d'Otre (Alagna Valsesia) 14/09/97 legit E. Ferrari; Trengereid Bergen (Nederland) 9/08/99 legit E. Campo (esemplare depositato in MCVE)
Inocybe stellatospora
Iniziato da
MSN-VE
, mag 22 2006 13:16
2 risposte a questa discussione
#1
Inviato 22 maggio 2006 - 13:16
SOCIETA' VENEZIANA di MICOLOGIA - ERBARIO MICOLOGICO DEL MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE DI VENEZIA
#2
Inviato 22 maggio 2006 - 13:34
Osservazioni
Grazie ad un recentissimo lavoro di MATHENY & KROPP (2001) sul gruppo di I. lanuginosa, si è scoperto che la forma a cistidi allungati, la longicystìs degli europei, deve assumere il nome di I.stellatospora (Peck)
Massee 1904: descritta come Agaricus stellatosporus da Peck nel 1874, questa specie americana è stata ricombinata nel genere Inocybe da Massee nel 1904.
Il "gruppo di I. lanuginosa” definito "stirpe" da HEIM (1930) e da BON (1998), è un piccolo raggruppamento di inocybi cortinate molto naturale, composto da pochi rappresentanti caratterizzati da piccole o medie dimensioni, da una superficie fortemente ornamentata da squamette erette, da colori bruni uniformi, da spore gibbose, dalla crescita per lo più su ceppaie marcescenti; a dispetto di questo quadro monotono di caratteri, che rende tutte le specie macroscopicamente indistinguibili, l'elemento cistidi costituisce l'unico valido mezzo di distinzione; in definitiva sono soltanto tre le entità che si riscontrano in natura alle nostre latitudini e che la letteratura ci rimanda con vari nomi (impostazione di Stangl rima dell'avvento di Matheny & Kropp):
1. specie priva di pleurocistidi e con cheilocistidi solo in minima parte a parete spessa: I. casimiri Vel. (= I leptophylla Atk.);
2. specie con pleurocistidi presenti, fortemente allungati o subcilindrici: I lanuginosa var. longicystìs (= I. lanuginosa var. lanuginosa);
3. specie con pleurocistidi presenti, ovaliformi: I. lanuginosa var. ovatocystìs
I primi a dare un forte impulso allo studio di I. lanuginosa e del suo gruppo furono BOURSIER E KŰHNER nel lontano 1928, con un articolo che è ancor oggi considerato una della pagine fondamentali della letteratura riguardante il genere Inocybe. La situazione attuale del complesso lanuginosa è invece stabilita, come già si è detto in apertura, in un recente lavoro di MATHENY & KROPP (2001) nel quale gli studiosi statunitensi si avvalgono dei risultati ottenuti dall'analisi della biologia molecolare.
A partire dai due pionieri francesi per finire ai due americani, questo gruppetto è stato studiato da un gran numero di autori che ne hanno dato, nel tempo, molteplici interpretazioni. Il problema di questo complesso è legato alla delimitazioni delle specie che lo compongono e, conseguentemente, alle relazioni ed al loro rispettivo grado di parentela. Per esempio KUYPER (1994) considera le due varietà di I. lanuginosa, ovatocystìs e longicystìs (che oggi chiameremo rispettivamente I.lanuginosa e I. stellatospora) come “microspecie”.
Il concetto di una unica specie provvista di tre forme è stato espresso da TRIGAUX (1980) e poi ripreso da BON (1998) che nella sua chiave separa le differenti forme: f. casimiri (= leptophylla), f. lanuginosa (=Iongicystis), f. ovatocystis.
Questa pur affascinante ipotesi, è messa fortemente in discussione nel lavoro americano più sopra accennato, nel quale, oltre a non essere condiviso il grado di parentela a livello di forma tra le tre entità, viene rovesciata la priorità della forma identificata come tipica, che passa dalla longicystis alla ovatocystìs!
I. stellatospora, nel complesso che fa capo a I. lanuginosa, è dunque l'entità che manifesta la presenza contemporanea di pleurocistidi e cheilocistidi di forma allungata; come di consueto, però, le cose non sono sempre così definite come vorrebbe certa letteratura. Una grande variabilità si riscontra proprio sui cistidi, cioè su quegli elementi che si vorrebbero tassonomicamente discriminanti: sia la loro forma (cilindrici, "strangolati", subcapitulati, subfusiformi), che lo spessore della membrana (da sottile a spessa 0.5 μm), che il loro numero e distribuzione sulla faccia lamellare e sul taglio (da abbondanti a scarsi), la presenza di cristalli (solo occasionale), testimoniano un polimorfismo estremamente accentuato.
Riassumendo, dunque, e cercando di comprendere altre tre specie per molti versi assimilabili al complesso di Inocybe lanuginosa, viene riportata di seguito una:
Chiave delle Inocybe europee a squame pileiche erette e spore gibbose
Grazie ad un recentissimo lavoro di MATHENY & KROPP (2001) sul gruppo di I. lanuginosa, si è scoperto che la forma a cistidi allungati, la longicystìs degli europei, deve assumere il nome di I.stellatospora (Peck)
Massee 1904: descritta come Agaricus stellatosporus da Peck nel 1874, questa specie americana è stata ricombinata nel genere Inocybe da Massee nel 1904.
Il "gruppo di I. lanuginosa” definito "stirpe" da HEIM (1930) e da BON (1998), è un piccolo raggruppamento di inocybi cortinate molto naturale, composto da pochi rappresentanti caratterizzati da piccole o medie dimensioni, da una superficie fortemente ornamentata da squamette erette, da colori bruni uniformi, da spore gibbose, dalla crescita per lo più su ceppaie marcescenti; a dispetto di questo quadro monotono di caratteri, che rende tutte le specie macroscopicamente indistinguibili, l'elemento cistidi costituisce l'unico valido mezzo di distinzione; in definitiva sono soltanto tre le entità che si riscontrano in natura alle nostre latitudini e che la letteratura ci rimanda con vari nomi (impostazione di Stangl rima dell'avvento di Matheny & Kropp):
1. specie priva di pleurocistidi e con cheilocistidi solo in minima parte a parete spessa: I. casimiri Vel. (= I leptophylla Atk.);
2. specie con pleurocistidi presenti, fortemente allungati o subcilindrici: I lanuginosa var. longicystìs (= I. lanuginosa var. lanuginosa);
3. specie con pleurocistidi presenti, ovaliformi: I. lanuginosa var. ovatocystìs
I primi a dare un forte impulso allo studio di I. lanuginosa e del suo gruppo furono BOURSIER E KŰHNER nel lontano 1928, con un articolo che è ancor oggi considerato una della pagine fondamentali della letteratura riguardante il genere Inocybe. La situazione attuale del complesso lanuginosa è invece stabilita, come già si è detto in apertura, in un recente lavoro di MATHENY & KROPP (2001) nel quale gli studiosi statunitensi si avvalgono dei risultati ottenuti dall'analisi della biologia molecolare.
A partire dai due pionieri francesi per finire ai due americani, questo gruppetto è stato studiato da un gran numero di autori che ne hanno dato, nel tempo, molteplici interpretazioni. Il problema di questo complesso è legato alla delimitazioni delle specie che lo compongono e, conseguentemente, alle relazioni ed al loro rispettivo grado di parentela. Per esempio KUYPER (1994) considera le due varietà di I. lanuginosa, ovatocystìs e longicystìs (che oggi chiameremo rispettivamente I.lanuginosa e I. stellatospora) come “microspecie”.
Il concetto di una unica specie provvista di tre forme è stato espresso da TRIGAUX (1980) e poi ripreso da BON (1998) che nella sua chiave separa le differenti forme: f. casimiri (= leptophylla), f. lanuginosa (=Iongicystis), f. ovatocystis.
Questa pur affascinante ipotesi, è messa fortemente in discussione nel lavoro americano più sopra accennato, nel quale, oltre a non essere condiviso il grado di parentela a livello di forma tra le tre entità, viene rovesciata la priorità della forma identificata come tipica, che passa dalla longicystis alla ovatocystìs!
I. stellatospora, nel complesso che fa capo a I. lanuginosa, è dunque l'entità che manifesta la presenza contemporanea di pleurocistidi e cheilocistidi di forma allungata; come di consueto, però, le cose non sono sempre così definite come vorrebbe certa letteratura. Una grande variabilità si riscontra proprio sui cistidi, cioè su quegli elementi che si vorrebbero tassonomicamente discriminanti: sia la loro forma (cilindrici, "strangolati", subcapitulati, subfusiformi), che lo spessore della membrana (da sottile a spessa 0.5 μm), che il loro numero e distribuzione sulla faccia lamellare e sul taglio (da abbondanti a scarsi), la presenza di cristalli (solo occasionale), testimoniano un polimorfismo estremamente accentuato.
Riassumendo, dunque, e cercando di comprendere altre tre specie per molti versi assimilabili al complesso di Inocybe lanuginosa, viene riportata di seguito una:
Chiave delle Inocybe europee a squame pileiche erette e spore gibbose
SOCIETA' VENEZIANA di MICOLOGIA - ERBARIO MICOLOGICO DEL MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE DI VENEZIA
#3
Inviato 22 maggio 2006 - 13:35
Letteratura consultata
BIZIO E. e E. FERRARI - 1999: II genere Inocybe (Fr.) Fr. nel Verbano-Cusio-Ossola e in alcune zone limitrofe. Funghi e Ambiente n. 80-81.
BON M. - 1998: Clé monographique du gendre Inocybe (Fr.) Fr.. 3ème partie. Doc. Myc. n. 111.
BOURSIER H. & KÜHNER R. - 1928: Notes sur le genre Inocybe. Bull. Soc. Myc. France n. 44.
HEIM R. - 1931: Le Genre Inocybe. Encyclopédie Mycologique. Paris.
KUYPER T.W. - 1994: Provisional key to the angular-spored species oflnocybe,vers. 1.0 (inedita).
MATHENY P.B. & B.R. KROPP - 2001: A revision of the Inocybe lanuginosa group and allied
Species. North America. Sydowia 53(1): 93-139.
TRÌGAUX A. - 1980: Variabilité d'Inocybe ovatocystìs Kùhn.-Bours. Doc. Myc. 41.
E. Bizio
29.03.2006
BIZIO E. e E. FERRARI - 1999: II genere Inocybe (Fr.) Fr. nel Verbano-Cusio-Ossola e in alcune zone limitrofe. Funghi e Ambiente n. 80-81.
BON M. - 1998: Clé monographique du gendre Inocybe (Fr.) Fr.. 3ème partie. Doc. Myc. n. 111.
BOURSIER H. & KÜHNER R. - 1928: Notes sur le genre Inocybe. Bull. Soc. Myc. France n. 44.
HEIM R. - 1931: Le Genre Inocybe. Encyclopédie Mycologique. Paris.
KUYPER T.W. - 1994: Provisional key to the angular-spored species oflnocybe,vers. 1.0 (inedita).
MATHENY P.B. & B.R. KROPP - 2001: A revision of the Inocybe lanuginosa group and allied
Species. North America. Sydowia 53(1): 93-139.
TRÌGAUX A. - 1980: Variabilité d'Inocybe ovatocystìs Kùhn.-Bours. Doc. Myc. 41.
E. Bizio
29.03.2006
SOCIETA' VENEZIANA di MICOLOGIA - ERBARIO MICOLOGICO DEL MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE DI VENEZIA
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