Ricerche di tartufi in
Friuli Venezia Giulia
Legge
regionale FGV n° 23, 16/08/99
Alfredo Pergolini
Via Roma 15 - 33020
ZUGLIO (UD)
Ricerche
in corso
Forse non tutti sanno che in Regione
Friuli Venezia Giulia da diversi anni sono in corso ricerche sistematiche dei
preziosi tartufi, condotte scientificamente dal Centro Sperimentale di Tartuficoltura di San Angelo in
Vado, per conto dell’Ente Regionale per
la formazione e lo Sviluppo dell’Agricoltura
(E.R.S.A.).
Le ricerche vengono
effettuate, con l’ausilio di cani da tartufi addestrati, su tutto il territorio
regionale ed in diversi momenti dell’anno; questo per avere un quadro reale
sulla distribuzione delle varie specie di tartufo, dato che i tempi di
maturazione sono sensibilmente variabili da una specie all’altra.
Durante la progettazione delle ricerche
si prendono in esame i caratteri ambientali, le caratteristiche pedologiche e topografiche del terreno e quelle vegetazionali, fattori questi che sono determinanti
per la crescita di questi funghi simbionti; ad esempio dove cresce il Tuber magnatum non
cresce il Tuber melanosporum,
ecc.
I ritrovamenti censiti hanno dato a tutto
oggi esiti ragguardevoli, forse anche inaspettati come numero di specie
trovate; essi saranno elaborati e collegati ai dati di
cui sopra e daranno la possibilità alla Direzione Regionale dell’Agricoltura –
Servizio Produzioni Vegetali con sede a Udine - di dare e mettere in atto tutte
quelle direttive per cui la Legge è proposta, e cioè la promozione, lo sviluppo
e la valorizzazione del settore tartuficolo.
Diversi sono
stati gli incontri in questo campo, così anche i convegni in
Regione o altre diverse occasioni, come
l’ultima in occasione dell’inaugurazione della mostra micologica a Udine,
tenuta in data 06 ottobre 2001, durante la quale il sig. Matteo Bortuzzo, Vicepresidente del Consiglio Regionale, ha
auspicato “di incentivare la coltivazione del tartufo, la cui raccolta potrà
determinare il rilancio dell’agricoltura e dell’economia locale”.
Che varie specie di funghi ipogei - fra
le quali i tartufi -
si potessero trovare anche in Regione Friuli Venezia Giulia si può
evincere anche dalle notizie riportate negli anni 1985 – 87 sui giornali;
curiosità innata, tanto che nel mese di marzo 1988 unitamente alla signora Ferigo Francesca e Paolo Di Piazza, micologi, decidemmo di
contattare il sig. Leandro Borsoi, titolare di un
permesso nazionale per la ricerca di tartufi.
Abbiamo visitato diverse località della
Provincia di Udine, la Carnia,
Canal del Ferro e zone della pedemontana in Comune di
Cavazzo Carnico e Trasaghis, dove l’infaticabile Fosca, razza pointer
femmina, ha fiutato e portato alla luce diversi tartufi sia bianchi che neri e
appartenenti a varie specie, tra le
quali Tuber
borchii Vittad. = Tuber albidum Pico (volgarmente
bianchetto), Tuber excavatum
Vittad. (volgarmente tartufo scavato), Tuber
rufum Pico: Fr.
(volgarmente tartufo rosso), e numerosi altri funghi ipogei dei generi Genea, Gautieria
ed Hymenogaster; il periodo non è stato
favorevole per il tartufo nero pregiato Tuber
melanosporum Vittad.
Un altro valido
contributo che potrà arricchire il quadro delle ricerche in campo regionale è
stato dato in questi giorni - precisamente dal 31 ottobre al 4 novembre 2001 -
dal Gruppo Micologico “G. Bresadola”
Sezione Muggia Carso (Ts), che ha organizzato per la prima volta in Regione un
importante Seminario specifico che ha visto la partecipazione di una quindicina di convenuti, guidati nelle varie attività
dai micologi più qualificati ed esperti in Italia nella ricerca e
determinazione dei funghi ipogei.
Con l’ausilio dei vari cani addestrati,
al seguito dei convenuti, è stato effettuata la ricerca
su molte località del territorio Triestino con risultati molto soddisfacenti:
le raccolte sono state circa una sessantina, appartenenti a ben 21 diverse
specie di funghi ipogei, tra le quali alcuni tartufi commestibili appartenenti
al genere Tuber, T. mesentericum e T. aestivum,
ed altri non commestibili quali T. excavatum
e T. rufum
nelle sue varietà.
Purtroppo la fortuna non ci ha dato la
possibilità di ritrovare il famoso e
pregiatissimo T. magnatum; essendo questa specie presente nella
vicina Slovenia è molto probabile che possa essere presente e quindi ritrovato anche nella nostra
Regione.
Sarà per il prossimo
seminario, come ha replicato il Presidente del Gruppo Marino Zugna, pensando di
riproporlo in varie diverse stagioni nei
prossimi anni.
Questa attività di ricerca
del tartufo nel Territorio Nazionale risale a tempi remoti, ma di questi tempi
il raccoglitore deve essere in possesso di un apposito permesso per poterla
esercitare, come richiesto dalla Legge Nazionale 752/1985.
Nel quadro di tale Legge
Nazionale ora la Regione FVG, allo scopo di soddisfare le aumentate esigenze
dei vari raccoglitori attuali e potenziali futuri, con Legge Regionale 16
agosto 1999 n° 23, ha disciplinato la raccolta, la coltivazione, la
conservazione ed il commercio dei tartufi.
Per quanto riguarda il calendario che
regola l’attività stabilendo per ogni specie le date di inizio
e di fine raccolta, bisogna osservare che le sopra descritte ricerche e
censimenti in corso in ambito regionale rappresenteranno un sensibile passo
avanti nell’adattare alla nostra regione le disposizioni nazionali. Infatti
alla luce dei dati elaborati da tali esperienze si
potranno apportare delle modifiche al calendario regionale, fissando dei
periodi di ricerca e raccolta più reali e più attinenti al clima ed alle
caratteristiche del terreno della nostra Regione; essi infatti per il momento
sono citati negli stessi periodi
previsti dalla Legge Nazionale di cui sopra.
Resta il fatto che per essere idonei alla
raccolta dei tartufi, il raccoglitore deve prima
ottenere una autorizzazione, che sarà valida per tutto il Territorio Nazionale,
dopo aver sostenuto un esame di idoneità presso la Direzione Regionale
dell’Agricoltura.
L’esame riguarda la biologia ed il
riconoscimento delle varie specie di tartufi, la
preservazione degli ambienti di crescita, le tecniche di raccolta, i
miglioramenti delle tartufaie, le vigenti normative nazionali e regionali, ecc.
Per facilitare il superamento dell’esame verranno programmati dei corsi di formazione, specifici per
l’abilitazione alla ricerca e raccolta di tartufi, che si terranno
probabilmente presso le Associazioni Micologiche appositamente interessate, o
presso altre strutture regionali.
I tartufi ci sono, ora è tempo di
mettersi in regola e di:
-
frequentare un corso ed ottenere l’apposito permesso.
-
osservare sempre le norme comportamentali per la ricerca di questi funghi non
visibili all’occhio umano, ma che emanano un forte profumo.
-
procurarsi un cane con spiccate capacità olfattive, che col suo insostituibile
aiuto possa portare alla luce questi squisiti funghi sotterranei (funghi
ipogei) per la gioia del padrone, il quale non
mancherà di ricompensare il cane ad ogni ritrovamento, con particolari effusioni di affetto e
magari con un biscotto come premio.