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Inocybe flocculosa var. ampullaceocystis Bizio et Cons.


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#1 MSN-VE

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Inviato 16 maggio 2006 - 14:19

SOCIETA’ VENEZIANA di MICOLOGIA
EX. 1011
ERBARIO MICOLOGICO DEL MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE DI VENEZIA
______________________________________________________________________________
Inocybe flocculosa var. ampullaceocystis Bizio et Cons., Boll. A.M.E.R. 64/65 (I): 58-61. 2005.

Descrizione
Cappello: 25-35 mm, convesso con umbone largo e basso, superficie da lanoso-feltrata a subsquamulosa al disco, non rimosa nemmeno al margine, colore giallo-bruno, bruno-aranciato-fulvastro.
Cortina non osservata (probabilmente presente nei giovani esemplari). Lamelle: mediamente fitte, libere o strettamente annesse, larghe, di colore dapprima giallo-crema, poi giallo-aranciate, filo concolore. Gambo: 35-50 x 4-6 mm, cilindrico, fibrilloso, pruinoso all'estremo apice, color crema-giallastro, poi imbrunente alla manipolazione. Carne: bianco-ocracea nel cappello, giallastra nel gambo; odore leggermente spermatico.

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#2 MSN-VE

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Inviato 16 maggio 2006 - 14:37

Spore: (7,5) 8-9 (9,5) x 5,3-6 μm, lisce, amigdaliformi, apice da ogivale a più o meno ottuso, in parte subporate, Q = 1,3-1,6. Basidi: tetrasporici. Cistidi imeniali: 60-100 x 14-40 (!) μm con parete x 2-3.5 μm, reagenti con NH3, per lo più fusiformi, ma in percentuale minore enormemente rigonfi alla base (otriformi) e con un lungo collo cilindrico a profilo talvolta sinuoso. Paracistidi: piccoli, poco numerosi.
Caulocistidi: presenti nel primo decimo superiore, polimorfi.

Raccolte studiate
• MCVE 1011. Holotypus. Tualis (Ravascletto, UD); bosco di abete rosso; il 15.08.1996; leg. G. Consiglio e P. Cazzoli.
Losie (Barcis, PN); bosco di abeti e latifoglie, il 18/07/1993; leg. G. Zecchin- erbario E.B. n
930718..

Osservazioni
La nostra raccolta, per la forma del cappello convessa, priva di umbone, per l'aspetto lanoso-tomentoso, fittamente subsquamuloso della cuticola, per la forte reazione dell'ammoniaca sulle pareti cistidiali, si inserisce perfettamente nella Sottosezione Gausapatìnae Bon; di più, essa non è altro che una variante di I. gausapata Kühner 1955, dalle tinte giallo-aranciate. Ricade, pertanto, nel concetto di quella variabilissima entità che KUYPER (1986) ha nominato I. flocculosa var.crocifolia (Herink) Kuyper e che tante perplessità ha suscitato tra gli inocybologi dell'area mediterranea per la massiccia attività di sinonimizzazione che ha ispirato l'opera dell'autorevole esponente della scuola nordeuropea. Siamo stati confortati nella nostra ipotesi leggendo le note nelle quali KUYPER (1986) riferisce di una forma a lamelle gialle di I. gausapata ritrovata da EINHELLINGER (1981).
Tuttavia, almeno tre caratteri microscopici della nostra raccolta divergono rispetto alle descrizioni che i diversi autori hanno fornito della varietà conosciuta come crocifolia: ci riferiamo alle dimensioni delle spore (inferiori nella nostra raccolta), a un indistinto poro germinativo (presente ancorché appena accennato) e alla forma dei cistidi (talvolta incredibilmente otriformi).
Abbiamo quindi ricontrollato un reperto inviato molti anni prima da Giovanni Zecchin a E.B. (Barcis, 18.07.93) per fare un confronto: l'idea si è dimostrata buona perché le due raccolte, pur con qualche leggera differenza (una diversa percentuale di spore subporate, maggiore in Consiglio, e di cistidi otriformi, più numerosi in Zecchin) si possono considerare conspecifiche. Anche prescindendo dal poro germinativo, per il quale riprenderemo il discorso un po' oltre, riteniamo significativi i caratteri: dimensioni delle spore e forma dei cistidi.
Abbiamo dunque a che fare con due raccolte, tra loro simili, eseguite in località diverse e tempi diversi (ambedue curiosamente provengono dal Friuli); si tratta di due manifestazioni di I. gausapata dalle tinte gialle, rientranti nel concetto di I. flocculosa s.l. Kuyper var. crocifolia, che differiscono da quest'ultima varietà per almeno tre caratteri: le spore di dimensioni mediamente inferiori, il piccolo e indistinto poro germinativo, i cistidi rigonfi.
Stimiamo prudenzialmente ragionevole attribuire a questa inedita combinazione di caratteri il rango varietale. L'istituzione di I. flocculosa var. ampullaceocystis var. nov. contribuisce ad allargare i confini di un complesso molto confuso e, per questo, molto dibattuto.
Essere pervenuti a questa conclusione non è stata cosa scontata. Infatti, per la concomitanza di colorazioni giallo-aranciate (cappello, lamelle, gambo) e delle spore in parte subporate, abbiamo a lungo tempo pensato di attribuire questa raccolta all'intricato complesso di I. lutescens-I. luteipes. Queste specie sono state studiate da FAVRE (1955), ALESSIO & REBAUDENGO (1980), KUYPER (1986) e BON (1997) e considerate come strettamente affini tra loro. Non solo; nelle descrizioni e nelle interpretazioni di questi e di altri autori, è intuibile il rischio di una intersezione tra i complessi di "I. lutescens-I. luteipes" e di I. flocculosa. Durante l'indagine, ci si è accorti che le specie che fanno parte del primo gruppo si caratterizzano per avere una cuticola assai liscia, con fibrille magari divergenti al margine (fibrilloso-rimose) ma in nessun caso l'aspetto di questi funghi poteva dirsi tomentoso, cioè con quelle fibrille rialzate che sono elemento costante del gruppo cui fa capo I. flocculosa. Inoltre, ci siamo persuasi che probabilmente stavamo enfatizzando l'importanza di un carattere senz'altro eclatante, ma che si è dimostrato secondario e di scarsissima valenza sistematica, ovverossia le spore con piccolo, più o meno indistinto poro germinativo. In un'altra occasione bisognerà affrontare, una volta per tutte, questo spinoso argomento sempre accennato ma mai sviscerato in modo organico; in questa circostanza ci limitiamo ad aprire una parentesi dicendo che molte volte, probabilmente a causa di stress, si ritrovano spore subporate in specie che ne sono solitamente prive.
La collocazione sistematica di I. flocculosa var. ampullaceocystis, come pure della var. crocifolia, è assai problematica. Infatti, per la superficie feltrato-lanosa e per la concomitante reazione positiva all'idrato d'ammonio, esse sono da considerare a pieno titolo nella Sottosezione Gausapatìnae Bon; se invece viene attribuito valore primario alla colorazione giallastra di tutto il basidioma, le due varietà dovrebbero essere viste come componenti della Sottosezione Luteotardae Bon ad int., che raggruppa le Tardinae caratterizzate da colorazioni gialle o aranciate dominanti.
Per completezza d'informazione, e a scanso di equivoci, dobbiamo anche registrare l'esistenza di Inocybe ampullaceocystidiata Shtshukin (1985), specie dell'Estonia a spore gibbose (LEISNER & KALAMEES, 1987).

Note miconomastiche

L'aggettivo latino della prima classe, a tre uscite, flocculòsus (-a, -um), significa "con piccoli fiocchi lanosi".
L'epiteto sostantivale invariante ampullaceocystis, costruito a partire dal sostantivo latino femminile della prima declinazione ampùlla, "fiasco" e dal sostantivo greco êýóôéò (kystis), "cisti, vescica”, significa “dai cistidi a forma di fiasco”.

E. Bizio 2005

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