Oltre il limite della vegetazione, a quell’altezza (in genere sui 2000-2200m. di quota sulle Alpi, 1700-1800 m. sul mio Appennino) cioè oltre la quale gli alberi non crescono più (i venti gelidi e sferzanti,, il peso della neve ecc. spezzerebbero gli alti fusti), il bosco scompare e lascia il posto alle praterie d’alta quota, dove, fra rocce e pascoli , erbe e fiori la fanno da padrone.
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Vivere in alta quota
Iniziato da
patrizia
, lug 01 2005 19:37
8 risposte a questa discussione
#1
Inviato 01 luglio 2005 - 19:37
patrizia
Modena
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#2
Inviato 01 luglio 2005 - 19:38
Cespugli legnosi , come i rododendri, i ginepri nani, i mirtilli ecc . bassi e prostrati , con rami flessibili e pertanto adatti a sopportare pesanti carichi di neve, sono riusciti ad adattarsi all’ambiente ostile di vita, ma , sembra impossibile anche alcuni alberi sopravvivono alle alte quote : alcuni salici nani , per ripararsi dal freddo gelido e dalla forza sradicante del vento hanno ridotto la loro taglia a pochi centimetri,rimanendo appressati al terreno.Veri e propri alberi in miniatura, gli alberi minimi di Linneo, o se preferite bonsai naturali, proteggono i loro fusti legnosi non più larghi di 2-3 cm, anche se molto vecchi, interrandoli o strisciando al suolo o nascondendoli nelle fessure delle rocce e lasciando emergere le foglie e i fiori.
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patrizia
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#3
Inviato 01 luglio 2005 - 19:39
I salici sono piante dioiche: nella maggior parte delle piante l’apparato riproduttore maschile, cioè gli stami e quello femminile, cioè il pistillo, si trovano insieme nello stesso fiore (si dice fiore ermafrodita), e quindi di conseguenza, sulla stessa pianta. Nei salici, come nei pioppi e poche altre piante, gli stami sono contenuti in fiori diversi da quelli che hanno i pistilli ( quindi solo fiori maschili o femminili), non solo ma su piante diverse, e allora abbiamo i salici maschi, con solo fiori maschili e i salici femmine con solo fiori femminili: ecco il significato di piante dioiche.
Perché, vi chiederete , vi sto a rompere con tutto ciò?
Perché nella stessa specie di salice, la pianta femminile e quella maschile, al momento della fioritura, potrebbero sembrare cose diverse.
Abbiamo 4 specie di salici nani, spesso più specie le troviamo insieme:
Salix reticulata : si riconosce bene per le foglie ovali con una fitta rete di nervature prominenti , pelose nella pagina inferiore
Qui la pianta femmina: i fiori femminili sono quella specie di spighe rossastre erette con attaccati tanti pistilli a fiaschetta, con pennacchietti rosso aranciato
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Perché, vi chiederete , vi sto a rompere con tutto ciò?
Perché nella stessa specie di salice, la pianta femminile e quella maschile, al momento della fioritura, potrebbero sembrare cose diverse.
Abbiamo 4 specie di salici nani, spesso più specie le troviamo insieme:
Salix reticulata : si riconosce bene per le foglie ovali con una fitta rete di nervature prominenti , pelose nella pagina inferiore
Qui la pianta femmina: i fiori femminili sono quella specie di spighe rossastre erette con attaccati tanti pistilli a fiaschetta, con pennacchietti rosso aranciato
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#5
Inviato 01 luglio 2005 - 19:41
Salix herbacea : dal suolo emergono spesso solo gli apici fogliosi dei giovani rametti;le foglie sono quasi tonde, lucide, non pelose e il margine finemente seghettato. Qui si vede la pianta femminile, con gruppi di pistilli a fiaschetta rossastri
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patrizia
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#8
Inviato 01 luglio 2005 - 19:43
Gli ambienti alpini dove crescono i salici nani sono importanti microselve di crescita dei funghi “alpini d’alta quota”, spesso simbionti di tali alberi (Russule, lattari ecc) :anche loro, salvo poche eccezioni, non sfuggono al fenomeno del nanismo . Poi ascomiceti bellissimi: ad es. helvelle con carpofori lillipuziani, talmente scuri e piccoli da essere difficilmente visibili sul terreno, ma da cercare in prossimità del saliceto nano.
È uno degli ambienti ,per me, più belli di raccolta : bisogna guadagnarselo spesso faticosamente,ma la bellezza dei paesaggi e le sorprese micologiche ripagano di tutto.
Insieme ai salici, altre piante della microselva alpina, hanno un interesse micologico, .
Dryas octopetala (camedrio alpino) con 8 petali bianchi e foglie allungate dentate, colonizza le rocce calcaree con folti tappeti, habitat spesso esclusivi di funghi saprofiti
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È uno degli ambienti ,per me, più belli di raccolta : bisogna guadagnarselo spesso faticosamente,ma la bellezza dei paesaggi e le sorprese micologiche ripagano di tutto.
Insieme ai salici, altre piante della microselva alpina, hanno un interesse micologico, .
Dryas octopetala (camedrio alpino) con 8 petali bianchi e foglie allungate dentate, colonizza le rocce calcaree con folti tappeti, habitat spesso esclusivi di funghi saprofiti
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