NEL DUBBIO ASTIENITI
#1
Inviato 01 febbraio 2003 - 20:52
Quante volte è successo che? Il dubbio ci assale! Questo è il caso di quando, durante una passeggiata nei bellissimi boschi che ci circondano e dove di solito si va’ per raccogliere qualche bella e buona specie fungina da mettere nel tegame (ma anche per evadere dal caos cittadino divenuto insopportabile e per rilassarsi e ossigenarsi), si ha l’occasione di imbattersi in Clitopilus prunulus, chiamato anche “spion del porcin”, ecco appunto questo è il momento nel quale il dubbio “di una determinazione errata e di una possibile confusione con specie tossiche” si insinua in noi.
L’estrema somiglianza del “prunulus” con le Clitocybe bianche fa’ si che una buona parte dei micofagi (specialmente i neofiti), evitino la sua raccolta per fini commestibili (fanno bene), lasciando così sul terreno un micete che poco o nulla ha da invidiare ai più famosi primi attori delle nostre mense (porcini, ovoli, gialletti, ecc.).
Nel dubbio astieniti: con questa famosa frase, molti testi di Micologia divulgativa invitano i raccoglitori ad usare un opportuna cautela e in caso di determinazione incerta, di non mettere nel tegame funghi dubbi per non dover buttare il tutto nel bottino della spazzatura, perché il dubbio ci assale!
E se quel funghetto bianco che ho messo in tecia senza prima aver controllato bene, fosse una Clitocybe?
Tuttavia sarà questa la soluzione che dovremo senza esitazione intraprendere nel caso ci assalisse “il famoso dubbio, pena una brutta intossicazione che anche se non arriva quasi mai ad un esito mortale (sono stati segnalati casi mortali), se curata per tempo, comporta sempre dei fenomeni penosi; per saperne di più sul decorso di queste intossicazioni basta consultare della buona letteratura micologica sotto la voce tossicità della Clitocybe dealbata.
D’altra parte com’è che dovremmo fare per poter gustare un fungo così buono, ma allo stesso tempo tanto ambiguo da poter essere confuso con delle specie tossiche?
Risposta ovvia, ma abbastanza semplice (si fa per dire); conoscere il nostro individuo nei suoi minimi particolari e non di meno i suo/i presunto/i sosia, che qui di seguito andremo a descrivere (ad es. prenderemo la capostipite delle clitocibi bianche), con un ritratto macroscopico di tutti quei caratteri che con un piccolo sforzo mnemonico ci aiuteranno ad identificare la specie senza ombra di dubbio e che una volta appresi ci daranno delle notevoli soddisfazioni personali e ci faranno migliorare i nostri misti con una specie che dalle nostre parti, specialmente sotto i castagni, cresce in numero abbondantissimo di esemplari, raggiungendo molte volte una taglia non disprezzabile.
Non ultimo il pregio di avere le stesse esigenze di habitat e stagionali dei porcini da qui il detto “spion del porcin” soprattutto con Boletus aestivalis, che è anche il porcino che più di frequente si ritrova nelle nostre zone, ed è proprio questo il motivo che li vede molto spesso crescere assieme o perlomeno relativamente vicini; (può avvenire che Clitopilus prunulus anticipi di una settimana circa l’uscita dei porcini, in questo caso si dovrà memorizzare la stazione di raccolta per poi ritornarci nei giorni a venire), si cerchi accuratamente e con certosina pazienza entro un raggio di 5-6 metri, in molte occasioni si sarà ricompensati da una fruttuosa raccolta di porcini che renderà merito alle vostre fatiche e vi darà modo di poter mettere alla prova la differenza di gusto che passa tra i due funghi, giudicando poi, se proprio ci fosse il bisogno, quale sia migliore, il primo oppure il secondo; a nostro modesto avviso risulta difficile dare un giudizio se sia meglio una de granzipori alla buzara oppure un brodetto de rombo a la gradisana, a voi l’ardua scelta.
Marino Zugna
A.M.B. Gruppo di Muggia e del Carso
#2
Inviato 01 febbraio 2003 - 20:57
Cappello: Ø 4-14 cm, all inizio globoso-convesso poi disteso-piano il più delle volte con il centro un poco depresso e orlo rialzato, festonato o lobato irregolarmente: superficie finemente vellutata ma nel tempo liscia, di colore chiaro, sul bianchiccio sporco, bianco-grigio pallido, bianco o appena ocra, colore isabella tenue.
Lamelle: fitte, strette, sottili, decorrenti sul gambo, separantesi in blocco dalla polpa soprastante; di un bianco avorio iniziale che con la maturità delle spore via via passa al rosa carnicino, rosa sporco.
Gambo: 3-5 x 0,6-1,3 cm, corto irregolare di sovente un po’ eccentrico rispetto al cappello, più o meno bernoccoluto, un po’ ingrossato verso il basso ma mai a bulbo netto, pieno; corteccia pruinosa in alto, in basso con resti miceliari bianchi, altrove liscia; concolore al cappello.
Carne: molle, tenera, facilmente frantumabile, abbastanza spessa, bianchiccia; odore forte, di farina bagnata, gusto farinoso, gradevole.
Sporata: di un rosa torbido, rosa-ocraceo.
Habitat: fungo saprofita, cresce a colonie di individui piuttosto numerosi, quasi sempre singoli, spesso disposti a cerchio in vicinanza di alberi dentro o fuori del bosco, nei contorni erbosi, nelle radure boschive, ecc. La sua prima comparsa avviene se le condizioni sono propizie già in giugno. Abbastanza frequente in molte zone, soprattutto di collina e di media montagna, in altre è più raro o addirittura inesistente. In Italia è comune al Nord e al Centro, meno al Sud. Diffuso comunque in tutta Europa.
Marino Zugna
A.M.B. Gruppo di Muggia e del Carso
#3
Inviato 01 febbraio 2003 - 21:06
Cappello: Ø 1,5-4 cm, da poco convesso a pianeggiante con i margini rialzati e ondulati, piuttosto sottili, con il disco più carnoso e solo che raramente con un umbone ottuso, poco evidente; cuticola difficilmente separabile, non igrofana, bianco-pura e cosparsa di bianca pruina non asportabile; con la vecchiaia o con tempo umido si formano però macchie quasi “trasparenti”, argillacee, per lo più disposte a strisce concentriche irregolari.
Lamelle: fitte e sottili, disuguali tra loro, con taglio intero, arcuate od orizzontali, adnato-decorrenti; dapprima bianche poi crema pallido con riflessi grigiastri.
Gambo: 2-6-(7) x 0,25-0,4 (0,5) cm, tubuliforme con leggera attenuazione basale, quasi sempre ricurvo, tenace, fibroso; fibrilloso-brillante, bianco, con qualche chiazza colore isabella, cotonoso al piede.
Carne: un po’ elastica nel cappello, fibrosa nel gambo, bianca; odore e sapore di farina rancida, talvolta forti.
Sporata: bianca.
Habitat: è specie saprofita diffusa in tutta Europa a tutte le altitudini soprattutto in autunno, pur potendo spuntare ma raramente anche in primavera e inizio estate. La sua stagione si prolunga poi, in ambiente mediterraneo, fino al pieno inverno. Ama gli ambienti non troppo scuri, quindi le radure dei boschi, gli incolti, i margini dei sentieri e canali, le piazzole di vecchie carbonaie, la siepi spinose. Normalmente gregaria, qualche volta a esemplari fascicolati.
N.B. tutte le Clitocybe bianche devono essere escluse da qualsivoglia pratica alimentare.
tabella di comparazione tra le due specie
Clitopilus prunulus
Habitat nei boschi
Consistenza molle
Odore forte di farina appena macinata
Dimensioni abbastanza grandi (fino14 cm)
Cappello molto carnoso al centro
Lamelle decorrenti anche nel giovane (dapprima biancastre, poi rosee)
Gambo corto e spesso
Sporata rosa-giallognola
Clitocybe dealbata
Habitat in luoghi aperti, fra l’erba
Consistenza abbastanza tenace, elastica
Odore debole, infine sgradevole
Dimensioni piccole, (diametro inferiore a 5 cm)
Cappello abbastanza sottile al centro
Lamelle dapprima adnate, poi abbastanza decorrenti (a lungo biancastre, poi sfumate in rosa bruniccio)
Gambo abbastanza fragile
Sporata bianca
La tabella sopra esposta ci fa notare le differenze macroscopiche più evidenti che contraddistinguono i due funghi, e logico che con il passare del tempo e l’esperienza acquisita dalle molte raccolte fatte, il fatidico dubbio andrà via via scemando, lasciando il posto alla certezza matematica, di una determinazione esatta e senza ombra di dubbio.
Nonostante ciò si deve ricordare che gli esemplari che finiranno in pentola, dovranno essere tutti in uno stato di conservazione perfetto, gli esemplari vetusti o che non corrispondono in tutte le proprie caratteristiche alla specie tipo, vanno esclusi da qualsiasi uso alimentare; soltanto così le determinazioni potranno avere la certezza sopra citata.
In definitiva ,chi vuole assaporare questo buonissimo frutto della natura, deve memorizzare il C. prunulus, e metterlo a confronto mentale con il gruppo delle Clitocybe bianche che ora elenchiamo: C. dealbata, rivulosa, candicans, phyllophila, pithophyla, cerussata ecc.
A questo proposito, ricordiamo soltanto per dovere di cronaca che esistono altri funghi bianchi pericolosi “anche mortali”, ma per i loro caratteri macroscopici ed organolettici non danno adito a dubbi di sorta, sempre che il micofilo o micofago che sia, abbia acquisito le più elementari nozioni di micologia che vengono impartite in tutti i gruppi micologici.
Marino Zugna
A.M.B. Gruppo di Muggia e del Carso
#4
Inviato 19 febbraio 2003 - 16:42
Vi allego qualche esemplare (foto scattata a novembre 2002 a Tolfa in provincia di Roma) e saluto tutti,
Stefano
Messaggio modificato da geotropa, 19 febbraio 2003 - 16:43
Santa Marinella (Rm)
#5
Inviato 19 febbraio 2003 - 18:00
La tua foto, Stefano, però mi lascia perplesso, credo che se lo trovassi in quella forma così regolare, con gambo perfettamente centrale e così lungo ci penserei due volte a raccoglierlo.
Il segno dell'impronta digitale sul gambo e le sfumature rosate sono a favore di Clitopilus, ma sarà proprio prunulus ? Mi pare che ce ne siano degli altri, sempre bianchi ma forse con odore meno marcato di farina o addirittura assente. Ti ricordi questi com'erano ?
#6
Inviato 19 febbraio 2003 - 18:46
Clitopilus schyphoides var. omphaliformis, a mangiarlo, penso che raccogliendo almeno 500.000 esemplari riesi a farti uno spuntino a parte tutto, è un fungo molto raro e va protetto
Non chiedermi se è commestibile o meno te ne prego
Messaggio modificato da marinetto, 19 febbraio 2003 - 18:46
Marino Zugna
A.M.B. Gruppo di Muggia e del Carso
#7
Inviato 19 febbraio 2003 - 20:42
Io come gia' detto lo raccolgo, devo dire che lo raccolgo solo su posti dove so crescere in abbondanza.....
eppoi il 2002 almeno nei boschi della Val pusteria e' stata fenomenale per il prunulus......
Ferdyyyy
Ferdy Guadagnin - Vicenza
#8
Inviato 21 febbraio 2003 - 16:02
Veramente quel giorno qualche dubbio lo avevo avuto anche io. Ce n'erano molitissimi, l'odore di farina e la consistenza erano inconfondibili, ma alcuni erano veramente grandi e stranamente regolari. Io credo che si trattasse di prunulus però mi sento più sicuro quando sono più "bruttini".La tua foto, Stefano, però mi lascia perplesso, credo che se lo trovassi in quella forma così regolare, con gambo perfettamente centrale e così lungo ci penserei due volte a raccoglierlo.
Il segno dell'impronta digitale sul gambo e le sfumature rosate sono a favore di Clitopilus, ma sarà proprio prunulus ? Mi pare che ce ne siano degli altri, sempre bianchi ma forse con odore meno marcato di farina o addirittura assente. Ti ricordi questi com'erano ?
Saluti, Stefano
Santa Marinella (Rm)
#9
Inviato 21 febbraio 2003 - 18:00
Ma erano loro, eccome se lo erano.....tanto + che non solo ne ero sicuro ma son qui a raccontarvelo.......
Ferdyyyyyy
Ferdy Guadagnin - Vicenza
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