SOCIETA’ VENEZIANA di MICOLOGIA
EX. 987
ERBARIO MICOLOGICO DEL MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE DI VENEZIA
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Cortìnarìus scobinaceus Malençon & Bertault (Ì970), Fl. Champ. Sup. Maroc: 537-542.
Sin.: Cortìnarìus longìsporus Beller (1982) nom illeg., non Cortìnarius longìsporus (Murrill) Singer (1951).
Cotinarius belleri M.M. Moser (1983).
Cappello da 5 a 18 mm, all'inizio campanulato poi aperto, ma con umbone centrale evidente, margine normalmente convesso e non striato; la superficie è interamente ricoperta da squamuline più o meno erette, ocracee con riflessi sericei per tempo secco. La tinta di fondo va dall'ocraceo al bruno-castagna, tende poi all'ocra fulvo in fase di disidratazione. Lamelle spaziate, da sinuose a nettamente ventricose, smarginate. Inizialmente bruno cioccolata, a maturazione bruno ruggine con il filo liscio e più pallido. Gambo fino a 30 x 2 mm, cilindrico, sinuoso, concolore al cappello, ricoperto da fibrille più pallide. Sulla metà o sul terzo inferiore è presente una zona anulare piuttosto netta, sotto la quale è evidente una fiocchettatura di velo giallo-ocra disposta più o meno a spirale. Carne scarsa, circa 1-2 mm nell'umbone, bruno ruggine sia nel cappello che nel gambo, senza odori o saporì particolari.
Reazioni macrochimiche: non verificate.
Cortinarius scobinaceus
Iniziato da
MSN-VE
, mag 28 2006 11:53
2 risposte a questa discussione
#1
Inviato 28 maggio 2006 - 11:53
SOCIETA' VENEZIANA di MICOLOGIA - ERBARIO MICOLOGICO DEL MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE DI VENEZIA
#2
Inviato 28 maggio 2006 - 11:56
Spore (fig. A): 10-12 x 5-5,7 μm, amigdaliformi. decisamente allungate (Q =2-2,2), con apice da ottuso a obconico; la superficie è interamente ricoperta da un'ornamentazione bassa e fine. Basidi (fig. B): 29,5-36 x 8,5-9,2 μm, clavati, tetrasporici, con sterigmi lunghi fino a 5 μm; giunto a fibbia alla base. Cellule marginali (fig. C): il filo lamellare si presenta parzialmente sterile (in particolare verso il margine del cappello) per la presenza cellule sterili pluriarticolate, con terminale da piriforme a subcilindrico, quest'ultimo 10-42 x 7-12 μm; giunti a fibbia ad ogni setto. Cuticola (fig. D): l'epicute è sottile, costituita da un trìchoderma dì ife x 6-12 μm, con elementi normalmente strangolati in prossimità dei setti e terminale ottuso; l'ipoderma si differenzia chiaramente per il diametro maggiore, x 20-25 μm. In entrambi i livelli sono presenti giunti a fibbia. Sia sul’epicute che sull'ipoderma le ife sono fortemente incrostate da un pigmento giallo-bruno. Ife del velo: x 6-10 μm, finemente incrostate da un pigmento giallo ocra; giunti a fìbbia ad ogni setto.
Habitat: a gruppi numerosi nelle vicinanze di Cistus monspeliensis, con presenza sporadica di Quercus ilex.
Materiale studiato:
Cortinarius scobinaceus
Italia: MCVE 987 Bosco Vergilli - Frigole (Lecce) 22.11.01, Cistus monspeliensis e Quercus ilex, leg. & det. E. Campo; CE 01042326, Lagarò - Celico (Cosenza) 23.04.01, Cedrus atlantica, leg. C. Lavorato det. E. Campo.
Francia: LIP 771144, Porquerolles 04.11.77, Cistes, leg. Beller det. Beller et Bon; LIP senza n°, Env. Bédarieux 21.10.87, Ch. Verts, leg. JMB. det. Bertéa etc.
Cortinarius belleri
Francia : LIP 2402-1 (Typus), Moliets - Landes 16,01,72, Cìstes, leg. & del Beller (sub nom, Cortinarius longisporus Beller); LIP 971123, Ecault (P.d.C.) 23.01.97, Fourrés dunaires, leg. A. Flahaut det. M. Bon; LIP 94147, Ft D'Ecault – PdeC 30.10.94, Pinède arénicole + mousses et graminées, leg. et det. M. Bon; LIP94147ter. Dom. du Marquenterr01.11.94, fourrés dunaires + pins, leg. & det M Bon; IB 80/621, Var, Porquerolles –l’Ousteaou deDieu 13.11.80, Cistus sp., leg. & det. C. Furrer; IB 81/507, Var, Porquerolles - Plage d^Argent 02.11.81, Cistus monspeliensis, leg. & det. M. Moser.
Habitat: a gruppi numerosi nelle vicinanze di Cistus monspeliensis, con presenza sporadica di Quercus ilex.
Materiale studiato:
Cortinarius scobinaceus
Italia: MCVE 987 Bosco Vergilli - Frigole (Lecce) 22.11.01, Cistus monspeliensis e Quercus ilex, leg. & det. E. Campo; CE 01042326, Lagarò - Celico (Cosenza) 23.04.01, Cedrus atlantica, leg. C. Lavorato det. E. Campo.
Francia: LIP 771144, Porquerolles 04.11.77, Cistes, leg. Beller det. Beller et Bon; LIP senza n°, Env. Bédarieux 21.10.87, Ch. Verts, leg. JMB. det. Bertéa etc.
Cortinarius belleri
Francia : LIP 2402-1 (Typus), Moliets - Landes 16,01,72, Cìstes, leg. & del Beller (sub nom, Cortinarius longisporus Beller); LIP 971123, Ecault (P.d.C.) 23.01.97, Fourrés dunaires, leg. A. Flahaut det. M. Bon; LIP 94147, Ft D'Ecault – PdeC 30.10.94, Pinède arénicole + mousses et graminées, leg. et det. M. Bon; LIP94147ter. Dom. du Marquenterr01.11.94, fourrés dunaires + pins, leg. & det M Bon; IB 80/621, Var, Porquerolles –l’Ousteaou deDieu 13.11.80, Cistus sp., leg. & det. C. Furrer; IB 81/507, Var, Porquerolles - Plage d^Argent 02.11.81, Cistus monspeliensis, leg. & det. M. Moser.
SOCIETA' VENEZIANA di MICOLOGIA - ERBARIO MICOLOGICO DEL MUSEO CIVICO DI STORIA NATURALE DI VENEZIA
#3
Inviato 28 maggio 2006 - 12:03
Osservazioni
Trovandomi in ambiente mediterraneo, è stato quasi automatico iniziare la ricerca dall'opera di Malençon & Bertault nella quale, la descrizione di C. scobinaceus e soprattutto il disegno al tratto di Malençon, rappresentavano in maniera inequivocabile gli esemplari da me raccolti.
In letteratura si segnala, per l'area mediterranea, in associazione con Cistus sp., C. longisporus Beller del 1982, rinominato nel 1983 C. belleri da M. Moser, in quanto l'epiteto longisporus era già occupato, per il genere Cortinarius, dal taxon americano C. longisporus (Murrill) Singer del 1951 (la erronea citazione bibliografica di MOSER, riferita al 1962, non invalidava infatti il procedimento nomenclatoriale).
Confrontando le diagnosi originali di C. scobinaceus e C. belleri, non sono emersi caratteri convincenti sull'autonomia delle due specie, da qui è nata la curiosità di approfondire lo studio.
Purtroppo non è stato possibile studiare il typus di C scobinaceus, a tale mancanza ha sopperito lo scambio di informazioni con ESTEVE-RAVENTÒS, il quale ha potuto studiare il materiale originale di MALENÇON.
I caratteri microscopici rilevati sul typus, coincidono bene con quanto pubblicato in Fl. Champ. Sup. Maroc, del resto è nota la precisione con cui l'Autore francese realizzava le descrizioni e le tavole di microscopia.
Si discostano leggermente le dimensioni sporali, un po' più strette nei rilievi del micologo spagnolo, 10-13,5 x 4,7-5,5 μm (com. pers.} contro 10-14 x 5-6 μm.
Grazie alla disponibilità del Dr. COURTECUISSE, ho potuto invece studiare il typus di C. Iongisporus Beller insieme ad altre raccolte depositate nell'erbario di Lille. In questo caso il materiale originale è costituito da 2 esemplari, nei quali si è già potute notare una notevole variabilità sulle dimensioni sporali: 9,5-11,2 x 4,7-5,9 μm Q = 1,9-2,1 sul primo campione, 11-12,5 x 5-5,7 μm Q = 2-2,2 sul secondo campione, più corte comunque di quanto riportato nella diagnosi originale [(10) 12-13,5 (15) x 4,5-5,5 μm]. La verifica sulle dimensioni sperali delle altre raccolte, non ha evidenziato variazioni significative, registrando in media valori 9-11,7 x 4,3-5,5 μm e Q = 1,9-2,3.
Esaminando le raccolte identificate come C. scobinaceus le misurazioni sporali sono state le seguenti: 10-12 (12,5) x 4,8-5,7 μm ed un Q = 2-2,2 leggermente più grandi rispetto alle precedenti ma assolutamente sovrapponibili con il typus di C. belleri.
Anche i rilievi effettuati sulle due raccolte provenienti dall'erbario di Innsbruck, archiviate come C. belleri, si mostrano compatibili con le precedenti: (9,5) 10-12,5 x 4,7-5,7 μm Q = 1,9-2,2.
La ricerca di cellule sterili sul filo lamellare va effettuata in maniera mirata e non casuale in quanto, come perfettamente descrìtto da MALENÇON, sono abbondanti e ben evidenti in prossimità del margine del cappello mentre man mano che ci si avvicina al gambo, si diradano e sporgono poco o nulla dalla palizzata imeniale.
Con tale metodologia, questi elementi sono stati osservati in tutte le raccolte, con maggiore difficoltà nel typus di C. belleri a causa di una non perfetta conservazione.
Omogenea in tutte le raccolte si è dimostrata anche la struttura della cuticola, come pure la distribuzione e la tipologia dei pigmenti.
Conclusione:
Sulla base delle descrizioni originali dei caratteri macroscopici, l'unica reale differenza che si può notare tra i due taxa, è che per C. longìsporus non viene fatto alcun accenno alla presenza di un velo ocra; non so se questa mancanza può essere attribuita ad una svista durante la stesura della diagnosi, resta comunque il fatto che su tutto il materiale studiato (typus compreso), è ben evidente un velo fortemente incrostato da un pigmento bruno giallastro; tale carattere, è sempre stato riportato in descrizioni successive (MOSER,1983; CONTU,1986; MORENO & AL,1990).
Sul piano microscopico si può notare una certa variabilità sulle dimensioni sporali, già comunque contemplata dallo stesso MALENÇON ("Quelques rares récoltes brévispores"), mentre costante resta la silhouette ed il Q.
Nemmeno sulla struttura cuticolare e sulla distribuzione delle cellule sterili sul filo lamellare, si sono rilevate differenze importanti.
In considerazione di quanto sopra esposto, ritengo che non sussistano elementi tali da mantenere separate queste due entità, considerando ovviamente prioritario il binomio C. scobinaceus Malençon & Bertault.
Non c'è dubbio che questa specie abbia una distribuzione tipicamente mediterranea, credo però che l'elenco delle piante ospiti vada ampliato.
Dalla letteratura consultata e dalla provenienza del materiale esaminato, risulta infatti possibile l'associazione con Cedrus atlantica, Cistus sp., Evcalyptus sp., Pinuss halepensis, Pinus pinea, Quercus ilex e Quercus suber.
Bibliografia
BELLER J. -1982 : Cortinarius longisporus sp. nov. Doc. Myc., 46, p. 32.
BON M. - 1986 : Valìdations, mises au point nomenclaturales et autorités dans le genre Cortinarius. Doc. Myc., 63-64: 62.
CONTU M. & C .LAVORATO -1986: Cortinarius belleri Moser. Boll. Gr. Mic. G. Bresadola, 1-2: 94-96.
MALENÇON G. & R. BERTAULT - 1970 : Flore des Champignons Superieurs du Maroc. Tome 1: 537-542. Rabat.
MORENO G., F. ESTEVE-RAVENTOS & C. ILLANA -1990 : Estudios micològicos en el parque natural de Monfragùe y otras zonas de Extremadura (España), IV. Agaricales. in Bol. Soc. Mic. Madrid 14: 121-122.
MOSER M. - 1983: Notizien zu einigen Cortinarien aus der Untergattumg Telamonia. Myc helv. 1: 4-5.
MOSER M. & W. JULICH - 1988: Farbatlas der Basidiomyceten. Lief. 6. Stuttgart.
E. Campo 18.11.2004
Trovandomi in ambiente mediterraneo, è stato quasi automatico iniziare la ricerca dall'opera di Malençon & Bertault nella quale, la descrizione di C. scobinaceus e soprattutto il disegno al tratto di Malençon, rappresentavano in maniera inequivocabile gli esemplari da me raccolti.
In letteratura si segnala, per l'area mediterranea, in associazione con Cistus sp., C. longisporus Beller del 1982, rinominato nel 1983 C. belleri da M. Moser, in quanto l'epiteto longisporus era già occupato, per il genere Cortinarius, dal taxon americano C. longisporus (Murrill) Singer del 1951 (la erronea citazione bibliografica di MOSER, riferita al 1962, non invalidava infatti il procedimento nomenclatoriale).
Confrontando le diagnosi originali di C. scobinaceus e C. belleri, non sono emersi caratteri convincenti sull'autonomia delle due specie, da qui è nata la curiosità di approfondire lo studio.
Purtroppo non è stato possibile studiare il typus di C scobinaceus, a tale mancanza ha sopperito lo scambio di informazioni con ESTEVE-RAVENTÒS, il quale ha potuto studiare il materiale originale di MALENÇON.
I caratteri microscopici rilevati sul typus, coincidono bene con quanto pubblicato in Fl. Champ. Sup. Maroc, del resto è nota la precisione con cui l'Autore francese realizzava le descrizioni e le tavole di microscopia.
Si discostano leggermente le dimensioni sporali, un po' più strette nei rilievi del micologo spagnolo, 10-13,5 x 4,7-5,5 μm (com. pers.} contro 10-14 x 5-6 μm.
Grazie alla disponibilità del Dr. COURTECUISSE, ho potuto invece studiare il typus di C. Iongisporus Beller insieme ad altre raccolte depositate nell'erbario di Lille. In questo caso il materiale originale è costituito da 2 esemplari, nei quali si è già potute notare una notevole variabilità sulle dimensioni sporali: 9,5-11,2 x 4,7-5,9 μm Q = 1,9-2,1 sul primo campione, 11-12,5 x 5-5,7 μm Q = 2-2,2 sul secondo campione, più corte comunque di quanto riportato nella diagnosi originale [(10) 12-13,5 (15) x 4,5-5,5 μm]. La verifica sulle dimensioni sperali delle altre raccolte, non ha evidenziato variazioni significative, registrando in media valori 9-11,7 x 4,3-5,5 μm e Q = 1,9-2,3.
Esaminando le raccolte identificate come C. scobinaceus le misurazioni sporali sono state le seguenti: 10-12 (12,5) x 4,8-5,7 μm ed un Q = 2-2,2 leggermente più grandi rispetto alle precedenti ma assolutamente sovrapponibili con il typus di C. belleri.
Anche i rilievi effettuati sulle due raccolte provenienti dall'erbario di Innsbruck, archiviate come C. belleri, si mostrano compatibili con le precedenti: (9,5) 10-12,5 x 4,7-5,7 μm Q = 1,9-2,2.
La ricerca di cellule sterili sul filo lamellare va effettuata in maniera mirata e non casuale in quanto, come perfettamente descrìtto da MALENÇON, sono abbondanti e ben evidenti in prossimità del margine del cappello mentre man mano che ci si avvicina al gambo, si diradano e sporgono poco o nulla dalla palizzata imeniale.
Con tale metodologia, questi elementi sono stati osservati in tutte le raccolte, con maggiore difficoltà nel typus di C. belleri a causa di una non perfetta conservazione.
Omogenea in tutte le raccolte si è dimostrata anche la struttura della cuticola, come pure la distribuzione e la tipologia dei pigmenti.
Conclusione:
Sulla base delle descrizioni originali dei caratteri macroscopici, l'unica reale differenza che si può notare tra i due taxa, è che per C. longìsporus non viene fatto alcun accenno alla presenza di un velo ocra; non so se questa mancanza può essere attribuita ad una svista durante la stesura della diagnosi, resta comunque il fatto che su tutto il materiale studiato (typus compreso), è ben evidente un velo fortemente incrostato da un pigmento bruno giallastro; tale carattere, è sempre stato riportato in descrizioni successive (MOSER,1983; CONTU,1986; MORENO & AL,1990).
Sul piano microscopico si può notare una certa variabilità sulle dimensioni sporali, già comunque contemplata dallo stesso MALENÇON ("Quelques rares récoltes brévispores"), mentre costante resta la silhouette ed il Q.
Nemmeno sulla struttura cuticolare e sulla distribuzione delle cellule sterili sul filo lamellare, si sono rilevate differenze importanti.
In considerazione di quanto sopra esposto, ritengo che non sussistano elementi tali da mantenere separate queste due entità, considerando ovviamente prioritario il binomio C. scobinaceus Malençon & Bertault.
Non c'è dubbio che questa specie abbia una distribuzione tipicamente mediterranea, credo però che l'elenco delle piante ospiti vada ampliato.
Dalla letteratura consultata e dalla provenienza del materiale esaminato, risulta infatti possibile l'associazione con Cedrus atlantica, Cistus sp., Evcalyptus sp., Pinuss halepensis, Pinus pinea, Quercus ilex e Quercus suber.
Bibliografia
BELLER J. -1982 : Cortinarius longisporus sp. nov. Doc. Myc., 46, p. 32.
BON M. - 1986 : Valìdations, mises au point nomenclaturales et autorités dans le genre Cortinarius. Doc. Myc., 63-64: 62.
CONTU M. & C .LAVORATO -1986: Cortinarius belleri Moser. Boll. Gr. Mic. G. Bresadola, 1-2: 94-96.
MALENÇON G. & R. BERTAULT - 1970 : Flore des Champignons Superieurs du Maroc. Tome 1: 537-542. Rabat.
MORENO G., F. ESTEVE-RAVENTOS & C. ILLANA -1990 : Estudios micològicos en el parque natural de Monfragùe y otras zonas de Extremadura (España), IV. Agaricales. in Bol. Soc. Mic. Madrid 14: 121-122.
MOSER M. - 1983: Notizien zu einigen Cortinarien aus der Untergattumg Telamonia. Myc helv. 1: 4-5.
MOSER M. & W. JULICH - 1988: Farbatlas der Basidiomyceten. Lief. 6. Stuttgart.
E. Campo 18.11.2004
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