E' quanto accaduto in un paese del F.V.G., in provincia di Udine, dove uno sprovveduto fungaiolo ha raccolto scambiandoli non si sa per cosa, uno o più esemplari di A. muscaria, frammisti ad altri funghi Boletus gruppo edulis e Chantharellus sp., che sono stati cotti in trifola e mangiati.
Naturalmente "come già scritto", non da solo ma con la propria famiglia "4 persone"e non contento anche con altri tre amici, invitati per l'occasione.
Risultato; dopo 45-50 minuti, forti crampi addominali, nausee con vomito, palpitazioni e tachicardia, accentuate dalla paura per quasi tutti, pronto ricovero con adeguate cure ed esami e dopo una nottata insonne, passata fra la paura e "probabilmente", il giuramento che non mangeranno mai più funghi, l'indomani tutti erano riabilitati al punto da essere dimessi.
Aspetto il risultato delle analisi per darvi ulteriori aggiornamenti.
Certo che ad una indagine su resti della pulitura dei funghi ritrovati nel cestino di casa degli interessati e dopo attento esame, macroscopico, si è riusciti a estrarre alcuni rimasugli con un aspetto a dir poco dubbio, infatti i resti erano di un fungo a lamelle bianche e di colore rosso aranciato dalla parte della cuticola con dei resti di velo biancastro, alla sezione del pezzo si notava molto bene un sottile strato subcuticolare aranciato quindi il bianco della carne.
Ad un esame microscopico del reperto si è riscontrato trattasi di A. muscaria allo stadio immaturo ma ben caratterizzata per le cellule del velo generale.
Rimane il fatto che tutto ciò ci porta a pensare che in campo micofagico, rimane molto da fare, certa è una cosa, ne il raccoglitore ne i congiunti e altri commensali sapevano o volevano sapere dell'esistenza e della funzione dei gruppi micologici, e non esiste peggior sordo di chi non vuole sentire.
Ancora una chicca, i funghi raccolti, sono stati mangiati quasi 2 giorni dopo la loro raccolta e prima erano rimasti per un giorno nel bagagliaio dell'auto ed un'altro in frigorifero.
Rimane poco da dire

Vi posto le immagini della microscopia.