Hebeloma sacchariolens
Iniziato da
marinetto
, nov 08 2005 22:05
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#1
Inviato 08 novembre 2005 - 22:05
Hebeloma sacchariolens Quél., (1880).
Sinonimi: Hebeloma latifolium Gröger & Zshiesch., 1981: 198 (non Hebeloma latifolium P. Karst., 1898: 7), Hebeloma pallidolunctuosum Gröger & Zshiesch., in Hirsch, 1984: 815: Hebeloma sacchariolens var. pallidolunctuosum (Gröger & Zshiesch.) Quadr., 1987: 309 (olotipus: JE).
Descrizione della raccolta:
Cappello 40-70, (90) mm, da prima emisferico, quindi convesso, infine spianato e con largo e basso umbone ottuso al centro, l’orlo risulta leggermente involuto negli esemplari giovani, spesso ondulato e con il margine crenulato in maturità. Il colore risulta all’inizio abbastanza chiaro, ocra-crema, crosta di pane, con frammiste delle tonalità leggermente rosate, quindi più scuro, fino a nocciola, nella zona centrale e verso il disco, alle volte segnato da una lieve ma evidente fascia più scura all’inizio della zona marginale, zona marginale più chiara e cosparsa da piccole guttule più scure, viscido, lardoso nella parte centrale, tomentososetto verso la zona marginale, in vecchiaia e con tempo secco la cuticola può assumere un aspetto screpolato screpolata.
Lamelle da adnate ad annesse, fino a leggermente decorrenti per un piccolo dentino, da moderatamente distanti e abbastanza fitte negli esemplari giovani, larghe e panciute nei vecchi, alle volte anastomosate, colore crema con sfumature rosate, poi nocciola, infine brune, filo lamellare più chiaro, crenulato. Lamellule 1-3 ogni lamella.
Gambo 50-90 x 5-8 mm, sostanzialmente liscio, ma leggermente squamosetto verso l’apice, cilindrico, appena ristretto verso il basso, da biancastro a crema chiaro, soprattutto nella parte superiore, biancastro, via, via, più scuro fino a brunastro verso il basso.
Carne biancastra, polposetta, poi fibrosa e alquanto igrofana nel midollo, di sapore dolce e gusto di detersivo, non sempre annerente nell’exsiccatum, abbiamo notato alcuni esemplari con la carne del gambo pressoché immutabile, alcuni con carne imbrunente.
Microscopia.
Spore 11,88-15,03 X 6,86-7,8 µm, in media 13,1 X 7,29 µm, Q. 1,65-1,96 µm, Q.M. 1,8 µm, limoniformi, viste di profilo, con papilla apicale e apicolo ben evidente, amigdaliformi viste di faccia, mediamente verrucose, verruche basse e ben disposte sulla parete a formare brevi concatenazioni alle volte simulanti un pseudoreticolo, parete mediamente spessa, perisporio ben avvolgente ed evidente ma poco collassabile, da mediamente a fortemente destrinoidi.
Basidi 30–45 x 8,5–11 µm, tetrasporici, da cilindrico-clavati a clavati.
Cheilocistidi 25–60 x 5-13 µm, cilindrici, clavati, alle volte con apice allargato e base stretta, altre volte sinuosi o quasi lageniformi.
Trama lamellare a ife filamentose, disposte in modo regolare.
Pileipellis composta da uno strato di circa 150-200 µm, di ife gelatinizzate “ixocutis”, cilindriche, con diametro di 2-3 µm, disposte disordinatamente, con l’apice allargato con diametro fino a 6 µm.
Giunti a fibbia presenti in tutti i tessuti del basidioma.
Osservazioni:
Hebeloma sacchariolens è specie non sempre ben inquadrabile all’interno della Sotto Sezione Saccharolentia Lange ex Bon, pur essendo il Typus della S.S.
Sebbene il gruppo sia praticamente inconfondibile, per l’intenso odore che emana “di sapone da WC”, i più recenti Taxa prodotti da diversi A.A., non sempre sono serviti a mettere ordine in un gruppo che vede aumentare il proprio numero, spesso, con motivazioni ritenute più o meno valide. A discapito della chiarezza.
A proposito di questa nostra raccolta, abbiamo faticato alquanto a convincerci del fatto che essa possa essere ricondotta a H. sacchariolens, piuttosto che ad altra specie vicina, che, tra l’ altro, o per una differente combinazione di caratteri macro o micro o per altri motivi “sinonimie”, non ci siamo sentiti di sostenere.
Troppi sono i caratteri sovrapponibili che riportano alla specie tipo piuttosto che ad un’altra (forma e misura delle spore e dei cheilocistidi). D’altro canto allo stesso tempo, si sono notate anche alcune discordanze (colore della carne nell’exsiccatum, pileipellis apparentemente secca), che però non ci inducono a pensare ad una specie viciniora, e nemmeno ad una varietà di H. sacchariolens.
Varietà che secondo noi, non è giustificata dalle poche differenze macro e micro, differenze riscontrate anche in altre raccolte, effettuate negli anni passati sempre nello stesso luogo, e già ricondotte a H. sacchariolens.
Habitat e Raccolte studiate:
Exsiccatum in erbario EGMC n° 3036; ubiquitario. Raccolta effettuata il 03/11/2005, Muggia (TS) Laghi di Noghere. Habitat; in terreno argilloso, sotto Populus sp. e Alnus glutinosa nei pressi delle sponde del laghetto. Det. M. Zugna, legit: M. Zugna, A. Aiardi, E. Bizio.
Bibliografia consultata:
A.A., vari, 1997: Il bosco Vignano; Guida storico naturalistica e invito all’educazione ambientale.
BON M., 2002: Clé de determination du genre HEBELOMA. Documents mycologiques, Tome XXXI, Fascicule n°123, 3-40.
BREINTENBACH J. & KRÄNZLIN, 2000: Champignons de Suisse, Tome 5. Lucerne.
MANFRED ENDERLE 1999: Alcune Agaricales degne di nota; Boll. Gr. micol. G. Bres. (n.s.) 42 (3): 165-178.
KÜHNER R. & ROMAGNESI H., 1953; Flore Analitique des Champignons supérieurs. Paris.
LA CHIUSA L., 1999: Contributo allo studio del genere Hebeloma; RdM, 1999, 3: 221 – 240.
MALENÇON G. & BERTAULT R., 1970 : Champignons supérieurs du Maroc et de l’Afrique du nord, Tome 1, Rabat.
MOSER M., 1980: Guida alla determinazione dei funghi. Vol. 1. Trento.
VESTERHOLT J., 2005: The genus Hebeloma; Fungi of Northern Europe – VOL. 3.
Sinonimi: Hebeloma latifolium Gröger & Zshiesch., 1981: 198 (non Hebeloma latifolium P. Karst., 1898: 7), Hebeloma pallidolunctuosum Gröger & Zshiesch., in Hirsch, 1984: 815: Hebeloma sacchariolens var. pallidolunctuosum (Gröger & Zshiesch.) Quadr., 1987: 309 (olotipus: JE).
Descrizione della raccolta:
Cappello 40-70, (90) mm, da prima emisferico, quindi convesso, infine spianato e con largo e basso umbone ottuso al centro, l’orlo risulta leggermente involuto negli esemplari giovani, spesso ondulato e con il margine crenulato in maturità. Il colore risulta all’inizio abbastanza chiaro, ocra-crema, crosta di pane, con frammiste delle tonalità leggermente rosate, quindi più scuro, fino a nocciola, nella zona centrale e verso il disco, alle volte segnato da una lieve ma evidente fascia più scura all’inizio della zona marginale, zona marginale più chiara e cosparsa da piccole guttule più scure, viscido, lardoso nella parte centrale, tomentososetto verso la zona marginale, in vecchiaia e con tempo secco la cuticola può assumere un aspetto screpolato screpolata.
Lamelle da adnate ad annesse, fino a leggermente decorrenti per un piccolo dentino, da moderatamente distanti e abbastanza fitte negli esemplari giovani, larghe e panciute nei vecchi, alle volte anastomosate, colore crema con sfumature rosate, poi nocciola, infine brune, filo lamellare più chiaro, crenulato. Lamellule 1-3 ogni lamella.
Gambo 50-90 x 5-8 mm, sostanzialmente liscio, ma leggermente squamosetto verso l’apice, cilindrico, appena ristretto verso il basso, da biancastro a crema chiaro, soprattutto nella parte superiore, biancastro, via, via, più scuro fino a brunastro verso il basso.
Carne biancastra, polposetta, poi fibrosa e alquanto igrofana nel midollo, di sapore dolce e gusto di detersivo, non sempre annerente nell’exsiccatum, abbiamo notato alcuni esemplari con la carne del gambo pressoché immutabile, alcuni con carne imbrunente.
Microscopia.
Spore 11,88-15,03 X 6,86-7,8 µm, in media 13,1 X 7,29 µm, Q. 1,65-1,96 µm, Q.M. 1,8 µm, limoniformi, viste di profilo, con papilla apicale e apicolo ben evidente, amigdaliformi viste di faccia, mediamente verrucose, verruche basse e ben disposte sulla parete a formare brevi concatenazioni alle volte simulanti un pseudoreticolo, parete mediamente spessa, perisporio ben avvolgente ed evidente ma poco collassabile, da mediamente a fortemente destrinoidi.
Basidi 30–45 x 8,5–11 µm, tetrasporici, da cilindrico-clavati a clavati.
Cheilocistidi 25–60 x 5-13 µm, cilindrici, clavati, alle volte con apice allargato e base stretta, altre volte sinuosi o quasi lageniformi.
Trama lamellare a ife filamentose, disposte in modo regolare.
Pileipellis composta da uno strato di circa 150-200 µm, di ife gelatinizzate “ixocutis”, cilindriche, con diametro di 2-3 µm, disposte disordinatamente, con l’apice allargato con diametro fino a 6 µm.
Giunti a fibbia presenti in tutti i tessuti del basidioma.
Osservazioni:
Hebeloma sacchariolens è specie non sempre ben inquadrabile all’interno della Sotto Sezione Saccharolentia Lange ex Bon, pur essendo il Typus della S.S.
Sebbene il gruppo sia praticamente inconfondibile, per l’intenso odore che emana “di sapone da WC”, i più recenti Taxa prodotti da diversi A.A., non sempre sono serviti a mettere ordine in un gruppo che vede aumentare il proprio numero, spesso, con motivazioni ritenute più o meno valide. A discapito della chiarezza.
A proposito di questa nostra raccolta, abbiamo faticato alquanto a convincerci del fatto che essa possa essere ricondotta a H. sacchariolens, piuttosto che ad altra specie vicina, che, tra l’ altro, o per una differente combinazione di caratteri macro o micro o per altri motivi “sinonimie”, non ci siamo sentiti di sostenere.
Troppi sono i caratteri sovrapponibili che riportano alla specie tipo piuttosto che ad un’altra (forma e misura delle spore e dei cheilocistidi). D’altro canto allo stesso tempo, si sono notate anche alcune discordanze (colore della carne nell’exsiccatum, pileipellis apparentemente secca), che però non ci inducono a pensare ad una specie viciniora, e nemmeno ad una varietà di H. sacchariolens.
Varietà che secondo noi, non è giustificata dalle poche differenze macro e micro, differenze riscontrate anche in altre raccolte, effettuate negli anni passati sempre nello stesso luogo, e già ricondotte a H. sacchariolens.
Habitat e Raccolte studiate:
Exsiccatum in erbario EGMC n° 3036; ubiquitario. Raccolta effettuata il 03/11/2005, Muggia (TS) Laghi di Noghere. Habitat; in terreno argilloso, sotto Populus sp. e Alnus glutinosa nei pressi delle sponde del laghetto. Det. M. Zugna, legit: M. Zugna, A. Aiardi, E. Bizio.
Bibliografia consultata:
A.A., vari, 1997: Il bosco Vignano; Guida storico naturalistica e invito all’educazione ambientale.
BON M., 2002: Clé de determination du genre HEBELOMA. Documents mycologiques, Tome XXXI, Fascicule n°123, 3-40.
BREINTENBACH J. & KRÄNZLIN, 2000: Champignons de Suisse, Tome 5. Lucerne.
MANFRED ENDERLE 1999: Alcune Agaricales degne di nota; Boll. Gr. micol. G. Bres. (n.s.) 42 (3): 165-178.
KÜHNER R. & ROMAGNESI H., 1953; Flore Analitique des Champignons supérieurs. Paris.
LA CHIUSA L., 1999: Contributo allo studio del genere Hebeloma; RdM, 1999, 3: 221 – 240.
MALENÇON G. & BERTAULT R., 1970 : Champignons supérieurs du Maroc et de l’Afrique du nord, Tome 1, Rabat.
MOSER M., 1980: Guida alla determinazione dei funghi. Vol. 1. Trento.
VESTERHOLT J., 2005: The genus Hebeloma; Fungi of Northern Europe – VOL. 3.
Marino Zugna
A.M.B. Gruppo di Muggia e del Carso
#2
Inviato 08 novembre 2005 - 22:07
Hebeloma sacchariolens Quél., (1880).
a dire la verità, i basidiomi sono alquanto pigmentati per essere tipici, ma nonostate ciò, potrebbero starci.
La specie è molto vicina a H. tomentosum, si differenzia per la forma e misura sporale e dei cheilocistidi
a dire la verità, i basidiomi sono alquanto pigmentati per essere tipici, ma nonostate ciò, potrebbero starci.
La specie è molto vicina a H. tomentosum, si differenzia per la forma e misura sporale e dei cheilocistidi
Marino Zugna
A.M.B. Gruppo di Muggia e del Carso
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